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Il Pdl e l’ipotesi smantellamento

Se anche un giornale amico come Libero titola “Dimettetevi tutti”, vuol dire che la situazione è grave davvero. Oggi il direttore del quotidiano Maurizio Belpietro dopo un´analisi impietosa dei risultati delle amministrative 2012 per il Pdl, senza tanti giri di parole, commenta: “Il voto delle amministrative, per quanto non abbia valenza nazionale, non è un campanello d´allarme come alcuni sostengono: è una campana a morto”. E indica la strada da seguire: “Servono nomi nuovi, volti nuovi, un´immagine di un partito proiettato nel futuro, mentre oggi, ahimè, lo sembra solo nel passato”.
 
Nel Pdl, raccontano, il clima è pessimo. Ciò alimenta sospetti e spinge le varie anime a organizzarsi, ciascuna ignorando le mosse delle altre. Confusione, tanta, ma anche progetti covati da settimane. Fra questi, grande attenzione mediatica è riservata alla “grande novità politica” annunciata da Alfano, della quale ha ragionato ieri il segretario con Silvio Berlusconi. Pochi altri conoscono i contorni della svolta, anche perché esistono diverse gradazioni dell´annunciata “rivoluzione”. Una di queste, la più estrema, prevederebbe lo smantellamento del partito.
 
E´ solo, un´ipotesi, al momento, neanche troppo chiara allo stesso Berlusconi e ad Angelino. E´ riassumibile nella formula “cavalcare l´antipolitica”. Passerebbe da un totale azzeramento dei vertici del partito, comporterebbe la cancellazione dei coordinamenti regionali e la contestuale ascesa – in un nuovo soggetto politico nuovo di zecca – di esponenti della società civile. Personalità ´non politiche´, insomma. I sondaggi ´quotano´ una forza così plasmata fra il 15 e il 20%. Una rete discreta di fidati berlusconiani lontani dalla prima linea del Palazzo si dovrebbe occupare di reclutare la nuova classe dirigente. Una sorta di “grillismo” berlusconiano per la Terza Repubblica, da varare presto e comunque entro l´estate, che però al momento resta sul tavolo, come una delle tante possibili strategie, in attesa che il Cav decida di muovere un passo.
 
Alla Camera nessuno nasconde più lo sbandamento. Ironia sulla svolta imminente che però tarda ad arrivare, ironie sull´atteggiamento del segretario. Intanto gli ex An anche in queste ore continuano a riunirsi e ragionare sulla possibilità di dar vita a un contenitore “neo conservatore”, magari guidato da Giorgia Meloni. Guido Crosetto lascia intendere la volontà di lanciare l´idea di primarie aperte per la premiership. Resta sul tavolo anche la soluzione di una federazione, una spacchettamento controllato per salvare il salvabile. E si teme Montezemolo, che in fondo lavora sulla società civile come sogna di fare il Cav.
 
Sul tappeto, comunque, restano differenti ipotesi. Perché conta anche l´evolvere della crisi economica e il conseguente rapporto con il governo Monti. Ma l´idea di fare concorrenza a Grillo, sognando il ritorno alle origini, una forza per certi versi antipolitica e strettamente legata al mondo di internet e dei social network, è nella testa di un Cavaliere che però, ad alcuni dirigenti, non nasconde le difficoltà del progetto e la tanta confusione dell´intero quadro politico.


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