Skip to main content

Il centrodestra può governare. E su Forza Italia… Parla de Bertoldi (FdI)

irpef

Il senatore di Fratelli d’Italia: “Il centrodestra, salvo qualche sparuto caso, governa in armonia sui territori ed esprime una classe dirigente che ha dimostrato sul campo di avere capacità amministrativa. Non vedo perché questo modello non possa essere replicato anche a Roma”

Sono gli unici che, realmente, possono cantare vittoria. Fratelli d’Italia issa il tricolore e, lancia in resta, si prepara ad affrontare le urne che – stando agli ultimi lanci di agenzia – dovrebbero essere entro la fine di settembre. Nella coalizione però i malumori serpeggiano e, come nel caso dell’ex ministro Gelmini, deflagrano. Un abbandono sanguinoso a cui se ne aggiunge un altro altrettanto “eccellente”, quello di Renato Brunetta. Le defezioni, alle orecchie del senatore di Fratelli d’Italia Andrea de Bertoldi, non suonano nuove. Anzi “me lo aspettavo” dice.

Si aspettava che dopo il voto in Senato ci fosse qualcuno che avrebbe abbandonato Forza Italia?

Premesso che sono problemi di Forza Italia, posso dire però che da un po’ di tempo il ministro Renato Brunetta si era dimenticato di quale fosse la sua collocazione all’interno della compagine del centrodestra. Aveva proprio scordato cosa fosse il centrodestra.

Alla fine, nonostante i primi tentennamenti, Lega e Forza Italia si sono accodati alla strada spianata da Fratelli d’Italia. 

Fratelli d’Italia ha seguito coerentemente le posizioni espresse su questo governo già a partire dal suo insediamento. Poi, come accade nelle occasioni importanti, ha saputo fare fronte comune ed essere coesa, facendo mancare la fiducia a un Governo e permettendo, finalmente, al popolo di potersi esprimere. Abbiamo orientato la nostra azione politica nell’interesse esclusivo dell’intero Paese.

C’è anche una parte di Paese che era dalla parte di Draghi e che non ha gradito questa mossa per via delle sfide alle quali questo Governo stava lavorando. Come rispondere a questi timori?

Secondo me i “timori” sono figli di una narrazione fatta esclusivamente dalla sinistra. Non si può, in una democrazia parlamentare, aver paura delle votazioni e della volontà espressa dagli elettori. Anche perché, malgrado le camere verranno sciolte, i lavori parlamentari andranno avanti. E non si prospetta l’arrivo degli Unni.

Pnrr, riforme, crisi sanitaria. Una parte del Paese teme che, al di fuori dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, non ci sia una compagine alternativa pronta a governare il Paese. 

Il centrodestra, salvo qualche sparuto caso, governa in armonia sui territori ed esprime una classe dirigente che ha dimostrato sul campo di avere capacità amministrativa. Non vedo perché questo modello non possa essere replicato anche a Roma.

Il vero sconfitto di tutta questa partita è il Movimento 5 Stelle. Ora però, si apre un vulnus per il Pd che per voi potrebbe giocare a favore. Il campo largo è tramontato?

Il Movimento 5 Stelle si è polverizzato, a mio giudizio, molto prima di ieri. È già scomparso. Peraltro, dopo la strenua difesa che il Pd ha fatto di Draghi e del suo programma, mi aspetterei che l’alleanza fosse tramontata dal tutto. Anche se i dem, negli anni e in questa legislatura, hanno dato ampia prova di trasformismo.

×

Iscriviti alla newsletter