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Il Parlamento e la ricerca scientifica

Mercoledì il Parlamento italiano ha approvato un disegno di legge che limita di molto la sperimentazione animale. Il disegno di legge è l’attuazione di una direttiva europea adottata nel settembre 2010. L’Italia è uno dei tanti paesi UE che non si sono ancora adeguati. Ben venga quindi una legge in materia. Tuttavia la legge italiana va ben oltre i limiti, già abbastanza restrittivi, imposti dalla direttiva.

Il disegno di legge dice anche che è necessario applicare metodi alternativi alla sperimentazione animale (ad esempio quelli basati sulle culture cellulari e su approcci bio-informatici). Vale la pena ricordare che esistono già laboratori della UE attivi in questo settore. Il laboratorio di riferimento dell’Unione europea per le ricerche alternative alla sperimentazione animale è European Union Reference Laboratory for alternatives to animal testing (EURL ECVAM) che si occupa della Validazione di metodi che riducono, migliorano o sostituiscono l’uso di animali nei test tesi a verificare la sicurezza e l’efficacia di prodotti chimici, biologici e vaccini. E’ stato formalmente istituito nel 2011 e si trova a Ispra, in provincia di Varese.

E’ difficile pensare che la ricerca scientifica possa mai fare a meno dei modelli animali perché la risposta ad un trattamento, ad un agente patogeno o a un farmaco, così come l’insorgenza di malattie non è mai solo una questione di cellule ma di tutto l’organismo. Non è difficile visualizzare questo concetto. Basta che ognuno pensi alla propria personale esperienza: avrebbe senso immaginare di intuire la nostra vita semplicemente studiando poche cellule del nostro organismo?

Gli scienziati non hanno perso la speranza di convincere i politici ed il governo a ripensare la norma. Ci sono in queste ore numerose iniziative in materia. Ultima in ordine di tempo quella dell’AIRC (Associazione per la Ricerca sul Cancro) che ha invitato i ricercatori a spedire una lettera di protesta ai deputati Italiani. La lettera sottolinea che a differenza di altri paesi Europei, che nulla hanno da imparare dall’Italia in materia di ricerca scientifica quali Gran Bretagna, Francia, Spagna, Belgio, Danimarca e Svezia, noi NON ci siamo limitati ad accogliere la direttiva comunitaria, già frutto di una lunga ed equilibrata negoziazione tra tutte le parti in causa e ottimo punto di incontro tra tutela degli animali e necessità della ricerca. Abbiamo aggiunto ulteriori limitazioni. Un esempio fra tutti, vietare gli xenotrapianti (trapianti di organi, tessuti o cellule tra organismi di specie diverse) che ostacolerà enormemente lo studio dei tumori, senza contare che al momento le valvole cardiache biologiche derivate da maiale sono comunemente usate in cardiochirurgia nell’uomo.

Queste limitazioni rischiano di avere forti ripercussioni. Da un lato porteranno inevitabilmente a commettere un’infrazione a livello europeo. Dall’altro ostacolano lo sviluppo della ricerca Italiana (che tutti i politici a parole dicono di voler difendere Sic!). La legge limiterà la capacità di accedere a finanziamenti internazionali e rappresenterà un ulteriore ostacolo per la competitività del sistema ricerca e conseguentemente del Paese.

Un’immediata conseguenza è che la “fuga di cervelli” (un’espressione retorica cara ai nostri politici) non solo continuerà, ma assumerà proporzioni sempre maggiori. La lettera dell’AIRC si chiede: “Come si possono trattenere o attrarre ricercatori a lavorare in Italia se le massime istituzioni legiferano ascoltando soltanto la voce di chi ci chiama “assassini di animali”? Come si possono chiudere gli occhi di fronte al fatto che in questo momento non è possibile fare a meno degli animali nella ricerca biomedica, l’unico strumento che può permetterci di capire perché ci ammaliamo e come possiamo curarci? Con quale coraggio si afferma che la ricerca è il “motore dello sviluppo del Paese” se poi si prendono decisioni come queste, spinte dalla facile propaganda animalista?

In Parlamento l’unico oppositore a questa legge sembra essere la Dott.ssa Ilaria Capua, nota a livello Internazionale per i suoi studi sull’influenza aviaria, ora Deputato per la Scelta Civica.


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