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Saldamente con la Nato, tiepida con l’Ue. Meloni di governo vista da Lusetti

“Meloni fa la premier e cerca di rispondere alle emergenze, Salvini cerca di recuperare il consenso perduto”. E sulla difesa dell’interesse nazionale, “l’Italia non può prescindere dall’Europa. Meloni se n’è accorta e ha rinforzato il legame con la Nato. Fini? Non siamo al “rieccolo” di Fanfani. Le stagioni, in politica, terminano. Ma… Conversazione con Renzo Lusetti

“Più che una risorsa, Salvini per il governo sarà un pungolo. Per non dire un problema”. Le fughe in avanti su Sanità e pensioni del leader del Carroccio, pare abbiano gettato un po’ di (ulteriore) scompiglio tra le file del nuovo esecutivo. Mentre Meloni è concentrata a compilare la finanziaria, Matteo Salvini batte sui suoi punti programmatici. “È un chiaro tentativo di voler imporre al governo la sua linea, a dispetto dei numeri e degli equilibri della maggioranza”. La vede così Renzo Lusetti, ex democristiano della prima ora, già segretario della Camera dei deputati fino al 2013, quando ha deciso di non ricandidarsi.

Salvini a mettere in difficoltà il governo ha tutto da perdere. Perché assumere questa linea?

È un tentativo di sopravvivere. Il leader del Carroccio continuerà a spostare l’attenzione sui temi, per riconquistare parte del consenso perduto ed evitare di scomparire. Si concentrerà su Ong, pensioni e immigrazione.

Mentre il governo lavora alla finanziaria sul caro bollette…

Meloni fa la premier e cerca di rispondere alle emergenze che colpiscono famiglie e imprese. Sono chiaramente due linee diverse che faranno fatica a convivere, specie dopo i momenti iniziali di grande giubilo che caratterizzano l’apertura della legislatura. Nonostante le rassicurazioni, Salvini rischia di essere un ostacolo all’azione di governo meloniana. Il fatto che abbia convocato i ministri della Lega prima del Consiglio dei ministri è indicativo in questo senso.

Il ritorno sugli schermi di Gianfranco Fini come lo interpreta?

Non siamo al “rieccolo” di Fanfani. Le stagioni, in politica, terminano. Per cui mi sentirei di escludere un suo ritorno sulla scena. A mio modo di vedere l’ex numero uno di Alleanza Nazionale rivendicherà la “paternità” di aver riconosciuto per primo le doti di Giorgia Meloni e, in qualche modo, di aver gettato le basi affinché oggi si arrivasse a un governo con queste sembianze.

Il governo ha più volte sottolineato la necessità della difesa dell’interesse nazionale, in logica discontinua e a tratti oppositiva rispetto a quanto avveniva in passato. Come si declinerà questo intendimento?

Un conto è dire le cose quando si è all’opposizione, un conto è diventare presidente del Consiglio. Penso che Meloni si sia resa conto che l’Italia non può prescindere dall’Europa. E se ne sono resi conto anche Paesi marcatamente più distanti dalle linee Ue, come Ungheria e Polonia. Il presidente del Consiglio, pur essendo più “tiepida” con l’Ue, ha confermato un saldo ancoraggio alla Nato, ponendosi peraltro in linea con gli Usa. Tant’è che Biden ha risposto positivamente a Meloni. In più, il summit con Macron ha contribuito a normalizzare ulteriormente il rapporto dell’Italia con l’Europa, benché la visita del numero uno dell’Eliseo fosse già prevista prima che venisse designato il nuovo premier.

La linea in politica estera sembra abbastanza chiara, specie sul conflitto in Ucraina.  

In questa prima fase Meloni deve guardarsi attorno, anche per capire quali decisioni verranno messe in campo dall’Ue. La linea, insomma, specie sulla parte economica, sarà attendista. Mentre sul versante difesa e posizionamento sul conflitto le posizioni della premier sono piuttosto chiare: con Kiev. I problemi – specie con un’Europa depotenziata dalle uscite di scena di Merkel e Draghi – secondo me sorgeranno quando torneranno le imposizioni sui vincoli di bilancio. Ora il nostro deficit è al 4,5% e permette margini anche per varare politiche di sviluppo per il Paese. Un eventuale irrigidimento dei parametri sui conti pubblici potrebbe costituire un grosso problema per Meloni.

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