Skip to main content

Quanto pesa l’impennata dei prezzi sulla vita degli italiani. L’indagine di Ipsos

Il direttore di Ipsos: “Il 27% delle persone sta tagliando sull’acquisto dei salumi, il 26% ha azzerato l’acquisto di pesce, il 21% risparmia sulla carne, mentre il 19% su formaggi e surgelati. Già oggi ci troviamo di fronte a famiglie che hanno ridotto preventivamente le spese alimentari”. Il rischio recessione non è più così lontano

Il termometro dell’inflazione corrisponde al cambio di abitudini dei consumatori. Anche e soprattutto nel carrello della spesa. Un’indagine realizzata da Ipsos fotografa una situazione piuttosto allarmante. L’inflazione rilevata dall’Istat, ad agosto, si attesta attorno al 7%. E i consumatori hanno iniziato a risparmiare pesantemente, anche in vista dei mesi a venire.

A tracciare il quadro è il direttore scientifico di Ipsos, Enzo Risso. “L’aumento dei prezzi – illustra – non solo sull’energia, ma in generale sui beni di consumo sta portando il 54% degli italiani a tagliare le spese per viaggi e divertimenti. Il 51% sta invece risparmiando su cene in ristoranti o pizzerie. Il 47% sta tagliando il delivery, mentre il 44% sta riducendo gli acquisti di prodotti elettronici e di piatti pronti”. Con questo drastico abbattimento della spesa da parte dei consumatori fa il paio anche un calo notevole di disponibilità ad acquistare capi d’abbigliamento.

Il carrello alimentare

Anche sul versante degli alimentari si registrano brusche flessioni. Tanto che il 27% delle persone sta tagliando sull’acquisto dei salumi, il 26% ha azzerato l’acquisto di pesce, il 21% risparmia sulla carne, mentre il 19% su formaggi e surgelati. “Questi – precisa Risso – sono valori che corrispondono alla media. Ma se si guarda più nello specifico ai ceti sociali fragili, con capacità di spesa limitata, emerge che i ‘tagli’ sono talvolta doppi”. Sì, perché se in media il 54% degli italiani riduce il budget sui viaggi, nei ceti popolari si arriva a un 81%. I meno abbienti tagliano sul divertimento al 76%, sulle cene fuori l’80% e sui salumi il 48%.  In generale, il 53% degli intervistati ha limitato gli sprechi alimentari e il 55% è orientato ad acquistare solo prodotti in promozione. “La percentuale di persone che ha deciso di ridurre la spesa per l’acquisto di carne – sottolinea Risso – rispetto alla primavera scorsa, è cresciuta del 5%. Per i formaggi del 6%. Insomma, la crescita è stata abbastanza repentina”. Al ribasso, chiaramente.

Scenario

Lo scenario descritto dall’indagine di Ipsos – realizzata nel settembre scorso, su un campione di ottocento cittadini maggiorenni – è destinato, con ogni probabilità, ad aggravarsi con l’arrivo dell’inverno. Questo perché, ancora, come rileva Risso “non sono arrivate le bollette esorbitanti legate al riscaldamento”. A far paura, insomma, è sempre il generale inverno. “Già oggi – prosegue – ci troviamo di fronte a famiglie che hanno ridotto preventivamente le spese alimentari. Famiglie che, si aspettano, di ridurle ulteriormente”. Dunque che oggi parliamo, in alcuni casi, di un risparmio preventivo, tra qualche mese dovremo parlare di un risparmio obbligato dallo shock energetico. Un dato, su tutti, è indicativo del trend: il 58% delle persone ha azzerato gli acquisti superflui.

Il rischio recessione

“La nostra indagine – conclude Risso – rappresenta uno spaccato di come stanno mutando i comportamenti degli italiani in virtù delle ripercussioni provocate dallo scenario nazionale e internazionale. Ma non è solo la politica a doversi interrogare, bensì tutto il mondo delle imprese. Fermi restando i grossi problemi di approvvigionamento dei materiali e quelli legati alla logistica, forse occorrerebbe ragionare su una parziale riduzione della marginalità per evitare di gravare eccessivamente sui consumatori e arrivare a una battuta d’arresto del mercato che ci porterebbe a una recessione”.

×

Iscriviti alla newsletter