“Nasce il partito dell’impunità per salvare il delinquente” attacca Il Fatto Quotidiano: “Il Corriere della Sera, con Angelo Panebianco, prende la guida del fronte che vuole smantellare la giustizia uguale per tutti e regalare il salvacondotto al Caimano“. Napolitano nega di avere indicato vie d’uscita parlamentari, ma conferma di stare “esaminando” il caso B. (oggi insabbiato dalla giunta del Senato). E Marco Travaglio nel suo editoriale osserva che “forse Panebianco non sa che in tutte le democrazie del mondo, anche quelle che hanno da sempre nel loro ordinamento le riforme da lui auspicate, capita di continuo che uomini politici vengano condannati se frodano il fisco, con l’aggiunta che vengono pure arrestati e, un attimo prima, cacciati dalla vita politica”.
Il quotidiano di via Solferino apre sulle parole di Epifani: “Governo a rischio? La legalità viene prima. Niente sconti a Berlusconi”. Il leader Pd è chiaro: “Si prenda atto della sentenza e dei suoi effetti. Per Berlusconi non c’è via d’uscita”. E sul governo: “Ha fatto piccole cose buone. Ma ha la zavorra dell’imposizione di temi di parte”. Mentre monta la tempesta politica sul giudice del caso Mediaset: è bufera su Esposito, che ha presieduto il collegio della sentenza definitiva contro Berlusconi per frode fiscale e ha anticipato in un’intervista al quotidiano Il Mattino i motivi della scelta. Spiegando che della frode Berlusconi “sapeva”. Il magistrato ha smentito i contenuti del colloquio, il giornale ha confermato. Il presidente della Cassazione: è stato inopportuno. Il Pdl insorge: gravissimo. E Antonio Polito nel suo corsivo sottolinea che è stato “un arbitro in fuorigioco”.
“Il bugiardo” titola a tutta pagina Il Giornale, “il giudice Esposito spiega in un’intervista perché ha condannato il Cav. Poi nega tutto ma l’audio lo incastra. E la sua scorrettezza finisce al Csm. Berlusconi: è la prova che la sentenza era già scritta”. “Giustizia in mutande”, con l’editoriale di Alessandro Sallusti in cui mette l’accento sul fatto che secondo alcuni giuristi “ci sarebbero gli estremi per annullare la sentenza. L’associazione magistrati si è affrettata a dire che è tutto regolare. Già, è regolare affidare la vita degli uomini (e in questo caso del Paese) a giudici scellerati e pure bugiardi”.
Il Foglio punta su “Delusione REP”, quel tormento dei Republicones che non riescono a convincere i grillini a un governo con il Pd. “Acchiappare il grillino – che si duole, che si macera, che si affligge: si suppone – almeno una volta al mese, è diventata attività che a Repubblica svolgono con passione, e c’è stato subito dopo le elezioni, nei giorni rutilanti dello svaporare bersaniano, un momento in cui anche volenterosi democratici nella mischia si gettavano, con le epiche incursioni della Puppato e soprattutto di Pippo Civati, che mostrò vocazione e intenzione e predisposizione”. Mentre la spalla è dedicata all’annuncio del ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni sulla ripresina che c’è: “Ora si vede davvero la fine del tunnel più lungo per la nostra economia”. L’ottimismo di Saccomanni, i due anni di pil in rosso (ma con un calo meno ripido) e l’industria ripartita a giugno.
Repubblica in veste quirinalizia: “Berlusconi, lo stop del Quirinale. Niente intrusioni”. Bufera sul giudice di Cassazione per un’intervista. Con a supporto il retroscena firmato da Liana Milella su “quella frase nel mio testo non c’era” e l’editoriale del direttore Ezio Mauro su “perché bisogna dire no”. Mentre di spalla spiccano le domande di “un non credente al Papa chiamato Francesco” vergate da Eugenio Scalfari.
Il Manifesto sceglie un altro tema, “Malta marea”, con riferimento agli oltre cento migranti, tra cui donne e bambini, da tre giorni bloccati a 25 miglia dalla costa maltese. La Valletta nega lo sbarco. “Se ne tornino in Libia”. Il Cir accusa: diritti calpestati. Si muove anche l’Unione europea: impedire l’approdo ai naufraghi è una violazione delle normative internazionali umanitarie.
“Berlusconi, bufera sul giudice”, apre Il Messaggero, con il fondo di Alessandro Campi su “Magistrati e politica: per spegnere l’incendio non serviva altra benzina”. Con il retroscena di Silvia Barocci su “Ermellini sgomenti: questo è un assist per la difesa”. Spicca nella cronaca di Roma, con le stazioni in balìa delle bande: “In metropolitana non si fuma. Vigilessa pestata da quattro rom”.
Infine Il Sole 24 Ore apre sulla maratona al Senato, oggi testo alla Camera per il sì finale – Mini-Sabatini per l’Ict, deroghe Expo per le società di servizi. “Dai bonus per le Pmi all’edilizia, le novità del decreto del fare”. Con Guido Gentili nel suo fondo che certifica: “Ora la partita decisiva dell’Imu”.
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