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Washington non bluffa, e Putin sbuffa. La versione di D’Anna

Come finirà? Minacce nucleari, fosse comuni, proteste spontanee e fughe in massa dalla Russia. Il conflitto in Ucraina appare più che mai lontano dalla risoluzione. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Code chilometriche alle frontiere di auto in fuga dalla Russia, aerei per l’estero presi d’assalto a Mosca, in proporzione quasi come a Kabul, proteste in molte città e arresti a migliaia, per la prima mobilitazione dalla seconda guerra mondiale: sembrano le immagini che precedettero la caduta del muro di Berlino, ma che ancora non riescono a innescare una scossa per il crollo della cinta muraria del Cremlino.

Come finirà? La devastante invasione dell’Ucraina appare più che mai lontana dalla risoluzione. Vladimir Putin alza il livello dello sconto fino al limite dell’apocalisse nucleare, ma sul fronte sud orientale le truppe di Kiev continuano ad avanzare e a rendere sempre più ridicoli e farseschi i falsi referendum indetti nelle zone ancora in mano all’armata russa.

Dall’assemblea generale delle Nazioni Unite rimbalza la notizia che gli Stati Uniti inviano da mesi, fin dall’inizio dell’invasione, messaggi riservati ai vertici del Cremlino per avvertirli che Washington sarebbe costretta a rispondere colpo su colpo all’ eventuale sciagurata utilizzazioni di atomiche tattiche, denominate da Mosca “bombe nucleari da campo”.

Messaggi riservati, chiari e costanti, recapitati direttamente a tutta la leadership governativa e militare russa. Messaggi che continuano a sottolineare ciò che l’amministrazione Biden afferma in maniera più sfumata pubblicamente, per evitare di acuire le tensioni. Appare evidente che è la Casa Bianca a non bluffare, esattamente l’opposto di quanto vorrebbe mostrare Putin. Che con la fallita invasione, l’isolamento internazionale, l’insostenibile crisi economica e la crescente contestazione popolare, si é avvitato in una situazione critica.

Fino adesso non vi è alcuna indicazione che la Russia stia spostando forze nucleari strategiche in preparazione di strike, di attacchi, ma questo non esclude l’utilizzo di ordigni tattici di ridotte dimensioni in Ucraina.

Il timore delle intelligence americana inglese ed europea è che anche se catastrofica per il suo Paese e per l’intero continente, la via d’uscita “accarezzata” da Putin per congelare in un terrificante inverno nucleare la situazione militare ormai compromessa sul fronte ucraino, possa essere quella dell’atomica tattica

“Mentre le precedenti dichiarazioni del Cremlino sembravano mirare ad avvertire gli Stati Uniti e i loro alleati di non sconfinare nel conflitto diretto nell’aiutare l’Ucraina, i commenti più recenti di Putin fanno ipotizzare che stia valutando l’opzione nucleare” ha affermato Daryl Kimball, direttore esecutivo della Arms Control Association, un gruppo di difesa della non proliferazione a Washington.

“Quello che tutti devono riconoscere è che si tratta di uno degli episodi, se non il più grave, in cui le armi nucleari potrebbero essere usate negli ultimi decenni”, ha detto Kimball. “Le conseguenze anche di una cosiddetta ‘guerra nucleare limitata’ sarebbero assolutamente catastrofiche”.

Oltre all’eventuale opposizione dei vertici militari e civili di Mosca, ad impedire l’opzione atomica al Presidente russo ci sarebbe tuttavia la constatazione che il suo destino sarebbe segnato. Un destino che la semplice risposta alla domanda:” perché morire per Putin?” che assieme alle proteste spontanee ed alla fuga da Mosca agita il popolo russo, potrebbe in ogni caso rendere ormai ineluttabile.



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