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Armi all’Ucraina e aumento delle spese militari. La mozione del centrodestra

La maggioranza impegna il governo a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti a Kiev e a promuovere l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio

La Camera ha approvato la mozione del centrodestra sul conflitto Russia-Ucraina (alcune sue parti sono state votate anche dall’opposizione) per impegnare il governo a, si legge al quinto punto, “sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina”. Le prime firme sono quelle di Giulio Tremonti per Fratelli d’Italia e di Paolo Formentini per la Lega, rispettivamente presidente e vicepresidente della commissione Affari esteri e comunitari, e quelle di Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, per Forza Italia e di Giuseppe Bicchielli per Noi moderati.

Ieri il governo ha annunciato che il testo per l’estensione del decreto a tutto il 2023 potrebbe approdare in Consiglio dei ministro già “questo giovedì o il prossimo”. Manca poco più di un mese alla scadenza dell’autorizzazione fissata per il 31 dicembre prossimo e l’esecutivo auspica il sostegno delle opposizioni. Come ha detto Guido Crosetto, ministro della Difesa, è “ovvio che se il decreto in questione non venisse fatto entro tale data, prevista dalla legge, cadrebbe la copertura giuridica con la quale lo Stato italiano sta dando seguito agli impegni internazionali presi in sede Ue e Nato con l’Ucraina”. Si tratta di impegni presi “dal precedente governo con presidente del Consiglio [Mario] Draghi, ministro della Difesa [Lorenzo] Guerini e governo sostenuto dal partito di [Giuseppe] Conte”, cioè il Movimento 5 Stelle, ha aggiunto.

Sempre ieri Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha lanciato un monito chiaro e inequivocabile. “La minaccia posta dalla Russia alla pace, e alla sicurezza del nostro continente, richiede da parte di tutte le democrazie, in particolare quelle europee, un rinnovato slancio di unità e coesione”, ha detto il capo dello Stato.

La mozione del centrodestra condanna la “feroce e inammissibile aggressione” russa all’Ucraina, un fatto che “ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa minacciando la pace e la stabilità internazionali”. Anche per questo, la mozione impegna il governo “ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2 per cento del prodotto interno lordo entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento fondamentale per tutelare l’interesse nazionale”.

Le mozioni sul conflitto hanno confermato gli schieramenti. Le mozioni di Alleanza Verdi e Sinistra contro l’invio delle armi e del Movimento 5 stelle per impegnare il governo in Aula sono state respinte. Via libera anche a quelle di Partito democratico e Azione-Italia Viva, fautori della continuità sulla linea Draghi. Ecco il testo della mozione di centrodestra.

La Camera, premesso che:

sono ormai nove mesi che, nel totale dispregio dei principi costitutivi posti a fondamento dell’ordine internazionale universalmente riconosciuto e statuiti dalla Carta delle Nazioni Unite, tra cui il generale divieto dell’uso della forza per la risoluzione delle controversie fra gli Stati, nonché dei più elementari principi e regole del diritto umanitario, continua la feroce e inammissibile aggressione della Federazione russa all’Ucraina, alla sua integrità territoriale, al diritto di autodeterminazione del popolo ucraino e alla inerme popolazione civile, oggetto costante di indicibili orrori e insopportabili sofferenze;

tale aggressione ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa minacciando la pace e la stabilità internazionali, e continua a produrre gravi effetti negativi a livello globale in ambito energetico, sociale, economico-produttivo e financo alimentare, dove in particolare si segnalano gli effetti sulle forniture del grano, e rende necessario presidiare l’approvvigionamento delle materie prime critiche, difendere i settori strategici, adottare strategie volte a contribuire, nel quadro dell’Unione europea, alla sicurezza energetica della Nazione;

la reazione di ferma condanna dell’Unione europea è stata immediata e poderosa, attraverso un sistema di sanzioni nei confronti della Federazione russa e un considerevole sostegno all’Ucraina in termini di aiuti militari che, ad oggi, le hanno consentito di resistere e di riguadagnare terreno;

in piena coerenza con le politiche definite dall’Unione europea e nel rispetto degli impegni internazionali assunti dall’Italia come membro dell’Alleanza atlantica, il Parlamento ha approvato disposizioni normative derogatorie al regime ordinario (l’articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14), con cui è stata autorizzata, fino al 31 dicembre 2022, la cessione alle autorità governative ucraine di materiali, mezzi ed equipaggiamenti militari, previo atto di indirizzo delle Camere;

infatti, in data 1° marzo 2022, le Camere hanno approvato due distinte risoluzioni con cui hanno impegnato il Governo, fra l’altro, ad assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni attivando, con le modalità più rapide e tempestive, tutte le azioni necessarie a fornire assistenza umanitaria, finanziaria, economica e di qualsiasi altra natura, nonché – tenendo costantemente informato il Parlamento e in modo coordinato con gli altri Paesi europei e alleati – la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione;

il Governo, a tutt’oggi, in linea con l’espresso indirizzo parlamentare e con il costante coinvolgimento del Copasir, ha disposto cinque invii di aiuti militari alle autorità governative ucraine, volti ad agevolare, unitamente ai medesimi sforzi di altri Paesi occidentali alleati, l’efficace esercizio del diritto di legittima difesa;

parallelamente sono state varate misure volte ad affrontare la grave crisi umanitaria conseguente all’aggressione russa e ad appostare idonee risorse per approntare l’accoglienza e l’assistenza ai profughi in fuga dalla guerra;

