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Trump contro Musk. Oltre il free speech, l’insulto libero

Trump-Musk (credit: Truth)

Prima erano scambi affettuosi, ora il fondatore di Tesla dice all’ex presidente di “appendere il cappello al chiodo e camminare verso il tramonto”. Trump festeggia il suo flop con Twitter, e lo accusa di fare auto che si schiantano, batterie che durano poco e razzi che non vanno da nessuna parte (e solo grazie a sussidi pubblici)

Chi pensava a un Donald Trump di nuovo su Twitter con l’arrivo di Elon Musk alla guida del social network, si sbagliava di grosso. In primo luogo, perché (nel momento in cui si scrive) Musk non vuole più diventare il proprietario di Twitter, a meno che la società non lo costringa in tribunale a onorare l’accordo a cifre ormai fuori mercato. In secondo piano, ma non meno importante, poiché proprio la decisione dell’imprenditore sudafricano di mandare all’aria la trattativa ha fatto sì che The Donald lo definisse “un artista di ca***te”. Lo ha dichiarato durante un suo comizio in Alaska – lo stesso in cui ha affermato che “lo scenario peggiore” per l’innalzamento degli oceani è che “avremo un po’ più di proprietà vista mare” – aprendo così una polemica sfociata in un vero e proprio scontro.

“Non odio l’uomo, ma è arrivato il momento per Trump di attaccare il cappello al chiodo e dirigersi verso il tramonto”, gli ha risposto leggermente piccato Musk. “Vogliamo davvero un toro in un negozio di porcellana ogni singolo giorno? Inoltre”, ha continuato, “penso che l’età massima legale per l’inizio del mandato presidenziale dovrebbe essere 69 anni”. La scelta dell’età non è casuale, visto che Trump, quando è stato eletto, aveva un anno in più del limite fissato da Musk. Che ha colto l’occasione anche per invitare i democratici a smetterla di attaccare il tycoon sui fatti di Capitol Hill, spingendolo a lottare: “l’unico modo per Trump di sopravvivere è riconquistare la presidenza”. Anche perché, ha insistito il patron di Tesla con un post poi cancellato, “avrebbe 82 anni alla fine del mandato” e non avrebbe chance contro il governatore della Florida Ron De Santis (visto da molti come il nuovo Trump) che contro Joe Biden “vincerebbe facilmente” senza “bisogno di fare campagna elettorale”. E, aggiungiamo noi, con ogni probabilità l’ex presidente degli Stati Uniti non potrà contare sul voto del proprietario di Space-X.

A differenza di quanto credevano tutti. “Mi ha detto che ha votato per me”, aveva affermato Trump sabato. La sua dichiarazione è stata ripresa e pubblicata sui social, con il video che non è sfuggito a Musk che, con tono lapidario, ha commentato: “Non è vero”. O meglio, che abbia votato repubblicano è vero, ma non per dare la sua preferenza al miliardario di Manhattan. Il suo primo e unico voto per i conservatori, così come ha dichiarato Musk, è andato a Mayra Flores, candidata in Texas per un seggio alla Camera, poi conquistato.

Si sa, dentro l’urna c’è solo una persona che in grado di vedere (nel caso in cui l’elettore professi una fede religiosa) e pertanto non potremmo mai sapere chi sta dichiarando il falso. Quel che sappiamo però è che Musk, su sua stessa ammissione, non vota più per i dem e che un tempo, con Trump, sembrava essersi instaurato davvero un bel rapporto. Tanto che, quando aveva lanciato la sua offerta di acquisizione a inizio aprile, l’uomo più ricco al mondo aveva definito “stupida” la decisione di Twitter di chiudere il profilo all’ex presidente dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021. Se avesse voluto, insomma, le porte del suo social network si sarebbero subito riaperte.

Il problema sta nel fatto che sembra essere proprio stesso Trump a non voler tornare. Già in questo articolo avevamo provato a spiegare alcune motivazioni che lasciavano pensare come un suo coming back non fosse affatto conveniente, ad iniziare dalla circostanza che il 45esimo presidente degli Stati Uniti ha già aperto una sua piattaforma dove chiunque può dire la propria senza filtri. Su Truth, Trump ha infatti investito soldi e tempo nella sua app e, forse, anche per questo ha visto in Musk un concorrente da eliminare.

Ha tentato di farlo proprio con un post sul suo profilo Truth, prima festeggiando la mancata chiusura della trattativa tra Twitter e Musk (“L’affare è morto, viva la libertà!”) e poi prendendolo in giro affermando: “Elon non comprerà Twitter: e chi lo ha detto per primo? Io! Ora dovrebbe concentrarsi su come uscire dal pasticcio, perché potrebbe dover pagare 44 miliardi che forse non ha valore”. Musk, in risposta, ci ha riso su postando una classica gif di Abe Simpsons, il nonno del celebre cartone, mentre impreca e la scritta “Lmaooo”, acronimo che sta per “Laughing my ass off” (simile al nostro “ridere di gusto”).

Da ultimo, Trump lo ha anche sbeffeggiato non solo per i pochi risultati che Musk avrebbe ottenuto senza di lui, ma lo ha anche pubblicamente messo in ridicolo definendolo un uomo senza spina dorsale.  “Quando è venuto da me alla Casa Bianca chiedendomi aiuti per tutti i suoi piccoli progetti”, si legge sul profilo Truth di Trump, “sia che si trattasse di veicoli elettrici che non viaggiano abbastanza a lungo, di auto senza conducente che si schiantano, di razzi verso il nulla, i quali senza le sovvenzioni statali non avrebbero alcun valore, e raccontandomi di quanto fosse un fan di Trump e dei repubblicani, avrei potuto dirgli ‘inginocchiati e implorami’ e lo avrebbe fatto”. Sotto la scritta, una foto che ha immortalato quel momento, con i due sorridenti e in piena sintonia.

Sorrisi che appartengono a un tempo ormai lontano. Come lontani sono gli apprezzamenti che si facevano a vicenda, con Trump che paragonava Musk a un genio al pari di Thomas Edison, mentre Musk lo ringraziava apertamente per aver permesso ai suoi stabilimenti Tesla di riaprire in California, nonostante il Covid-19 e le restrizioni. Ora invece è guerra (social) aperta e nessuno dei due risparmia colpi: almeno sul free speech, d’altronde, sono entrambi concordi.


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