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L’Europa sempre più unita sulla Difesa. Nasce l’hub per l’innovazione

A Bruxelles i ministri della Difesa dell’Unione europea hanno stabilito la creazione di un hub che acceleri la cooperazione tra i Paesi membri per l’innovazione nel settore militare. È il primo vero risultato della Bussola strategica. A margine del vertice c’è stato anche l’incontro tra Guerini e Breton sull’importanza di mantenere attiva la cooperazione euro-atlantica anche nel comparto dell’industria per la Difesa

L’Unione europea creerà un polo per l’innovazione della Difesa comune. Ad annunciarlo l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Josep Borrell, a margine del Consiglio Affari esteri, che ha riunito i ministri della Difesa dei 27 Paesi europei a Bruxelles. “Attraverso la Bussola strategica abbiamo creato l’hub per l’innovazione della Difesa europea. Con questo strumento vogliamo facilitare la cooperazione degli Stati membri per promuovere l’innovazione nel settore militare” ha detto Borrell, ricordando come sia “il primo vero risultato della Bussola strategica”. Il vertice di oggi è servito anche ad effettuare l’analisi dei gap nella Difesa europea, da presentare alla Commissione. Sempre secondo l’Alto rappresentante , almeno “cinquantuno delle misure previste dalla Bussola strategica devono essere implementate quest’anno”.

Spendere insieme e meglio

Secondo quanto registrato ancora dall’Alto rappresentante, “nella comunità europea sembra esserci la disponibilità a spendere di più nella difesa, è giunto il momento di spendere insieme, la migliore strategia per spendere meglio”. Secondo Borrell, il rischio è quello di sprecare importanti risorse, moltiplicando gli errori senza raggiungere gli obiettivi necessari a garantire una vera dimensione di sicurezza al Vecchio continente. “C’è un divario fra quello che abbiamo e quello che dovremmo avere, dobbiamo riempire i nostri depositi militari e rafforzare e modernizzare le nostre capacità”. Sicuramente la guerra in Ucraina ha aiutato nel cambiare la percezione dei Paesi europei, che adesso si trovano a fare i conti con i decenni passati in direzione della smilitarizzazione. “Ci troviamo a dover recuperare dopo lo scoppio di una crisi militare – ha ammonito Borrell – è un grosso impegno, ma anche un’occasione importante per la nostra industria di Difesa”.

La posizione dell’Italia

Sul tema è intervenuto anche il ministro della Difesa italiano, Lorenzo Guerini, che ha ricordato come “Attuare rapidamente la Bussola Strategica è una priorità politica per l’Unione europea”. A margine del Consiglio, inoltre, il ministro Guerini ha incontrato il commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, con il quale ha ulteriormente approfondito il tema dello sviluppo della cooperazione europea nel comparto dell’industria per la Difesa. “È di fondamentale importanza che l’Unione consolidi la propria autonomia nei settori industriali strategici, incentivando i programmi di cooperazione, ed evitando frammentazioni e duplicazioni dei progetti” ha detto il ministro, che tuttavia ha sottolineato come l’esigenza dell’Ue di ridurre le dipendenze strategiche debba essere “contemperata con l’esigenza di preservare la cooperazione con i principali alleati, anche in un’ottica euro-atlantica”. Il rischio, infatti, è che l’accelerazione impressa, resa necessaria dalle circostanze, possa risultare in disattenzioni ed errori. Dal canto suo, è necessario che il nostro Paese ponga estrema attenzione alle evoluzioni in sede europea. “L’Italia” ha affermato ancora Guerini “proseguirà nel garantire il contributo del suo apparato produttivo di settore al processo di integrazione e di crescita in atto”.

Altri 500 milioni per Kiev

I ministri della Difesa europei, inoltre, hanno discusso anche della situazione in Ucraina, ribadendo la volontà dell’Unione di sostenere gli sforzi di Kiev nel conflitto. “Siamo in una situazione critica – ha detto l’Alto rappresentante – perché la guerra è a un punto di svolta, e non possiamo lasciare gli ucraini senza equipaggiamenti, non lo faremo”. Ha poi ricordato la decisione assunta dai ministri degli Esteri dell’Ue di stanziare altri 500 milioni di euro per la fornitura di armi all’Ucraina. L’Unione europea porta così a due miliardi di euro il sostegno complessivo fornito al Paese: “Certamente, gli Stati membri hanno risorse sufficienti per continuare a sostenere l’esercito ucraino” ha detto ancora Borrell. Indicativo il fatto che alla riunione abbia partecipato anche il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov.

Il supporto Ue all’allargamento della Nato

Il Consiglio ha anche espresso il “pieno supporto dell’Ue” all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, e un segnale importante di questo sostegno arriva dalla partecipazione al vertice del vice segretario generale della Nato, Mircea Geoana. Per Borrell, “questo rafforzerà e aumenterà la cooperazione e la sicurezza in Europa, speriamo che la loro adesione avvenga presto”. L’Alto rappresentante ha anche sottolineato come l’ingresso dei due Paesi rappresenti “il contrario di quello che Putin voleva ottenere; voleva stoppare lo sviluppo della Nato ai confini della Russia, sta accadendo l’opposto”. Borrell è anche intervenuto sulle posizioni incerte espresse dalla Turchia: “Sono sicuro che il Consiglio Atlantico supporterà il più possibile l’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato; la Turchia ha avanzato qualche obiezione ma la Nato sarà in grado di superarle”.

Preoccupazioni dal quadrante sud

Dal vertice è emersa anche la preoccupazione dell’Unione europea su altri scenari di instabilità, in particolare per quanto riguarda il quadrante del Nord Africa e del Sahel. Il particolare l’Ue sta seguendo con attenzione la situazione in Libia, dove ci sono “due governi e nessuna elezione, invece di elezioni e un solo governo”, come sintetizzato da Borrell. Il timore è che questi due governi arrivino a scontrarsi in una escalation di violenza. Altra decisione assunta dal Consiglio è stata la sospensione delle attività di addestramento delle forze armate e della guardia nazionale del Mali e della consegna di armi che era in corso nell’ambito dell’European peace facility. “Le autorità di transizione non ci hanno dato garanzie sulla non interferenza dei mercenari russi – ha spiegato Borrell – ma questo non significa che stiamo lasciando il Sahel, al contrario: dobbiamo fare di più e meglio”.



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