il ritorno della guerra in Europa ha determinato un ripensamento della politica estera e di difesa europea e la conseguente necessità di aumentare gli investimenti di settore, nella consapevolezza che una forte e integrata difesa comune costituisce lo strumento fondamentale, necessario e complementare a quelli, altrettanto essenziali, diplomatico ed economico;

pertanto, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita sarebbe coerente considerare l’esclusione dell’incidenza delle spese di investimento per la difesa sul rispetto dei vincoli di bilancio;

come dichiarato dal Presidente del Consiglio in occasione della fiducia alla Camera il 25 ottobre 2022 «L’Italia continuerà a essere partner affidabile in seno all’Alleanza atlantica, a partire dal sostegno al valoroso popolo ucraino che si oppone all’invasione della Federazione russa, non soltanto perché non possiamo accettare la guerra di aggressione e la violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, ma anche perché è il modo migliore di difendere il nostro interesse nazionale. Soltanto un’Italia che rispetta gli impegni può avere l’autorevolezza per chiedere, a livello europeo e occidentale, ad esempio, che gli oneri della crisi internazionale siano suddivisi in modo più equilibrato ed è quello che intendiamo fare, a partire dalla questione energetica»;

come ha dichiarato il Presidente della Repubblica il 22 novembre 2022 all’assemblea nazionale dell’Anci, quella provocata dalla Federazione russa è «Una guerra contrassegnata da atroci crudeltà e, in questi giorni, dal disegno di tenere milioni di persone al buio e al freddo d’inverno. Di fronte a questi misfatti l’Unione europea ha reagito con compattezza, insieme alla comunità internazionale, assicurando solidarietà all’Ucraina e alla sua resistenza. Una reazione importante, che ha come orizzonte la costruzione di una pace giusta e necessaria, capace di restituire a quel Paese la piena indipendenza violata»;

il perdurare dell’aggressione da parte della Federazione russa su più domini, anche ricorrendo a gruppi intermediari con gravi riflessi sulla sicurezza internazionale, nonché il rischio concreto di una ancor più grave crisi umanitaria a fronte della distruzione della maggioranza delle infrastrutture energetiche ucraine alle porte dell’inverno, richiedono di poter proseguire, ove necessario, nel quadro delle politiche condivise in ambito Nato e Ue, nell’azione di supporto all’Ucraina, alla sua popolazione e alle sue Forze armate,

impegna il Governo:

1) a promuovere e sostenere, di intesa con i partner Nato ed europei, tutte le iniziative diplomatiche volte a creare le condizioni per un negoziato di pace, una pace giusta e sostenibile, fondata sul rispetto delle norme di diritto internazionale, della sovranità e dell’integrità territoriale e del principio di autodeterminazione dei popoli;

2) a promuovere il rilancio delle Nazioni Unite come strumento internazionale per assicurare la coesistenza pacifica, i cui fini sono definiti all’articolo 1 dello Statuto e in particolare:

a) mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;

b) sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale;

c) conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;

d) costituire un centro per il coordinamento dell’attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni;

3) ad assumere tutte le iniziative necessarie, sulla base di quanto concordato in ambito Nato e Unione europea, per continuare a sostenere il popolo ucraino e per limitare gli effetti della crisi umanitaria in atto, a protezione anzitutto dei minori e dei più fragili, favorendo la riabilitazione delle infrastrutture necessarie ad assicurare i servizi essenziali;

4) a contribuire alla tenuta degli accordi in materia di sicurezza alimentare, soprattutto dell’accordo sul grano di Istanbul, al fine di evitare che le ripercussioni della guerra colpiscano un numero ancor maggiore di civili, quali le popolazioni del Medio Oriente e dell’Africa che dipendono dalle importazioni di derrate agricole ucraine;

5) a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina nei termini e con le modalità stabilite dall’articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14;

6) a proseguire nella strada tracciata con l’adozione formale, da parte del Consiglio europeo, nel marzo 2022, della «Bussola Strategica», che implementa la capacità di agire in contesti di prevenzione e gestione delle crisi, la capacità di proteggere, con particolare riferimento al libero accesso nei domini marittimo, cibernetico e spaziale, l’investimento in termini di sviluppo di capacità congiunte in ambito Unione, e il rafforzamento dei rapporti di partenariato prevedendo la possibilità di scorporare dal computo dei vincoli di bilancio le spese di cooperazione fra industrie e i Paesi aderenti all’Unione europea;

7) ad assumere tutte le iniziative necessarie per conseguire l’obiettivo di una spesa per la difesa pari al 2 per cento del prodotto interno lordo entro il 2028, anche promuovendo, nel quadro della riforma del Patto di stabilità e crescita, l’esclusione delle spese per gli investimenti nel settore della difesa dal computo dei vincoli di bilancio e a incrementare le risorse umane e finanziarie destinate alla politica estera, quale strumento fondamentale per tutelare l’interesse nazionale;

8) a proseguire con i negoziati in ambito europeo volti ad individuare una soluzione comune al caro energia, con l’obiettivo prioritario di impedire la speculazione e l’innalzamento dei prezzi del gas al fine di ridurre il più possibile la pressione su imprese e famiglie, assumendo contemporaneamente tutte le iniziative necessarie a diversificare le fonti di produzione;

9) ribadendo la centralità e il ruolo fondamentale della Nato, a lavorare per la costruzione di un esercito comune europeo così come auspicato dai padri fondatori dell’Unione europea. (1-00031) «Tremonti, Formentini, Mulè, Bicchielli, Calovini, Matone, Orsini, Cesa, Chiesa, Battilocchio, Tirelli, Marrocco, Caiata».

(29 novembre 2022)



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