Skip to main content

Berlusconi ci ripensa, ora parte la (delicata) formazione del governo

La conversione a U del Cavaliere rimette in carreggiata il centrodestra che dopo l’elezione del leghista Lorenzo Fontana al vertice di Montecitorio riprende il confronto per la formazione del governo Meloni. L’analisi di Gianfranco D’Anna

“Oggi è un altro giorno” sembra abbia esclamato Silvio Berlusconi, a metà strada fra Via Col Vento e l’Amleto, all’ombra delle querce del parco della sua villa romana.

“Fontana ristabilisce l’unità del centrodestra”, affermano così all’unisono i deputati della maggioranza fin dal primo applauso, al duecentunesimo scrutinio del voto che sancisce l’elezione dell’esponente leghista alla presidenza della Camera.

Da Antonio Tajani e Giorgio Mulé, i vertici di Forza Italia evidenziano tempestivamente che il pieno dei voti del centrodestra, che sancisce la netta elezione di Lorenzo Fontana, rappresenta la ricucitura e il superamento delle tensioni che al Senato hanno determinato l’elezione alla presidenza di Palazzo Madama di Ignazio La Russa, di Fratelli d’Italia, senza i voti del partito di Berlusconi ma col supporto di 17 franchi tiratori controcorrente dell’opposizione.

“Fontana chiara, un poco dolce un poco amara”, cantava un’emozionante canzone di Rino Gaetano considerata una metafora della vita. Reminiscenza che fra le fila dei deputati del Pd, dei 5 Stelle e di Azione viene utilizzata per criticare la scelta del neo presidente della Camera indicato come omofobo e simpatizzate di Putin da uno striscione esposto, e subito rimosso, all’inizio della seduta da alcuni esponenti del Pd, fra i quali Alessandro Zan.

Il Fontana day e il completamento dell’elezione dei capigruppo dei partiti avviano la delicata fase della formazione del 68esimo governo della Repubblica, il primo presieduto da una premier, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Dopo l'”effetto La Russa” le trattative fra Lega, Forza Italia e FdI riprendono dalle tessere ancora mancanti per la definizione del mosaico dei ministri dell’esecutivo: Economia, Giustizia, Sviluppo, Sanità, Regioni, Turismo. Dicasteri che a differenza degli Esteri, dell’Interno e delle Infrastrutture, ai quali sembrano destinati Tajani il prefetto Matteo Piantedosi, e il segretario della Lega Salvini, vengono ancora attribuiti a diversi candidati della coalizione.

“La diversità è la ricchezza dell’Italia e dell’Europa, ma serve recuperare l’orgoglio e la consapevolezza di quello che siano. Abbiamo il dovere di offrire ai cittadini la realtà di un futuro possibile”, rimarca nel primo intervento da presidente della Camera Lorenzo Fontana, mentre sulla maggioranza aleggia il refrain del rilancio dell’apporto di Silvio Berlusconi. Un rilancio che sarà sancito da un nuovo vertice fra il Cavaliere, la leader di FdI e Matteo Salvini.

Un incontro risolutivo, senza Renzullultimatum  e tiri alla fune sui ministeri, al quale Giorgia Meloni si presenta con una premiership notevolmente rafforzata e costituzionalmente delineata.

×

Iscriviti alla newsletter