Skip to main content

La Difesa come sistema. La Leadership Academy di MBDA

Di Fernando Giancotti

La rapida evoluzione delle tecnologie e il crescere delle fragilità internazionali devono spingere tutti gli attori coinvolti nel sistema di Difesa a strutturare una nuova organizzazione sistemica che permetta di analizzare e comprendere meglio e più velocemente le sfide del domani. È lo scopo della Defence Leadership Academy di MBDA, che mette insieme la Difesa, l’industria, l’università e la ricerca per condividere un nuovo modello di gestione tecnologica e organizzativa

Il conflitto in corso in Ucraina ha rovesciato i paradigmi del mondo in cui viviamo. I temi della difesa e della sicurezza tornano ad essere centrali non solo nello scenario internazionale, ma anche nella politica interna dei Paesi europei, come non accadeva da molto tempo. Peraltro, viviamo da oltre trent’anni in una continua sorpresa strategica, da quando la caduta della Cortina di ferro ha innescato dinamiche in forte accelerazione, spinte da crescente complessità geopolitica e da tecnologie dirompenti, di impatto profondo e densamente interconnesso, ma soprattutto in rapidissimo sviluppo.

La necessità di comprendere

Dalle crisi economiche del nuovo secolo, alla pandemia senza precedenti nella memoria delle generazioni in vita, alle molte sfide alla sicurezza emergenti, fino a una nuova guerra in Europa, appare evidente una carenza nella capacità di comprendere e di governare questa nuova, veloce complessità. Comprendere e governare i sistemi, gestire e produrre il cambiamento diviene oggi tanto più necessario quanto più difficile. Gli attori che di occupano di sicurezza e difesa hanno responsabilità pesanti. Un nuovo bisogno di sicurezza è ora in primo piano. Ad esso si stanno allocando in Europa priorità e risorse mai viste prima. Le Forze armate, l’industria della Difesa, l’accademia, la comunità del pensiero strategico devono essere in grado di contribuire in modo sinergico, sistemico e sistematico alla sua soddisfazione.

Il ruolo dell’industria

L’industria della difesa ha un ruolo rilevante nella produzione della sicurezza collettiva. Se è vero che il capitale umano è l’elemento fondamentale della capacità operativa, certamente gli strumenti tecnologici a disposizione delle Forze Armate hanno un impatto molto rilevante sugli effetti generabili ed essi si rinnovano oggi molto rapidamente. Anche l’approccio al comando e controllo delle operazioni sta evolvendo verso modalità molto più complessive e agili, con esigenze di nuovo pensiero e nuove tecnologie.

La sfida è tecnologica

Tuttavia il processo di acquisizione di tali strumenti appare ben lontano dall’ottimale, ancora largamente legato a procedure lente, burocratizzate, sequenziali, frammentate. A livello europeo, ancora si registrano forti politiche di protezione degli assetti industriali nazionali, con esiti già ben noti di lievitazione dei costi per moltiplicazione di programmi simili e concorrenza “interna” sui mercati globali. La nuova rapidissima evoluzione della tecnologia sfugge ai protocolli di un tale processo e produce paradossi, come la necessità di sostituire per obsolescenza tecnica sistemi in acquisizione prima che divengano operativi. La definizione delle esigenze operative per lo sviluppo degli strumenti necessari è lenta, poco sensibile a quanto emerge continuamente sul campo, legata perlopiù ai lunghi cicli della pianificazione generale dello strumento militare. Tutto ciò produce spesso inoltre una cattiva utilizzazione delle risorse preziose che il Paese alloca alla difesa.

Un approccio di sistema

C’è molto da fare. Se l’industria della difesa ha un ruolo chiave in tutto ciò, è l’intero sistema degli attori istituzionali e non legati al processo che deve operare insieme. Una recente ricerca relativa alla prontezza del sistema della difesa italiana all’integrazione di tecnologie rivoluzionarie, di futuro impatto strategico e con profonde implicazioni etiche, quali l’intelligenza artificiale, ha evidenziato la necessità di un forte investimento in questo settore (“Ethical Artificial Intelligence in the Italian Defence”, Fanni, Giancotti, 2022, al momento nella fase di revisione accademica). Le interviste a quindici leader della difesa al massimo livello evidenziano l’insoddisfazione per l’attuale sistema di acquisizione e una forte richiesta di una maggiore integrazione del processo di preparazione degli strumenti operativi ai fini dell’efficacia, agilità, flessibilità e soprattutto rapidità di risposta rispetto alle esigenze emergenti. La necessità di operare secondo paradigmi molto più agili, interconnessi e aperti, del tipo di “Open Innovation”, è emersa come sfida prioritaria per una efficace integrazione delle tecnologie dirompenti necessarie per la sicurezza e la difesa nei nuovi scenari.

