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La Nato non dimentichi il fianco sud. La linea di Guerini in vista di Madrid

Al prossimo vertice della Nato, l’Italia sosterrà il potenziamento dell’architettura di deterrenza alleata sul fianco est, ma spingerà anche per mantenere alta l’attenzione sul fianco meridionale, un’area di instabilità che continua a essere un fattore di insicurezza per tutto il continente europeo. A dichiararlo il ministro della Difesa, Guerini a margine di un incontro con l’omologo estone, Kalle Laanet

Bisogna continuare a potenziare le difese a oriente, ma senza dimenticare il fianco meridionale dell’Alleanza Atlantica. A dirlo il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, a margine dell’incontro avuto con l’omologo estone, Kalle Laanet. “Nell’imminente summit Nato a Madrid l’Italia supporterà il rafforzamento del fianco est dell’Alleanza, mantenendo alta l’attenzione sul fianco sud”, ha detto il ministro, ricordando anche come “l’attuale situazione internazionale e il ritorno della guerra sul continente europeo ci impongono di rafforzare l’architettura di sicurezza”.

Il ruolo dell’Italia sul fianco est

L’Italia, del resto, è già impegnata in prima linea all’architettura di protezione e deterrenza attuata dall’Alleanza Atlantica per rafforzare i Paesi del fianco est. Al momento è schierata in Lettonia una componente terrestre composta principalmente da Alpini nel Task group “Latvia”. L’Aeronautica militare è invece impegnata nelle operazioni di Air policing in Islanda e Romania, mentre le unità della Marina militare pattugliano il Mediterraneo orientale. Inoltre, come annunciato da Guerini, il nostro Paese ha intenzione di rafforzare i suoi sforzi con “gli impegni nazionali in Ungheria e in Bulgaria, dove verranno ospitate due enhanced Vigilance activity”. Per quanto riguarda la missione bulgara, Sofia ha “ha accolto l’offerta italiana di assumere il ruolo di framework Nation nell’ambito del dispositivo”, che adesso attende l’approvazione del Consiglio dei ministri e del Parlamento.

Attenzione al Mediterraneo

Questo rafforzamento, però, non dovrà andare a detrimento di altri settori altrettanto importanti per la difesa e la sicurezza del Vecchio continente. “L’attuale irrobustimento della postura di deterrenza e difesa è risultato efficace per non far degenerare il conflitto con possibili allargamenti ad altri Paesi” ha affermato il ministro, ribadendo il suo supporto a un ulteriore potenziamento nel medio-lungo periodo. “Tuttavia – ha ammonito Guerini – riteniamo che la postura Nato debba mantenersi flessibile per garantire di poter fronteggiare con successo le differenti minacce provenienti da altri quadranti”, primo fra tutti quello mediterraneo. La presenza di attori esterni nel bacino e nell’area africana e mediorientale continua a rappresentare una minaccia per il continente europeo. Anche il ministro Laanet ha condiviso tale necessità di non abbandonare il quadrante: “è nota l’attenzione che da sempre l’Italia rivolge al fianco sud dell’Alleanza, area sensibile per la sicurezza dell’intera Europa”.

Il sostegno all’Ucraina

Al centro del colloquio tra i due ministri, naturalmente, la pressione che la Russia sta esercitando su tutto lo spazio euro-atlantico a seguito dell’invasione dell’Ucraina, particolarmente percepita nel Paese baltico che condivide con Mosca circa metà dei propri confini terrestri. Per Guerini è necessario “continuare a sostenere l’Ucraina, così come abbiamo fatto e continueremo a fare, insieme agli altri Paesi europei e alla comunità internazionale”. Per il ministro, bisognerà anche “lavorare per promuovere ogni strumento diplomatico che contribuisca far cessare le ostilità e avviare seri colloqui di pace”

La Difesa europea

Durante l’incontro i due ministri hanno affrontato anche il tema del rafforzamento dell’Europa della Difesa, concordando sulla necessità che questa si configuri quale pilastro europeo della Nato. “L’approvazione della Bussola strategica – ha affermato Guerini – ha segnato un importante primo passo, ma ancora più importante è l’implementazione delle azioni previste”. Secondo il ministro, la priorità per l’Italia è dotare l’Unione europea di una capacità per poter operare anche in autonomia. Fondamentale in questo senso sarà l’istituzione di una credibile capacità di dispiegamento rapido, a cui dovranno essere associate le necessarie capacità di comando e controllo, oltre che il potenziamento di tutti i domini operativi (terrestre, marittimo, aereo, spaziale e cibernetico).

Aumentare la partnership industriale

Fondamentale risulterà anche il potenziamento della cooperazione industriale nello sviluppo capacitivo, con un focus in particolare su quegli abilitanti strategici, che sono stati identificati tra i principali ritardi della Difesa europea. “In tal senso – ha affermato il ministro – l’Italia si è recentemente espressa sul Defence investment gaps analysis, presentato congiuntamente dalla Commissione e dall’Alto rappresentante, nel quale sosteniamo fermamente la necessità di rendere efficiente la spesa e ottimizzare il Procurement”. In questo ambito, ha concluso il ministro: “riteniamo fondamentale che gli Stati membri possano definire le loro priorità, nell’alveo delle criticità identificate dall’Agenzia europea di Difesa”.



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