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Razionamento energetico, sì o no? Il piano della Spagna

Palazzi al buio, l’illuminazione degli armadi spenta e l’aria condizionata mai sotto i 27 gradi e riscaldamento non sopra i 19 gradi. Ecco alcune delle misure dell’esecutivo spagnolo, che però alcuni considerano “cosmetiche”. E c’è chi avverte che alle limitazioni del servizio elettrico e di gas potrebbero seguire blocchi nel rifornimento di diesel e alcuni alimenti

Mentre l’Europa si prepara ad affrontare la chiusura dei rubinetti del gas russo, i governi europei mettono a punto le misure di razionamento energetico. La Francia ha un piano molto preciso sui piccoli ma significativi accorgimenti per ridurre i consumi di gas ed energia e cercare di superare quest’inverno.

In Spagna, invece, l’esecutivo ha le idee più confuse. Teresa Ribera, ministra della Transizione Ecologica e la Sfida Demografica, ha respinto la possibilità di imporre un razionamento energetico agli spagnoli in questa stagione fredda. Quest’ipotesi, secondo lei, può essere fattibile invece in altri Paesi come la Germania e l’Austria.

In un’intervista all’emittente Telecinco, Ribera ha spiegato che nel caso della Spagna “abbiamo agevolato misure per ridurre consumi ridondanti. Non abbiamo bisogno di illuminare un armadio di notte, o avere il termostato sotto o sopra la temperatura confort”.

Contrariamente, Margarita Robles, ministra di Difesa, crede che la Spagna dovrà prepararsi per quanto può succedere nei prossimi mesi, giacché è impossibile prevedere quando finirà la guerra in Ucraina. Le prospettive sono “molto pessimiste” per questo inverno, che sarà “lungo, complesso e durissimo”.

Le conseguenze del conflitto tra Ucraina e Russia saranno simili a quelle delle Prima seconda mondiale, secondo Robles: “Credo che non siamo molto consapevoli di quanto sarà durissimo quest’inverno. Putin lo sta già facendo ma userà i tagli del rifornimento di gas. In questo momento, Putin non può vincere questa battaglia e dobbiamo prepararci […] Sarà un inverno di molta sofferenza e in Europa dobbiamo essere pronti per quanto avverrà”.

Un piano di risparmio energetico però c’è. Con un Bollettino Ufficiale dello Stato, il governo spagnolo ha imposto la regolarizzazione della temperatura e lo spegnimento delle luci degli armadi. L’aria condizionata non potrà scendere sotto i 27 gradi e il riscaldamento, in inverno, non potrà essere sopra i 19 grandi. L’umidità dovrà mantenersi tra 30% e 70%. Anche l’illuminazione dei palazzi dovrà essere spenta dopo le 22:00. E ancora: il sistema automatico delle porte di palazzi, supermercati, bar e negozi dovrà essere chiuso, per evitare aperture non necessarie e lo spargimento dell’aria.

Sono esenti dal rispettare i limiti della temperatura alcuni centri con condizioni particolari di lavoro, come, ad esempio, gli impiegati nelle cucine dei ristoranti. Anche centri di formazione (università, scuole e asili nido) e centri sanitari, ospedali, parrucchieri, palestre, zone comune di alberghi e sui mezzi di trasporto.

Queste misure di risparmio energetico saranno in vigore fino a novembre del 2023 e chi non le rispetterà sarà soggetto di multe fino a 60.000 euro per infrazioni lievi e 100 milioni di euro per quelle più gravi.

Tra i ferrei critici di questo piano c’è Antonio Turiel, ricercatore dell’Istituto di Scienze del Mare del CSIC a Barcellona e autore del blog “The Oil Crash”, che considera “cosmetiche” le misure di risparmio energetico del governo.

In un’intervista al Diario Vasco, ha sottolineato che, ancora una volta, le istituzioni non approfondiscono nella radice del problema, che è la fine del petrolio come risorsa, e che non c’è energia alternativa per compensare questo deficit, anche se si riempie l’Europa di parchi eolici e pannelli solari. Avverte che sarà un inverno molto duro per i Paesi europei e che il razionamento dell’elettricità sarà solo l’inizio, perché seguiranno le limitazioni per i rifornimenti di diesel e di alcuni alimenti.

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