Francesco ieri ci ha detto di mettere al centro il lavoro, non il reddito di cittadinanza. È contro questa misura? No, ci mancherebbe. Il problema è che lui non è contro l’aspirina, ma contro la febbre. Quali sono le politiche per il lavoro? Ci sono? Chi ne ha parlato durante la campagna elettorale? Dopo due mesi di sofferenze e banalità, Riccardo Cristiano ha sentito prima del voto un discorso degno di un leader mondiale e di un momento così difficile
La più deprimente delle campagne elettorali della nostra storia è finita con il più bel “comizio” che si potesse sperare di sentire, quello di Francesco ad Assisi. Sì lo so, non era un comizio, ma anche quelle strazianti invettive di questo o quel politicante non erano comizi. Dunque mi consento il gioco di parole e dico che il primo comizio degno di essere ascoltato lo ha pronunciato il papa e dobbiamo ringraziarlo e magari, possibilmente, anche capirlo. Nella nostra società liquida infatti è arrivata l’armata vincente, quella gassosa, cioè la finanza. Oh, ma qualcuno ha parlato di finanza di lor signori? Non sanno che esiste? Lo sa solo il papa? I tanti critici di Draghi hanno scritto che lui sarebbe un uomo della finanza, ma della finanza hanno detto qualcosa? No! Niente. Draghi sa governarla, controllarla, loro sanno solo offendere, insinuare, ma per fare cosa?
Francesco ieri ci ha detto di mettere al centro il lavoro! Non il reddito di cittadinanza! Voglio dire che è contro questa misura? No, ci mancherebbe. Il problema è che lui non è contro l’aspirina, ovviamente, ma contro la febbre! Credo sia chiara la differenza! Quali sono le politiche per il lavoro? Ci sono? Chi ne ha parlato? Per parlarne servono i giovani ma per le sinistre, ormai partiti radicali di massa, parlare di politiche per le famiglie sembra un reato, mentre per le destre la famiglia è un apparato repressivo e coercitivo. I giovani invece sono il cuore del discorso del Papa:” In effetti, quando alla comunità civile e alle imprese mancano le capacità dei giovani è tutta la società che appassisce, si spegne la vita di tutti. Manca creatività, manca ottimismo, manca entusiasmo, manca coraggio per rischiare. Una società e un’economia senza giovani sono tristi, pessimiste, ciniche. (…) Ma grazie a Dio voi ci siete: non solo ci sarete domani, ma ci siete oggi; voi non siete soltanto il “non ancora”, siete anche il “già”, siete il presente”.
Subito dopo i giovani, sconosciuti ai nostri politici, arriva l’ambiente per stimolarci a capire che cambiare stile di vita ci apparirà scomodo ma sarà indispensabile per salvarci da morte per annegamento o altro disastro ambientale: “ La Bibbia è piena di alberi e di piante, dall’albero della vita al granello di senape. E San Francesco ci aiuta con la sua fraternità cosmica con tutte le creature viventi. Noi uomini, in questi ultimi due secoli, siamo cresciuti a scapito della terra. E’ stata lei a pagare il conto. L’abbiamo spesso saccheggiata per aumentare il nostro benessere, e neanche il benessere di tutti. È questo il tempo di un nuovo coraggio nell’abbandono delle fonti fossili d’energia, di accelerare lo sviluppo di fonti a impatto zero o positivo”.
Francesco sa bene che nella sua Chiesa i dominazionisti ci sono ancora e sono tanti: soggiogare la natura, e ovviamente il prossimo se non credente. Lui lo sa, ma dice con chiarezza la sua sull’ambiente e la fratellanza universale: i politici? Lo sanno che ci sono i mutamenti climatici? Oltre a osteggiare i rigassificatori resi indispensabili dalla scelta di tanti governi di diventare ancelle di Mosca per il gas (solo pigrizia, sicuro?) cosa ci hanno proposto per avviare un ambientalismo urgentissimo e anche richiedente la consapevolezza che dovremo fare qualche rinuncia? Ma certo, parlare di rinunce in campagna elettorale sarebbe da pazzi. Infatti si sono profusi in promesse che neanche con il Pil degli Stati Uniti di potrebbero soddisfare.
Mi sorprende che tra tanti liberisti nessuno abbia proposto di abolire le tasse, ma ci siamo andati vicini! E invece alla gente servono giustizia e verità, non asini volanti! Se però siamo immersi in un pensiero unico allora si pensa che solo il consumo ci renderà felici. Non è così: la verità non renderà felici ma liberi si: “ Spesso di fronte al dolore e alle incertezze della vita si ritrovano con un’anima impoverita di risorse spirituali per elaborare sofferenze, frustrazioni, delusioni e lutti. Guardate la percentuale di suicidi giovanili com’è salito, e non li pubblicano tutti, eh, nascondono la cifra. La fragilità di molti giovani deriva dalla carenza di questo prezioso capitale spirituale – io dico: voi avete un capitale spirituale? Ognuno si risponda dentro – , un capitale invisibile ma più reale dei capitali finanziari o tecnologici”.
Dopo due mesi di sofferenze e banalità, di bugie e castronerie, ho sentito prima del voto un discorso degno di un leader mondiale e di un momento così difficile. Tanto che alla fine il papa vi ha detto quello che nessuno potrà dire di aver letto perché altrimenti dovrebbe arrossire: “ Il nostro capitalismo, invece, vuole aiutare i poveri ma non li stima, non capisce la beatitudine paradossale: “beati i poveri”. Noi non dobbiamo amare la miseria, anzi dobbiamo combatterla, anzitutto creando lavoro, lavoro degno. Ma il Vangelo ci dice che senza stimare i poveri non si combatte nessuna miseria. Ed è invece da qui che dobbiamo partire, anche voi imprenditori ed economisti: abitando questi paradossi evangelici di Francesco”.
Dire grazie da credenti o non credenti o agnostici mi sembra non solo scontato ma necessario. Poi nell’urna ognuna sbaglierà a modo suo!