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Lacrime e minacce. Furia russa contro il governo Draghi

Dopo le minacce contro la “moralità dei singoli rappresentanti” delle istituzioni italiane, la diplomazia russa si scaglia ancora una volta contro la “russofobia” del governo Draghi. Una lista di accuse mette nel mirino l’Italia, dalle banche alla Pa

Dalle minacce alla morale. L’Italia toglie il sonno alla diplomazia russa. Il ministero degli Esteri guidato da Sergei Lavrov è tornato a bacchettare il governo italiano. Un “rapporto” dei diplomatici russi, rilanciato dai canali social dell’ambasciata a Roma, racconta le presunte “violazioni dei cittadini russi” all’estero e in particolare nello Stivale.

Il documento è un lungo cahier de doleances di cui si accusa il governo Draghi, colpevole di aver favorito “la crescita dei sentimenti russofobi nella società italiana”. La causa dei sospetti casi di discriminazione, spiega l’ambasciata, non è l’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin ma “il lancio da parte della Federazione Russa di un’operazione militare speciale per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina e proteggere la popolazione civile del Donbas”.

Nell’elenco di accuse c’è di tutto. Finisce nel mirino il sindaco di Milano Beppe Sala per l’allontanamento del direttore d’orchestra Valery Gergiev, amico personale di Putin e rimasto in silenzio sulla guerra. Ma anche le banche italiane nei cui uffici si sarebbero verificati “rifiuti di lavorare con cittadini russi”, in particolare in “Unicredit, Banco Posta, Bnl e Intesa San Paolo”, recita il post delle feluche russe.

Vodafone Italia viene citata per essersi rifiutata di “collegare un nuovo numero a un contratto di servizio già esistente o di stipulare un nuovo contratto di servizio individuale” nella sede della Fao a Roma. Tra i capi d’accusa, la censura – peraltro decisa all’unanimità dall’Ue – dei media nazionali (governativi) russi, da Sputnik a RT, che secondo Mosca è causa di una “mancanza di informazioni obiettive sulla politica e sulle azioni della Russia nel quadro dell’operazione militare speciale” e il segno di “un’aperta campagna anti-russa nei media italiani”. “Questo approccio parziale – conclude il “rapporto” – ha un’influenza chiave sull’atteggiamento degli italiani nei confronti dei cittadini russi che vivono in Italia, così come degli immigrati di lingua russa dall’ex Unione Sovietica”.

Il j’accuse arriva a un giorno da un altro attacco frontale al governo italiano. Venerdì, con un post diffuso sul social russo VKontakte, il ministero di Lavrov ha recapitato un messaggio dai toni minatori alla politica italiana. Scagliandosi contro la puntata di Report del 9 maggio, in cui la trasmissione su Rai 3 ha ricostruito la controversa vicenda della spedizione di medici e militari russi a Bergamo nel maggio 2020, in piena pandemia – l’ambasciata ha parlato di “una linea d’azione e servile e miope” del governo italiano che “non solo danneggia le relazioni bilaterali, ma dimostra anche il carattere morale dei singoli rappresentanti delle autorità ufficiali dell’Italia e dei suoi media”.

Il riferimento al “carattere morale” dei “singoli” politici italiani è al centro di un acceso dibattito in queste ore: è un avvertimento, una minaccia? L’intelligence russa ha informazioni sulle abitudini “morali” di una parte della politica italiana? Domande che per il momento rimangono senza risposta. Di certo l’escalation retorica di Mosca segnala un crescendo di tensioni con Roma. Prima delle parole la diplomazia russa è passata ai fatti: come spiegato su Formiche.net, l’ondata di espulsioni diplomatiche che ha colpito la missione italiana a Mosca è stata una punizione molto più che sproporzionata.


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