Chi temeva che fosse il PdL a reagire alla sentenza della Cassazione facendo cadere il Governo Letta si sbagliava di grosso: oggi è il partito di Epifani che smania per rompere con la “strana maggioranza”. La cosa è davvero curiosa. È come se dicessero: “Tre mesi fa eravamo convinti che Silvio Berlusconi fosse un cittadino-modello, e solo questo ci ha indotti ad accogliere l’invito del Presidente della Repubblica a entrare con lui in maggioranza; ora che, con nostro stupore e raccapriccio, la Corte Suprema ci ha aperto gli occhi sulla vera qualità della persona, non possiamo che ritrarci inorriditi”.
Davvero commovente, questa professione di ingenuo candore! Epifani & Co. hanno già totalmente dimenticato il discorso di insediamento di Giorgio Napolitano e in particolare la sua ammonizione, che possiamo sintetizzare così: “Sia il PD, sia il PdL, abbassino la cresta e cerchino di vedere, dietro i difetti che reciprocamente si imputano, i propri stessi difetti. Considerino che gli uni non potrebbero sopravvivere senza che la loro pochezza fosse in qualche modo legittimata dalla pochezza degli altri. Considerino che gli uni non meno degli altri sono corresponsabili dei gravissimi problemi in cui il Paese si dibatte. E colgano l’occasione di questa fase di larga coalizione, tecnicamente inevitabile, per ridurre il tasso di faziosità che caratterizza la politica nazionale e per far maturare, ciascuno al proprio interno, una cultura politica moderna, adeguata alla gravità della situazione”.
Che cosa induce i democratici a pensare che le questioni poste ad aprile da Giorgio Napolitano siano improvvisamente superate? O che andare al Governo con Beppe Grillo possa migliorare le cose?