La guerra in Ucraina ha dimostrato la necessità per l’Europa di dotarsi di forze armate in grado di difendere il proprio territorio e i cittadini, e di conseguenza di un settore industriale della Difesa in grado di fornire le attrezzature necessarie. A scriverlo sulle colonne di Euractiv Alessandro Profumo e Jan Pie, rispettivamente presidente e segretario generale di Asd Europe
L’Europa deve diventare un provider efficace di difesa e sicurezza, assumendosi la responsabilità di proteggere i propri cittadini da uno scenario globale sempre più conflittuale, come dimostrato anche dall’invasione russa dell’Ucraina. Parola di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo e presidente dell’Associazione delle industrie europee dell’aerospazio, sicurezza e difesa (Asd Europe), e Jan Pie, segretario generale di Asd Europe, che insieme hanno lanciato il loro appello per un’Europa della difesa in un articolo pubblicato su Euractiv. “L’Europa – si legge nell’articolo – deve essere nuovamente preparata a conflitti su larga scala e pronta ad agire: si tratta di una grande sfida ai nostri governi, alle forze armate e all’industria”.
Nuovi passi incoraggianti
Secondo Profumo e Pie, “passi incoraggianti nella giusta direzione” sono stati presi dalla Commissione la settimana scorsa, dopo aver presentato le sue iniziative per rafforzare la base industriale del continente, definita European defence technological and industrial base (Edtib). “A marzo, poco dopo l’inizio dell’invasione, i capi di Stato e di governo dell’Ue si sono riuniti a Versailles per discutere come rispondere alla minaccia che l’invasione dell’Ucraina rappresenta per la sicurezza europea. In quell’occasione, la Commissione europea è stata incaricata di valutare lo stato degli investimenti europei nel settore della difesa e di proporre iniziative”. Questi sforzi sono stati accolti “con favore” dall’Asd “in quanto riconoscono l’importanza strategica dell’Edtib e dimostrano la capacità dell’Unione di rispondere rapidamente a cambiamenti geopolitici di tale entità”.
Il potenziamento passa per gli investimenti
Di fronte allo scenario sempre più competitivo, continua l’articolo dei manager, diventa necessario avere “forze armate in grado di difendere le nostre nazioni, e un’industria in grado di fornire a queste forze le attrezzature necessarie. Tutto questo passa attraverso gli investimenti”. Per questo l’Associazione presieduta da Profumo ha registrato molto positivamente “l’intenzione degli Stati membri di aumentare gli investimenti nella difesa”. Questo processo, tuttavia, deve mirare a “rafforzare la cooperazione europea in materia di difesa” ed evitare di ricadere in una corsa solitaria a livello nazionale. “La cooperazione europea è impegnativa, ma indispensabile. Dobbiamo cooperare di più e rendere la nostra cooperazione più efficiente ed efficace”.
Le quattro funzioni dell’industria della Difesa
Nell’articolo, inoltre, i due dirigenti di Asd Europe, indicano quelli che sono i quattro punti sui quali l’industria europea della Difesa dovrebbe impegnarsi: “Fornire in ogni momento e in ogni circostanza gli equipaggiamenti richiesti e i relativi servizi (manutenzione, riparazione e revisione); migliorare le tecnologie chiave per la difesa e le loro applicazioni e sviluppare nuove versioni migliorate e le prossime generazioni di tali tecnologie; reagire alle nuove tendenze tecnologiche e alle scoperte dei concorrenti e dei potenziali avversari; e, infine, sfidare i concorrenti e i potenziali avversari sviluppando concetti innovativi e tecnologie dirompenti”. Per Profumo e Pie, quanto più l’industria europea della difesa sarà in grado di svolgere queste quattro funzioni in modo efficiente in termini di costi e di competitività, “tanto più è affidabile e adatta al futuro”.
Serve la volontà politica
Alessandro Profumo era anche intervenuto, sui programmi europei per la Difesa, in occasione del “Forum in masseria”, a Manduria, un confronto dedicato alle implicazioni del Pnrr: “Si può e si deve assolutamente migliorare. In Europa, abbiamo alcuni grandi programmi congiunti, ma si possono fare ancora dei grandi passi in avanti, perché spendiamo male i soldi dei cittadini”. Come ricordato dall’ad di Leonardo, “in Europa abbiamo 17 diversi programmi per mezzi blindati, negli Stati Uniti ne hanno solo tre. Se andassimo a consolidare queste piattaforme, spenderemmo meno e meglio”. Per questo, secondo il manager, è necessario costruire un percorso che porti a mettere a fattore comune queste iniziative: “L’Unione europea si sta muovendo in modo intenso, ma ci vuole anche una volontà politica perché ci deve essere una cessione di sovranità. È un percorso che si sta facendo e la guerra in Ucraina lo sta accelerando”.