La formazione di una cultura condivisa

Tutto ciò pone il problema di come affrontare un tale ambizioso progetto di cambiamento. Certamente la formazione di una cultura atta a promuoverlo attraverso concrete iniziative è passo preliminare indispensabile. La promozione di una rete di “pionieri” del nuovo corso, di un foro di attrazione del pensiero su tali temi e di collegamento tra realtà interessate oltre le barriere organizzative è strategia costo-efficace. Attori della Difesa, dell’industria, dell’università, think-tank e altri possono immaginare e condividere un nuovo modello di gestione di queste frontiere tecnologiche e organizzative. Soltanto scalando l’iniziativa fino ad arrivare a una massa critica di agenti si può pensare di influenzare l’intero sistema verso un salto di qualità.

La Defence leadership academy di MBDA

In questa ottica, la Defence Leadership Academy (Dla) di MBDA, una iniziativa formativa che collega industria e Difesa, può costituire il prototipo di un polo formativo e culturale teso a dare risposte all’esigenza prospettata. Una specifica formazione può promuovere un approccio di sistema tra gli attori della difesa italiana ed europea, verso un processo di acquisizione fortemente collaborativo e integrato, pur nell’assoluto rispetto dei ruoli e dell’interesse pubblico, e per gestire efficacemente l’impiego delle tecnologie dirompenti nei sistemi operativi e organizzativi della difesa.

Agilità, sensibilità a nuove sfide emergenti, attenzione all’operatore e concretezza nelle capacità di risposta sono connotazioni fondamentali. Il lavoro formativo dovrebbe focalizzare dapprima tali concetti, le capacità di leadership per poterli implementare in un processo di cambiamento e, attraverso lavori di gruppo, sulla costruzione del percorso per concretizzare l’obiettivo enunciato. La collaborazione intersettoriale nell’ambiente formativo e poi in quello organizzativo è infatti risorsa della costruzione del nuovo processo di acquisizione. I vincoli normativi, amministrativi, organizzativi e d’altro genere dovrebbero essere individuati e considerati nel progetto di cambiamento. Il prototipo dovrebbe collegarsi ed evolvere insieme ad altri analoghi per fruire degli scambi complessi di una rete e stimolare modelli moltiplicabili e scalabili fino a generare un effetto di sistema verso il cambiamento culturale e operativo indispensabile nel sistema Difesa nazionale ed europeo.

Il coinvolgimento di tutti gli attori

Per procedere verso questa visione non basta certamente un pur valido progetto formativo. È necessaria la convinzione e la leadership dei responsabili del cambiamento delle organizzazioni interessate. Così, l’idea Dla potrebbe divenire anche spunto per processi organizzativi di portata strategica, da gestire poi nelle strutture deputate delle diverse organizzazioni. Il momento storico, preoccupante per minacce e mutamenti di difficile gestione porta, oltre alla drammatica sfida della guerra, l’opportunità di lavorare in modo strutturale e innovativo per una nuova sicurezza in Europa. Questa passa per il percorso obbligato di una autonomia strategica basata su capacità militari realmente efficaci, da sviluppare in un contesto fortemente competitivo attraverso un convinto approccio di sistema, che in primo luogo deve nascere nelle menti e nei cuori di chi per quella sicurezza opera: Difesa, industria, istituzioni, accademia e chiunque altro abbia responsabilità ed interesse a contribuire. Investire in quelle menti e in quei cuori è una scelta strategica fondamentale.

Per una cultura del sistema di Difesa

Di tutto questo si parlerà martedì, 11 ottobre alle ore 10:00 presso la Casa dell’Aviatore, al seminario “Mediazione – relazioni – collaborazione. Per una cultura del sistema di Difesa”, organizzato proprio nell’ambito della Defence Leadership Academy, durante il quale si confronteranno esperti e specialisti da diversi ambiti, per scambiarsi opinioni e punti di vista sia sulle complessità dell’attuale scenario geopolitico, sia sull’uso dell’organizzazione come sistema relazionale atto a comprendere le sfide del futuro.

×

Iscriviti alla newsletter