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Sfida su atlantismo e fisco. L’opposizione secondo Richetti

Il capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera: “Questa destra, solo in apparenza unita, ha vinto le elezioni. Bene, ora hanno l’onere di governare e la responsabilità di dare risposte concrete ai cittadini italiani. Sul caro energia abbiamo presentato un piano dettagliato, li aspettiamo in Parlamento, perché servono soluzioni adeguate ed eque, come sulla politica fiscale serve rigore, non la flat tax di Salvini e compagnia o i soliti condoni”

Se nel centrodestra le frizioni degli ultimi giorni di trattativa sembrano essere appianate, all’opposizione la demarcazione tra Pd e Terzo Polo è sempre più netta. Mentre il Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte pare ammicchi ai dem e si stia ragionando su un terreno comune sul quale costruire una linea anti-Meloni. L’intervento di Matteo Renzi al Senato, ha fatto ben capire queste diverse linee di condotta. Il capogruppo di Azione-Italia Viva alla Camera, Matteo Richetti spiega a Formiche.net quale sarà la direttrice che il terzo polo terrà in opposizione al centrodestra.

Dall’intervento di Matteo Renzi al Senato pare che la vera opposizione il terzo polo la faccia al Pd. Dove stanno sbagliando i dem nell’impostazione della linea di contrasto al nuovo governo?

Francamente io non ho ancora ben capito dove vogliono andare, faccio un esempio: due giorni fa, non appena è arrivato il via libera al rigassificatore di Piombino, da noi sono arrivate parole di soddisfazione; da sinistra c’è chi ha parlato di giorno triste per il Paese; il Pd, scollato dalla realtà, ha ribadito la necessità di un coordinamento delle opposizioni. Ritengo che debbano fare chiarezza su cosa vorranno fare da grandi, senza pretendere di impartire lezioni a destra e a manca.

Su quali punti il terzo polo ha intenzione di impostare la propria opposizione?

Lo abbiamo detto con chiarezza: questa destra, solo in apparenza unita, ha vinto le elezioni. Bene, ora hanno l’onere di governare e la responsabilità di dare risposte concrete ai cittadini italiani. Sul caro energia abbiamo presentato un piano dettagliato, li aspettiamo in Parlamento, perché servono soluzioni adeguate ed eque, come sulla politica fiscale serve rigore, non la flat tax di Salvini e compagnia o i soliti condoni. Ci opporremmo al galleggiamento, sfidiamo questo Esecutivo a dare seguito alle buone intenzioni nel sostegno a Kiev, nella collocazione atlantica ed europeista, nella tutela dei diritti fondamentali.

Il discorso di Meloni ha ricevuto plausi abbastanza trasversali. Quali sono i punti che non vi convincono?

Io sono la persona più felice del mondo se la premier Meloni radicherà, con il suo operato, quanto ha detto circa la navigazione del suo Governo, che a suo dire “rispetterà le regole”. Ricordo, però, che cinque anni fa, all’apertura della scorsa legislatura, la Meloni presentò una proposta di legge tesa a eliminare ogni riferimento all’Unione Europea dalla nostra Costituzione. E ancora: io sulle trivelle ho sempre parlato chiaro, Meloni promosse il referendum contro. Stanno cambiando idea? Meglio così, se ne avvantaggia il Paese.

L’apertura dimostrata dal terzo polo sul fronte delle riforme istituzionali lascia presagire che ci sarà un’intesa col centrodestra. È così?

Comprendo che la superficialità del dibattito politico riduca spesso tutto a un “riforme sì, riforme no”. È necessario invece confrontarsi e capire con attenzione quale idea di Presidente della Repubblica si intende proporre al Paese. Nella nostra tradizione politica è figura di unità, di rappresentanza di una comunità. Se lo si vuole attore in campo, espressione di una parte, questo quadro si altera significativamente. Su questo sarà necessario comprendersi.

Quali sono i fronti sui quali vi aspettate che il governo intervenga con maggiore urgenza?

Bisogna difendere il potere di acquisto delle famiglie, drammaticamente compromesso dall’instabilità economica; ascoltare le migliaia di imprenditori che chiedono di essere rapidi. Non si può fare finta di nulla e non rendersi conto che, in questo Paese, esiste una profonda crisi salariale. La Meloni ha bocciato ogni riferimento al salario minimo? Allora proponga misure che affrontino le tante ed evidenti criticità. Governino, dunque; lo facciano bene e con coraggio: la campagna elettorale è finita da un pezzo.

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