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Visioni di giugno 2012

Oman, il Paese
di Sindbad il marinaio
Pisa, Museo di San Matteo
fino al 7 luglio
L’Oman si racconta all’Italia, grazie alla collaborazione tra l’Università degli studi di Pisa e l’Office of the advisor to H.M. the Sultan for cultural affairs di Muscat. La scelta di Pisa come sede di questo evento non è casuale: è infatti l’ateneo pisano ad aver coordinato l’estesa campagna di scavo nell’area portuale di Khor Rori e nella fortezza di Salut.
L’Oman, sultanato situato nella parte sud orientale della penisola arabica, è un Paese con una storia ricchissima, tradizioni secolari e una natura incontaminata.
Da sempre ponte tra oriente e occidente, fin dall’antichità ha svolto un ruolo chiave nello scambio di merci, persone, idee e culture, costituendo un punto di intermediazione culturale e commerciale con i Paesi sull’oceano Indiano, la Cina, il Mediterraneo.
La mostra vuole essere un viaggio ideale nella sua storia. A partire dall’affascinante leggenda di re Salomone che fece costruire in dieci giorni 10mila canali che resero fertile il Paese e coltivabili le sue terre, per entrare poi nella storia più antica in cui si narra anche del commercio del rame nel III millennio, quando l’Oman era noto con il nome di Magan, e del sito di Salut.
Ma l’Oman è anche conosciuto come il Paese dell’incenso. Gran parte della sua passata fortuna è, infatti, dovuta al fatto che, nella sua parte meridionale, vi cresce una delle più pregiate varietà della preziosa resina.
Il commercio dell’incenso si intreccia con la storia di due importanti porti, Khor Rori ed Al Balid che verranno illustrati attraverso fotografie, ricostruzioni e oggetti provenienti dai recenti scavi archeologici. I siti di provenienza sono stati dichiarati patrimonio dell’umanità dall’Unesco. E una sezione a parte è dedicata alla navigazione, di cui il marinaio Sindbad, con le sue avventure alla conquista dei Sette mari, rappresenta il simbolo. Da qui il titolo della mostra.
 
Andrea Commodi
Firenze, Casa Buonarroti
fino al 31 agosto
Il Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi di Firenze custodisce un nutrito gruppo di fogli autografi di Andrea Commodi (1560 – 1638), nei quali si riconoscono copie da disegni e bozzetti di Michelangelo di proprietà della Casa Buonarroti. Per la prima volta una mostra espone le copie del Commodi accanto agli originali michelangioleschi, provocando per questa via un confronto di eccezionale effetto anche visivo. La rassegna Andrea Commodi dall’attrazione per Michelangelo all’ansia del nuovo, a cura di Gianni Papi e Annamaria Petrioli Tofani, è in programma a Firenze alla Casa Buonarroti. E l’esposizione va oltre la ricostruzione del rapporto a distanza tra Andrea Commodi e Michelangelo, mirando anche alla rivalutazione critica di un artista che merita davvero più attenzione di quella che finora gli è stata riservata: si vuole insomma dare testimonianza, con un’importante selezione di grafica (oltre quaranta disegni) e con una scelta altrettanto importante di opere pittoriche, della ricca personalità di un artista colto e complesso. La mostra è stata realizzata con il determinante contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
 
Carte d’Italia
Roma, Museo Napoleonico
fino al 4 novembre
Composta da sei grandi tavole raffiguranti l’Italia settentrionale e centrale, la Carte générale du théâtre de la guerre en Italie et dans les Alpes di Louis Albert Ghislaine Bacler d’Albe è pervenuta al Museo Napoleonico nel 2005, a seguito della donazione del conte Pompeo Campello, discendente da Maria Bonaparte Campello. La mostra, oltre a rappresentare un riconoscimento alla generosità del donatore, sarà un’ideale continuazione della serie di mostre dedicata alle opere pervenute in dono al Museo inaugurata con l’esposizione delle litografie tratte dell’Expédition d’Italie di Denis-Auguste-Marie Raffet, volume donato al museo dalla Regione Lazio. Disegnatore, cartografo, pittore di battaglie, Bacler d’Albe lavorò al seguito di Napoleone dal 1796 al 1814, diventando nel 1804 capo del suo bureau topographique. Fu uno dei pochi collaboratori ad essere ammesso alle riunioni strategiche dell’Imperatore: dotato di grande
intuito, a lui era affidato il compito di raccogliere e organizzare tutta la documentazione topografica necessaria per le campagne militari. La grande stima che Napoleone nutrì per Bacler d’Albe è confermata da un passo del suo testamento, in cui egli raccomandò che il figlio usasse per la propria formazione proprio le carte di Bacler d’Albe.
L’ambizioso progetto della Carte générale du théâtre de la guerre en Italie et dans les Alpes, del resto, fu voluto da Napoleone stesso: riunire un territorio vasto come l’Italia centro settentrionale in un’unica carta, indispensabile strumento di natura strategica e politica. La realizzazione delle sei tavole si protrasse per circa quattro anni, dal 1798 al 1802, con un’interruzione causata dal ritorno degli Austriaci a Milano, nell’aprile 1799: in fuga verso Parigi, Bacler d’Albe, attaccato dalle truppe austro-russe, perse quasi tutti i suoi materiali (che furono riconsegnati con la Pace di Lunéville dopo la seconda Campagna d’Italia) e poté riprendere la pubblicazione dell’opera solo in un secondo tempo.
La Carte d’Italie è uno dei massimi risultati della cartografia d’inizio Ottocento. Le carte appaiono innovative anche per numerosi elementi di carattere strettamente tecnico: la resa delle montagne ottenuta attraverso una serie di giochi di ombre (testimonianza della formazione artistica di Bacler d’Albe), la precisione nel rendere le vie di comunicazione e i confini dipartimentali e cantonali, la localizzazione delle divisioni dell’armata francese sul territorio italiano con il riferimento ai generali che ne erano a capo.
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