La nuova puntata di Politica e pop corn, la rubrica semiseria di Martina Carone (consulente Quorum-YouTrend e docente di Analisi dei media all’Università di Padova) dove commentiamo gli aneddoti più gustosi della campagna elettorale, con un occhio particolare ai social media. Il video
Partiamo con il primo pacchetto di popcorn, che ci viene offerto da molti leader politici. Chi ha fatto notizia è Silvio Berlusconi, ma da tempo questa scelta investiva Matteo Salvini e Giuseppe Conte: stiamo parlando dell’approdo e lo sbarco dei politici italiani su TikTok.
Come sappiamo TikTok è una piattaforma piuttosto particolare, con una audience formata per oltre l’80% da giovani e giovanissimi. È evidente che la scelta di un leader politico in campagna elettorale di parlare a quella fetta di popolazione in cui c’è una piccola quota di elettori e magari di primissimi elettori, ha delle radici strategiche. Ha una dimensione elettorale sensata, una nuova audience che si interessa di temi politici e li segue attraverso gli influencer e l’attivismo. Pensiamo alle tematiche su cui i giovani si sono attivati negli ultimi anni, pensiamo ai Friday for Future. Ma funzionerà? Questa voglia di essere su una piattaforma così particolare, porterà voti?
La sensazione è che forse doveva essere un’operazione fatta con più calma, all’infuori della cornice elettorale che induce un po’ di diffidenza. E quindi forse è più un’operazione di marketing e di scelta di comunicazione che però aveva bisogno di più tempo per essere credibile per non dimostrare almeno di guardare a un elettorato così toccato da alcune tematiche solo nei pochi giorni che precedono il voto.
Il secondo pacco di popcorn lo apriamo pensando alla card condivisa su Twitter e sui principali social media da Verdi e Sinistra italiana, in cui si proponeva di abolire i Jet Privati. Ovviamente è stata una proposta che ha avuto un clamore e che ha stimolato sicuramente i commenti, ma anche le ironie. In gergo, nell’ambiente, si dice che i programmi non vengono letti se non dal tuo avversario per attaccarti. È una battuta, una semplificazione di un processo molto più complicato, è evidente però che questo era un punto programmatico che avrebbe avuto bisogno di uno spazio più ampio di un tweet per poter essere eventualmente discusso, compreso e magari preso anche più sul serio. Conseguenze? Sostanzialmente nessuna. Evidentemente chi cura la strategia di comunicazione di Verdi e Sinistra Italiana la prossima card la concentrerà su qualcosa di più accettato nell’ambito dell’opinione pubblica social. Chissà se non ci sarà il rischio di avere dei programmi tutti uguali. Vedremo…
Terzo e ultimo pacchetto di popcorn. Oggi diatriba Selvaggia Lucarelli–Valeria Marini. Marini si è infatti esposta rispondendo a un tweet di Lucarelli in cui si faceva dell’ironia sulle capacità o l’ignoranza di Giorgia Meloni. Come sappiamo le capacità della leader di Fratelli d’Italia, o le presunte incapacità, sono sotto scrutinio, e gli attacchi conseguenti vertono molto sulla parola “ignorante”, quella che sentiamo più spesso in riferimento a lei o al suo elettorato o comunque alle dinamiche che sceglie per esporre la propria proposta politica.
Valeria Marini risponde a Selvaggia Lucarelli difendendo Giorgia Meloni. Dicendo che lei è una delle poche politiche con a cuore le donne. Abbiamo già toccato questa tematica. Tutta la campagna elettorale, che probabilmente vedrà Meloni come una delle vincitrici, si incentra sul tema che la leader di Fratelli d’Italia è una donna, nonostante siamo nel 2022.
C’è però la possibilità di farsi una domanda. Che Valeria Marini si esponga in favore di Giorgia Meloni non sposta mezzo voto. Però ci fa chiedere, basta essere una donna per avere a cuore le donne e i loro diritti, la loro capacità di vivere pienamente nella vita pubblica senza disuguaglianze? La domanda resta aperta.