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Nell’Indo-Pacifico la sfida della Nato è l’autoritarismo. Parla Hooker

Con il nuovo Strategic concept approvato a fine giugno a Madrid, la Nato ha delineato quello che è l’ambiente di sicurezza che si trova a dover affrontare, dalla minaccia russa a Oriente, alle instabilità sistemiche del Fianco Sud, fino alla crescente sfida di Pechino. L’intervista di Airpress a Richard Hooker, senior fellow dell’Atlantic Council

Al vertice di Madrid di fine giugno, i Paesi dell’Alleanza Atlantica hanno approvato il nuovo Strategic concept della Nato, il documento nel quale vengono tracciate le linee-guida che indirizzeranno l’agire dell’Alleanza nel prossimo decennio. Nel documento, la Nato ha descritto l’ambiente di sicurezza che l’Alleanza si trova a dover affrontare, ha riaffermato i suoi valori ed enunciato i propri scopi principali: deterrenza e difesa collettiva, prevenzione e gestione delle crisi e sicurezza cooperativa. Il nuovo testo ha anche definito la Russia come la “minaccia più significativa” alla sicurezza Nato, mentre affronta per la prima volta le sfide che Pechino pone alla “sicurezza, gli interessi e i valori degli Alleati”. Il summit è stata anche l’occasione per la Nato di confrontarsi con i Paesi partner dell’Indo-Pacifico e del Medio Oriente, oltre che avviare ufficialmente il processo di adesione di Svezia e Finlandia all’Alleanza. Per cercare di comprendere in profondità le novità rappresentate dallo Strategic concept 2022, Airpress ha intervistato Richard Hooker, senior fellow dell’Atlantic Council.

L’allargamento a nord della Nato, con la possibile adesione di Finlandia e Svezia, rischia di lasciare in secondo piano il fianco sud dell’Alleanza? E in caso come si potrebbe evitare?

L’aggressione della Federazione russa appena al di là della frontiera orientale dello spazio euro-atlantico richiede, naturalmente, un’attenzione prioritaria da parte dell’Alleanza Atlantica. Tuttavia la Nato ha degli elementi di forza che la rendono assolutamente capace di affrontare diverse sfide allo stesso tempo, e presidiare tutti i suoi confini contemporaneamente. Questi elementi sono un Prodotto interno lordo di circa quarantamila miliardi di dollari, e l’avere a disposizione gran parte del potenziale militare mondiale.

Quali sono le altre sfide di immediato interesse per l’Alleanza?

Naturalmente la Nato si ritrova ad affrontare diverse sfide che mettono a rischio la sicurezza euro-atlantica, nonostante la minaccia russa sia certamente la priorità attuale. Tra le sfide più urgenti si registra sicuramente l’ascesa della Repubblica Popolare Cinese, e l’influenza che Pechino sta ricercando sullo scenario internazionale. Le altre sfide arrivano dalle migrazioni di massa e dal terrorismo, oltre che dalle sfide globali del cambiamento climatico, delle pandemie e della generale instabilità economica.

Quali misure potrebbe adottare la Nato con il nuovo Concetto strategico nei confronti della Cina?

La Nato, insieme all’Unione europea, devono lavorare insieme per limitare la penetrazione commerciale, economica e di Intelligence cinese nello spazio transatlantico, una minaccia diretta all’intera sicurezza collettiva. In questa sfida saranno fondamentali il lavoro della diplomazia e il mantenimento del dominio nel campo dell’informazione. Dobbiamo registrare che l’autoritarismo è in crescita, ed è una questione che deve essere affrontata anche all’interno dell’Alleanza Atlantica. Questa è la vera sfida che dovrà vedere impegnata la Nato nel quadrante dell’Indo-Pacifico, un compito più credibile rispetto a un eventuale coinvolgimento militare Nato in Asia, scenario che ritengo ancora improbabile.

L’evento dalla Nato defence college foundation

Di tutto questo, Richard Hooker ne ha parlato anche nel corso dell’evento “A relevant Alliance in a changing world” organizzato a Roma dalla Nato defence college foundation (Ndcf) in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo e il Nato defence college. Durante l’occasione il senior fellow dell’Atlantic Council aveva anche ricordato come: “La Cina è uno Stato autoritario che vuole legittimare il suo sistema di governo, e altri leader autoritari al mondo vogliono mettersi sul treno della Cina che rappresenta una minaccia molto grave e seria ai valori democratici dell’Occidente”. L’iniziativa è stata l’occasione per affrontare diversi altri temi, come spiegato anche dall’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, presidente della Ndcf e già vice-segretario generale della Nato: “Dobbiamo considerare la sicurezza internazionale a 360 gradi perché la sicurezza globale deve essere affrontata in tutte le direzioni”. Tra i temi affrontati, il legame complementare tra Nato e Ue, la posizione dell’Italia, le nuove priorità dell’Alleanza alla luce dello Strategic concept, e i diversi teatri di instabilità, dal terrorismo alla sicurezza alimentare.



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