Skip to main content

Fondi Ue e modello Genova. La ricetta sociale di Saccone per la crescita

Il senatore dell’Udc: “Il jolly è spendere bene i fondi Ue: per poterlo fare bisogna prendere ad esempio il modello Genova dove in un anno e mezzo si è costruito un ponte”. Ci vuole una corsia preferenziale mantenendo il rispetto delle leggi

Il jolly per l’Italia si ritrova, oltre che nella vittoria del centrodestra alle elezioni, dice a Formiche.net il senatore dell’Udc Antonio Saccone, nell’utilizzo dei fondi europei: per poterlo fare bisogna prendere ad esempio il modello Genova dove in un anno e mezzo si è costruito un ponte senza dover aspettare l’impatto, gli enti preposti, o la sovrintendenza. Ci vuole una corsia preferenziale mantenendo il rispetto delle leggi, osserva.

Stato sociale e bisognosi: come realizzare il programma del centrodestra?

Di risorse ce ne sono abbastanza, il problema è ottimizzare la spesa pubblica. Noi ogni anno nel bilancio abbiamo tante voci di spesa che purtroppo sono inefficaci o improduttive. Quindi una prima ricerca delle risorse dovrebbe derivare dal bilancio. L’altro tema importante è rilanciare l’economia. Cioè non possiamo pensare di aiutare gli ultimi sempre e solo a debito. Questo non è possibile perché purtroppo il debito non è illimitato e quindi bisogna far crescere il Pil. Se non lo faremo difficilmente potremo aiutare chi ha più bisogno.

E dopo?

Snellimento delle procedure burocratiche e agevolare i giovani sotto i 35 anni: oggi a Londra in 24 ore il Comune dà tutte le autorizzazioni, mentre in Italia passano dai sei agli otto mesi. Quindi in questo senso ci vuole una rivoluzione copernicana tra il protocollo del rapporto tra lo Stato, l’ente pubblico e il cittadino. Ci vuole un rapporto di fiducia. Io mi fido del mio cittadino in base a quello che dichiara. Poi se sbaglia, ovviamente non c’è amico dell’amico che ti salva. Quindi, a mio modo di vedere, bisogna investire molto nell’economia per poter far crescere il Pil.

Anziani e pensioni: cosa proponete?

Volevamo anche la rivalutazione degli assegni di invalidità, non della pensione, cioè quegli assegni che sono più o meno da 250€ al mese: abbiamo chiesto agli alleati di inserire una valutazione. Più o meno si prevedeva un incremento di 100€, pari a 2 miliardi. Accanto a ciò bisogna sostenere le imprese e le iniziative private, senza dimenticare poi il terzo canale principale di fondi europei. Cioè l’Europa può essere un grandissimo volano se si è capaci di spendere quei soldi.

Come favorire l’infrastrutturazione nazionale e l’attuazione del Pnrr quando alcune regioni italiane non sono fino ad oggi riuscite a spendere i classici fondi europei?

La media italiana, oggi, è intorno al 50 55%, per cui alla fine del settennato quasi il 40% di queste risorse siamo costretti purtroppo a restituirle. A Bruxelles se ne avvantaggiano gli spagnoli, i polacchi, persino gli ungheresi. E per poterlo fare bisogna prendere ad esempio il modello Genova dove in un anno e mezzo si è costruito un ponte senza dover aspettare l’impatto, o gli enti preposti, o la Sovrintendenza. Ci vuole una corsia preferenziale mantenendo il rispetto delle leggi. Però non è possibile aspettare che tutti si esprimano perché si rischia di allungare i tempi di realizzazione.

Gas ed energia: quanto pesano i no ideologici?

I rigassificatori sono un punto strategico di rilancio per quanto riguarda i consumi, il contenimento dei costi dell’energia, il gas. Noi dobbiamo purtroppo aspettare l’ultimo parere dell’ultimo comitato di quartiere. Rischiamo di non produrre nulla e alla fine ci lamentiamo sempre del caro bollette. La corsia da imboccare è quella dell’accelerazione e dello snellimento burocratico.

Per calmierare i prezzi dei beni di prima necessità, come si può diminuire l’Iva?

Sono dell’idea che ogni manovra deve trovare una copertura altrimenti rischiamo di andare contro i dettami dell’Unione europea. Per poterlo fare, secondo me bisogna attingere nelle pieghe del bilancio dello Stato. Ci sono più o meno adesso 400 enti statali che non svolgono alcuna funzione. Perché non cominciare veramente a chiuderli con una distribuzione del personale? Facciamo però attenzione, perché qui c’è il rischio che oggi il Pil italiano sia ancora alto, nonostante le varie incertezze, ma è indiscutibile che noi in autunno avremo una situazione complicata circa il tasso di interesse, per cui saremo addirittura in una situazione di inflazione e non crescita: il peggiore dei mali dell’economia è la stagflazione. Quindi dobbiamo fare molta attenzione alla rincorsa, all’incremento dei salari e ai prezzi. Rischiamo poi di alimentare, nel caso in cui non ci sia un Pil buono, addirittura la stagflazione.

L’Italia fa sempre meno figli: come sostenere famiglie e natalità?

Non solo sostegno a parole, ma permessi, contributi economici alle famiglie numerose, passando per la necessaria tutela lavorativa per chi diventa genitore, papà e mamma. In questo modo daremo una risposta alla natalità zero in cui versa il paese, sostenendola dal punto di vista sociale. Non bastano solo due soldi, occorre un tessuto nuovo in cui far crescere i nostri valori.

@FDepalo


×

Iscriviti alla newsletter