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Tra governismo e dialogo con Conte. La ricetta di Cuperlo per il Pd

“Il Pd assieme al Movimento, nei due governi, è riuscito a ottenere risultati importanti che vanno rivendicati con orgoglio. Spero ci siano terreni comuni per collaborare anche in futuro”, dice Gianni Cuperlo, deputato dem, a Formiche.net. E sul governo: “Questa destra ha iniziato con provvedimenti preoccupanti sul versante economico, sul versante della sicurezza e sui migranti”

Non si sbilancia sull’identikit del futuro segretario del Pd. Perché, a costo di sfidare “le tecniche dell’architettura più moderna”, le case “si costruiscono dalle fondamenta e non dal tetto”. La metafora è di Gianni Cuperlo, deputato del Pd che è tra i più lucidi osservatori del panorama della sinistra e dello stato di salute in cui versa. Con lui abbiamo cercato di analizzare i problemi e le sfide a cui i dem si accingono ad affrontare anche in vista del congresso.

Cuperlo, la sinistra non se la passa bene. Tra l’altro il sorpasso del Movimento 5 Stelle è un ulteriore campanello d’allarme. Come la vede?

La sinistra ha subito una sconfitta per certi versi storica alle ultime elezioni, peraltro lasciando il campo a una destra che, dietro la patina apparentemente moderata, si sta rivelando reazionaria e sta commettendo errori politici davvero marchiani.

Fa riferimento alla rottura con la Francia sul caso dei migranti?

Non solo. Quello è stato un errore politico e diplomatico molto grave se si legge il fenomeno nel quadro dell’impostazione della politica estera. Ma questa destra ha iniziato con provvedimenti preoccupanti anche sul versante economico (flat-tax e innalzamento del tetto del contante) e sul versante della sicurezza (la legge anti-rave). Oltre che, chiaramente, i passi falsi sull’emergenza migratoria.

Torniamo al centrosinistra. Come farà il Pd a recuperare terreno?

Il Pd ha un dovere morale nei confronti degli oltre cinque milioni e mezzo di elettori che l’hanno votato. Ma deve avviare prima di tutto una profonda riflessione interna, sciogliendo alcuni dei nodi che rimangono irrisolti.

Da dove partire in questo senso?

Dall’estirpare il “governismo”. Sono dieci anni che, in un modo o nell’altro, il Pd è al governo pur non essendo stato votato dai cittadini. Questo probabilmente ha ingenerato una percezione negativa nell’elettorato. Ora occorre ripartire dai temi cari alla sinistra, anche per opporsi alla visione propalata da questo governo: dalla scuola al lavoro, passando per la Sanità.

Al di là della figura del segretario, un tema irrisolto è legato al rapporto con il Movimento 5 Stelle. Il Pd appare spaccato. Da una parte i “bettiniani” che sposano la linea dell’alleanza con i pentastellati e dall’altro coloro che preferirebbero che il Pd camminasse con le proprie gambe. Lei come la vede?

Il Movimento ha subito in questi mesi ha subito una profonda evoluzione. Conte è riuscito a caratterizzarlo fortemente e a rafforzare la sua leadership. Il Pd assieme al Movimento, nei due governi, è riuscito a ottenere risultati importanti che vanno rivendicati con orgoglio: penso alle vaccinazioni, al Pnrr e alla gestione della pandemia in generale. Alla luce di questo, auspico che si possano trovare terreni comuni per collaborare e opporsi a questa destra che è al potere.

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