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Tra sostenibilità e buona finanza. Il caso Atlantia

La holding della famiglia Benetton adotta il Sustainability-Linked Financing Framework, lo strumento per collegare la raccolta finanziaria con gli obiettivi industriali e di sviluppo definiti nel piano di sostenibilità

Atlantia rafforza ulteriormente la centralità dei temi Esg, gli standard globali di sostenibilità nelle aziende, nella sua strategia di impresa attraverso l’adozione del framework di finanza sostenibile (Sustainability-Linked Financing Framework) che sancisce la piena integrazione della sostenibilità nella strategia di finanziamento aziendale, in un contesto di crescente rilevanza di queste tematiche per i mercati dei capitali globali.

Di che si tratta? Il framework è lo strumento adottato dalla società – che ha intrapreso una strategia di sostenibilità avviata nel 2020 – per collegare la raccolta finanziaria con gli obiettivi industriali e di sviluppo definiti nel piano di sostenibilità e nel Climate Action Plan, approvato dall’assemblea dei soci dello scorso 29 aprile (iniziativa nota come Say On Climate, realizzata per la prima volta in Italia con voto favorevole di oltre il 98% degli azionisti).

La società della famiglia Benetton è in questo senso tra le prime holding a livello europeo a dotarsi di uno strumento che contiene impegni e obiettivi chiari, definiti e misurabili sull’intero portafoglio di attività gestite, così da consentire un monitoraggio costante dell’avanzamento di programmi e iniziative industriali per attuare la transizione energetica dei propri asset infrastrutturali e di mobilità. Il framework è concepito in modo che sia applicabile a molteplici strumenti finanziari (fra i quali prestiti bancari e obbligazioni), il cui costo varierà in relazione al livello di conseguimento di specifici obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale.

Il framework di finanza sostenibile, la cui solidità è stata vagliata dall’agenzia indipendente Sustainalytics, si articola su cinque metriche di performance (Kpi) rilevanti, materiali, misurabili e di elevata rilevanza strategica finalizzate a presidiare la sostenibilità ambientale e sociale delle attività industriali del gruppo. In questo senso, riveste un ruolo chiave la riduzione delle emissioni dirette di CO2, con un taglio del 50% entro il 2030 sull’intero portafoglio di attività, in linea con quanto previsto da COP26 per mantenere il riscaldamento globale entro 1.5°.

Questo obiettivo è integrato da altre due metriche che misurano l’efficacia della complessiva strategia di decarbonizzazione, che traguardano la riduzione delle emissioni indirette da parte delle principali controllate Abertis e Aeroporti di Roma e l’impegno a gestire nel lungo termine la transizione energetica degli asset in portafoglio per limitare il riscaldamento globale e contrastare dunque il cambiamento climatico. Non è tutto. Il framework include anche una metrica inerente al progressivo utilizzo di energia da fonti rinnovabili con il contestuale abbandono delle fonti fossili.



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