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La censura cinese contro l’ultima saga dei Minions

Dopo Peppa Pig, Winnie the Pooh e persino la serie Friends, il governo di Pechino ora teme l’ultima saga del famoso cartone animato. Come è stato cambiato il finale per i cinesi e perché

Era capitato alla tenera maialina Peppa Pig perché “sovversiva”, e prima ancora a Winnie the Pooh perché “troppo simile al presidente Xi Jinping”. Ma anche ai film Marvel della Disney e Bohemian Rhapsody, La forma dell’acqua, Avatar, e Ritorno al futuro (qui l’articolo di Formiche.net) e persino alla famosa serie televisiva Friends, a cui sono state eliminate le scene con riferimenti alla comunità Lgbt.

Questa volta la censura cinese si è abbattuta sulla produzione di animazione della serie dei Minions, “Come Gru diventa cattivissimo”.

Gli spettatori cinesi si sono trovati davanti un finale diverso da quello pensato per gli spettatori degli altri Paesi, un finale all’insegna della vittoria della legge e dell’ordine. A raccontare l’ennesima stretta di Pechino è il quotidiano South China Morning Post, dopo la proiezione in anteprima dei Minions nella Cina continentale.

L’ultimo capitolo della saga, ambientato a San Francisco negli anni ‘70, racconta le avventure dell’undicenne Gru, aspirante membro dei Malefici 6, una squadra di super-criminali  dopo l’uscita di scena del più anziano, Willy Krudo.

Per gli spettatori internazionali Krudo si sottrae alla polizia fingendo la propria morte. Nella versione cinese, invece, appare una sequenza di immagini con sottotitoli, che informano il pubblico della sua cattura, condanna, reclusione e redenzione in carcere. Quanto a Gru, il finale voluto da Pechino fa sapere che è diventato un bravo ragazzo e successivamente un adulto dedito alla famiglia.

Secondo il sito Asia Nikkei, DuSir, un editore di recensioni di film online con 14,4 milioni di follower su Weibo, ha notato che la versione cinese del film dura un minuto in più rispetto alla versione internazionale. “Siamo solo noi che abbiamo bisogno di una guida e di una cura speciali, per paura che un cartone animato ci possa ‘corrompere’”, ha scritto DuSir.

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