Skip to main content

Berlusconi ricatta Napolitano: grazia o voto. Le prime pagine di oggi

La tenuta del governo sempre più a rischio spicca su tutte le prime pagine dei quotidiani di oggi, con l’aut aut di Silvio Berlusconi: o grazia o voto. Il ricatto del condannato, scrive nel suo editoriale il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini. Ma il Quirinale respinge la sfida. Epifani: no agli aut aut. Ipotesi elezioni a ottobre. Il Cavaliere va in trincea, racconta Carmelo Lopapa nel suo retroscena, “Venderò cara la pelle”, mentre spunta la svolta grillina: intesa col Pd per la riforma elettorale.

“Ci vuole un po’ di grazia” titola invece Libero. Schifani e Brunetta andranno da Napolitano a presentare la domanda: se non sarà accettata ci dimettiamo tutti. “Torna l’asse magistrati-sinistra: notificato in 24 ore il decreto di esecutività della pena e il Pd è pronto a votare con Grillo la decadenza di Berlusconi dal Senato”.

Voto e piazza, “la rivolta del Pdl”, sceglie invece il Corriere della Sera, con Pierluigi Battista che dà conto della trincea di Berlusconi, in “Che cosa raccontano quei volti attoniti del cerchio magico”, e Gian Antonio Stella ricorda i “comunisti matti”: alfabeto di vent’anni in lotta con le toghe. Spicca di spalla l’intervista a Mario Monti che certifica: “Gravissimo se cade, ma l’esecutivo non diventi un taxi elettorale”.
Il quotidiano dei Vescovi, Avvenire, punta su “Letta: delitto fermarsi”. Mentre a centropagina spazio all’Iran, con il neopresidente Rowhani che, dopo essersi presentato al mondo come leader “moderato”, delude le aspettative e fa proprie le “invettive” contro Israele del suo predecessore, Ahmadinejad.

Agli antipodi Fatto Quotidiano e Giornale. Il primo apre con “Il delinquente ricatta il Colle per avere la grazia“. Con il direttore Antonio Padellaro che firma il fondo “L’eversore col cerone” e a centropagina “Le toghe furibonde con Re Giorgio” per il monito sulla controriforma. I magistrati di Cassazione e di molti altri uffici italiani sono rimasti mortificati dal comunicato del presidente Napolitano, emesso appena 45 minuti dopo la sentenza della Suprema Corte.

Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti invece punta sul contropiede e titola: Le cene allegre di Esposito. Così infangava Berlusconi il giudice che l’ha condannato”, con un corsivo al veleno: “Altro che rispetto della magistratura, categoria incapace di fare pulizia al suo interno. Il rispetto non è un atto dovuto per legge, è un valore che va conquistato con fatti e comportamenti. E questi magistrati non meritano la nostra stima e neppure il nostro silenzio”. Mentre in grande evidenza si torna a parlare del futuro del centrodestra, con una foto di Marina Berlusconi sopra la riflessione di Valeria Braghieri sulle mosse “di famiglia” per la successione al Cavaliere.

Cassare la Cassazione chiede invece Giuliano Ferrara sul Foglio: “Chi dice che quello del Cav. è un destino privato è un cretinetti e un ipocrita: è stato messo fuori legge un pezzo di libertà. Che fare? Deludere gli sfascisti ed eleggere domicilio politico a casa del prigioniero libero”. Mentre Il Manifesto, sotto una foto che ritrae Napolitano e Berlusconi, chiede: “No grazia”. Con a sostegno il fondo di Domenico Gallo con il vero scandalo che “è nella politica”.

Effetto valanga sulla legislatura osserva Paolo Pombeni nel suo editoriale sul Messaggero, con il titolo di apertura tranchant: “Berlusconi, pronti alle elezioni”. E di spalla l’intervista al liberale Antonio Martino, tessera numero 2 di Forza Italia che certifica: “Idea vincente, ma via i colonnelli”.
In controtendenza l’apertura del Sole 24 Ore con “Spread ai minimi da due mesi”. La condanna di Berlusconi non spaventa i mercati: gli operatori ritengono difficile una crisi di governo immediata. Il differenziale Btp-Bund scende a 260. E Marco Onado nel suo editoriale invita a non bruciare il rispetto sui mercati.

twitter@FDepalo


×

Iscriviti alla newsletter