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Il destino della guerra in Ucraina potrebbe passare per Nuova Delhi

Nuova Delhi intrattiene strette relazioni sia con gli Stati Uniti, sia con la Russia, oltre ad avere più volte giocato un importante ruolo di mediazione, forse poco pubblicizzato in Italia, durante i momenti più drammatici della guerra, come l’accordo sul grano di luglio, o i bombardamenti su Zaporizhzhia. Martedì si incontreranno Lavrov e l’omologo indiano Jaishankar

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato lo scorso giovedì che martedì 8 novembre incontrerà a Mosca l’omologo indiano Subrahmanyam Jaishankar. La notizia è arrivata il giorno successivo alla comunicazione di Sergej Shoigu ai ministri della Difesa cinese e indiano che l’Ucraina si stesse preparando ad usare una “bomba sporca”, un’arma contenente materiale radioattivo.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha dichiarato che i ministri discuteranno dello stato attuale delle relazioni bilaterali e dello scenario internazionale.

Lavrov aveva visitato l’India ad aprile, incontrando più volte Jaishankar e anche il Primo Ministro Narendra Modi, mentre Vladimir Putin aveva partecipato all’annuale vertice Russia-India nel dicembre 2021. Un format, questo, pensato perché i vertici dei due Paesi discutano dei legami bilaterali annualmente. E’ tra l’altro probabile che Modi si rechi in visita a Mosca prima della fine dell’anno.

Posto di fronte all’allarme di Shoigu sulle intenzioni ucraine, il ministro della Difesa indiano, Rajnath Singh, aveva risposto che l’opzione nucleare non dovrebbe essere utilizzata da nessuno. Nuova Delhi si era espressa l’ultima volta in seguito all’attacco russo su Kiev del 10 ottobre scorso affermando che l’India era “profondamente preoccupata” per l’escalation del conflitto e le morti civili. Questa era stata una delle dichiarazioni indiane più nette dopo le affermazioni di Narendra Modi a margine del vertice di Samarcanda.

Quel vertice, che nelle speranze del presidente Putin avrebbe dovuto mostrare il sostegno alla Russia e la compattezza del mondo asiatico rispetto alle aggressioni occidentali, aveva ulteriormente relegato la Russia a Paese a rimorchio dei partner asiatici. In quell’occasione Modi aveva affermato che “l’era di oggi non è un’era di guerra”. Vedremo cosa si diranno, o meglio cosa faranno emergere, Lavrov e Jaishankar dai colloqui di martedì prossimo.

L’India ha più volte rivestito un ruolo primario nella crisi ucraina, anche se forse poco pubblicizzato. A luglio, quando venne negoziato l’accordo tra Nazioni Unite e Turchia per sbloccare le esportazioni di grano dall’Ucraina, Nuova Delhi giocò il ruolo di mediatore convincendo la Russia ad accettare quell’accordo. Di nuovo, durante i bombardamenti intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia l’India convinse Mosca ad abbassare i toni.

Al momento la Federazione Russa e l’Ucraina non sembrano voler negoziare. Kiev si sente forte delle vittorie ottenute sul campo di battaglia, mentre Mosca sembra voler giocare sul lungo periodo, convinta che il sostegno statunitense prima o poi finirà, e soprattutto che l’Ucraina si troverà in ginocchio dal punto di vista energetico tra qualche mese. Potrebbero aprirsi spiragli di dialogo anche se si dovesse arrivare a uno stallo nei combattimenti.

Qualche tempo fa il presidente francese Macron aveva proposto l’idea di una collaborazione franco-indiana per sponsorizzare negoziati di pace. L’idea non si è mai concretizzata, ma aveva mostrato come Nuova Delhi venga vista da diversi attori come possibile mediatrice dati i suoi rapporti con entrambi i contendenti. Secondo Paese più grande del mondo per popolazione, quinta economia mondiale, l’India ha coltivato negli anni recenti forti relazioni con gli Stati Uniti, ma la Russia rimane un partner importante, un fornitore di energia essenziale e la fonte della maggior parte dell’arsenale indiano.

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