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Così lo spazio aiuta le foreste. Il progetto Esa con Fincantieri

La controllata di Fincantieri, Ids, ha testato con successo la nuova antenna nell’ambito della missione Biomass dell’Esa, volta a monitorare e approfondire il ruolo delle foreste nel delicato ecosistema terrestre e, in particolare, all’interno del ciclo del carbonio

Ci sarà anche l’Italia nella missione europea che vuole studiare le foreste dallo spazio. Fincantieri NexTech, attraverso la sua controllata Ingegneria dei sistemi (Ids), in sinergia con C-Core, è stata selezionata per contribuire a una missione dell’Agenzia spaziale europea (Esa) dedicata ai polmoni verdi della Terra. Ids è una società di ingegneria specializzata nella ricerca di prodotti nei settori dei sistemi robotici, dei radar, dell’elettromagnetismo e delle comunicazioni satellitari, da impiegare per applicazioni molto diverse che vanno da quelle civili a quelle militari. Grazie a questa sua esperienza, Ids è stata scelta per sviluppare e installare il Biomass calibration transponder (Bct) in banda P a New-Norcia, in Australia, e il test della nuova antenna è stato un successo. L’iniziativa rientra nel quadro del contratto assegnato dall’Esa ad Airbus defence and space per la costruzione del satellite Biomass per la sua prossima missione Earth explorer, destinata al monitoraggio e alla salvaguardia delle foreste.

Funzionamento del trasponder

Addentrandosi negli aspetti più tecnici, il trasponder di calibrazione riceverà i segnali dal satellite e trasmetterà un segnale di riferimento per garantire l’accurata calibrazione del primo radar spaziale ad apertura sintetica in banda P. Così si potranno fornire mappe molto accurate della biomassa delle foreste dai tropici alle zone più temperate, fino a quelle più fredde e boreali. Il risultato ottenuto risulterà essere superiore alle mappe ottenibili da terra con le normali tecniche di misurazione. L’antenna Bct di Ids ha grandi dimensioni (circa cinque metri di diametro) ma un peso ridotto (600 chili), tale caratteristica ha aumentato notevolmente le sfide nel soddisfare gli impegnativi requisiti di radio frequenza pur mantenendo una produzione accurata, modularità, affidabilità e manovrabilità.

La missione Esa

La missione Biomass, selezionata come settima Earth Explorer dell’Esa nel maggio 2013, utilizzerà un radar ad apertura sintetica in banda P e una nuova tecnica di misurazione per fornire dallo spazio informazioni completamente nuove sulle foreste e su come stanno cambiando nel corso del tempo. Il monitoraggio della biosfera forestale non comprende solo il tronco dell’albero, ma anche la corteccia, i rami e le foglie; tutti questi dati permetteranno una migliore comprensione dello stato delle foreste e del loro ruolo nel ciclo del carbonio. Non solo, il satellite Biomass – progettato e costruito da un consorzio di oltre 50 società, con Airbus Uk a svolgere il ruolo di appaltatore principale – fornirà anche un supporto essenziale alle Nazioni Unite in merito alla riduzione delle emissioni dovute alla deforestazione e al degrado forestale. La missione secondo le previsioni verrà lanciata nel 2023 su un razzo Vega dallo spazioporto europeo di Kourou, in Guyana francese, e dovrebbe durare circa cinque anni.

L’importanza delle foreste

La sopravvivenza delle foreste è messa in pericolo dal cambiamento climatico e dagli effetti distruttivi di una deforestazione crescente, minando così la funzione naturale dei polmoni terrestri: le foreste distribuite su tutto il suolo terrestre sono in grado infatti di assorbire circa otto giga-tonnellate all’anno di anidride carbonica dall’atmosfera. Mancando sempre più biomassa forestale, aumenta sempre più il rilascio nell’atmosfera di gran parte di questa CO2, contribuendo all’aggravamento del cambiamento climatico in un circolo vizioso. I dati che si otterranno dalla missione Biomass ridurranno le principali incertezze nei calcoli degli stock e dei flussi di carbonio sulla Terra, compresi i flussi di carbonio associati al cambiamento dell’uso del suolo, al degrado forestale e alla ricrescita delle foreste.

La mappatura della biomassa forestale dallo spazio rappresenta inoltre un’enorme sfida tecnica, dal momento che le foreste sono strutture complesse formate da specie di alberi diversissime tra loro con chiome che spesso le rendono difficili da misurare dallo spazio. Inoltre, le regioni tropicali sono normalmente coperte da nuvole che limitano l’uso di sensori ottici ma Biomass grazie al suo radar riuscirà a penetrare lo stesso attraverso la copertura nuvolosa, consentendo di stimare la biomassa effettiva degli alberi. Le osservazioni ottenute dalla missione europea permetteranno anche di aumentare la conoscenza umana sia in merito alla perdita degli habitat, e il conseguente impatto sulla biodiversità, sia sulla geologia del sottosuolo.

(Foto: ESA-SJM Photography)

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