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Dove (non) si fermerà Mosca. Parla il consigliere di Putin

Intervista a Sergey Karaganov, fondatore del Valdai Club e consigliere per la politica estera del Cremlino. Putin? Ha ragione, si apre un nuovo mondo, la Cina ci sosterrà fino alla fine. In Ucraina finché il Donbass non è preso, ma c’è chi a Mosca vuole arrivare a Kiev. Salvini e i mediatori? Ora risolviamo le cose sul campo din battaglia

I toni profetici e a tratti apocalittici con cui Vladimir Putin ha parlato della guerra russa in Ucraina dal forum di San Pietroburgo, la promessa di un “nuovo mondo”, tradiscono la retorica di un’ “operazione speciale” nel Donbass. La guerra è piuttosto la prima puntata di una sfida epocale della Russia all’Occidente, conferma a Formiche.net Sergei Karaganov, consigliere per la politica estera di Putin, fondatore del Valdai Club e tra i più noti politologi a Mosca.

Putin promette che la Russia non andrà indietro. Il Paese però sembra remare verso l’autarchia. E la platea di San Pietroburgo è stata disertata da buona parte della comunità internazionale.

La mia impressione è che l’isolamento non durerà in futuro. Certo, manterremo misure di protezionismo e adegueremo l’economia nazionale ai tempi che corrono. Dopotutto interdipendenza spesso significa vulnerabilità. Noi non vogliamo isolarci e non lo faremo.

Per il presidente russo il mondo unipolare è finito. Lei ne è convinto?

Credo sia finito da tempo, almeno dieci o quindici anni. Sono ottimista: nel giro di dieci anni al massimo l’Europa si renderò conto che il mondo in cui viveva è finito.

E quale mondo si apre ora?

Oggi il mondo entra in una fase di caos e anarchia. Domani, quando gli Stati Uniti e l’Europa si adatteranno a un nuovo ordine internazionale, più libero ideologicamente e politicamente, spero sia un mondo in pace, cui i russi vorranno contribuire.

Intanto però c’è la guerra, scatenata dalla Russia sull’Ucraina. Che sta consegnando il conto a Mosca.

Nel breve periodo il conto sarà alto, era inevitabile. Avevamo capito che il mondo stava viaggiando verso la guerra e non parlo solo dell’Ucraina. Parlo dell’incapacità delle élites occidentali di adattarsi a un nuovo mondo, l’insistenza nel rimandare ciò che non si poteva rimandare.

Nel nuovo mondo la Russia dipenderà dalla Cina. Finora però, parole a parte, Pechino non ha preso una posizione netta a difesa dell’invasione.

Questo è quel che leggete sui giornali occidentali. Noi sappiamo i fatti: la Cina sta aiutando e continuerà ad aiutare la Russia perché capisce fin troppo bene che se la Russia perde, la Cina diventa molto più vulnerabile. La Russia sta vincendo la guerra.

Di che guerra parla? La presa di Kiev e il ribaltamento del governo ucraino non hanno funzionato. Nel Donbass si combatte ancora.

La Russia sta vincendo la sua “operazione speciale”. Durante il conflitto gli obiettivi sono cambiati più volte, non c’è dubbio. Oggi il nostro primo obiettivo è liberare l’Ucraina orientale dai “fascisti” di Kiev.

Il primo obiettivo, conquistare l’intera Ucraina, è fallito. Putin vuole riprovarci?

Personalmente la ritengo una missione troppo costosa. A Mosca ci sono visioni diverse sulla questione. Di fronte all’abisso dell’armata ucraina finanziata e potenziata dall’Occidente, c’è chi sostiene che dovremmo arrivare a Kiev. Io spero in un’operazione più breve e meno dispendiosa in termini di vite umane.

Odessa è un obiettivo per Putin?

Non sono uno stratega militare, per fortuna. Per quanto ci riguarda, Odessa è stata sempre una città russa. Come Putin ha detto, l’Ucraina è stata data via dalla dirigenza comunista.

L’Ucraina è diventata indipendente con un accordo internazionale. E l’invasione russa sta violando qualsiasi norma del diritto internazionale.

Purtroppo del diritto internazionale è rimasto poco in piedi negli ultimi vent’anni. Abbiamo assistito alla distruzione della Jugoslavia da parte della Nato, all’invasione dell’Iraq, ai bombardamenti in Libia. Ad oggi viviamo in un mondo senza regole.

Cosa pensa della reazione europea e italiana alla guerra?

Ho grande rispetto della cultura e della storia europea. L’Europa sta attraversando tempi difficili. Spero si rialzi dall’attuale stato di degrado morale e politico e torni alla sua grandezza e che lo faccia anche l’Italia.

In Italia c’è chi vuole parlare con Putin. Il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva preparato una missione a Mosca. Putin vuole parlarci?

Tutti vogliamo mitigare le acque. Ma dovete capire che ora non c’è spazio per i negoziati. Purtroppo dobbiamo prima risolvere le cose sul campo di battaglia.


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