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L’amichettismo di Schlein e il destino comune Pd-M5S. Parla Abbate

“Schlein ha un’idea della politica profondamente distante dalla sinistra e dai ceti che una forza come il Pd dovrebbe rappresentare. Per la sinistra, destino drammatico”, sostiene lo scrittore e saggista. E su Meloni: “Una premier realista, ma sul reddito ha sbagliato mossa”

“Sto aspettando una telefonata dalla Treccani per l’inserimento del lemma ‘amichettismo’, di cui Elly Schlein rappresenta la quintessenza”. L’ironia graffiante e puntuta è di Fulvio Abbate. Scrittore, osservatore acuto dalle frecciate abrasive. Per lui il futuro del Pd è già scritto: “Prima che i dem riescano a dare un’alternativa di sinistra a questo Paese, dovranno passare almeno altri dieci anni”.

Perché Schlein non rappresenta il profilo di segretaria che potrebbe rilanciare il Pd?

Perché lei rappresenta la ragazza borghese, molto garantita. Ha un’idea della politica profondamente distante dalla sinistra e dai ceti che una forza come il Pd dovrebbe rappresentare. Molto di lei lo dice la citazione che ha scelto nel suo profilo twitter: “Salveremo il mondo con un pollo di gomma con carrucola”.

E quale sarebbe il problema?

È il riferimento a un videogame degli anni ‘90. Certo non è qualcosa di immediatamente digeribile per i ceti più bassi. È impossibile, sulla base di questi presupposti, impostare una dialettica con gli “ultimi”. Mi pare che la sua visione della politica e del partito sia abbastanza selettiva: le anime belle e con un portfolio familiare da una parte, tutti gli altri fuori. Siamo insomma davanti a una koinè da giovane esploratrice Tobia.

E il competitor, Stefano Bonaccini?

Non penso possa dare una fisionomia realmente di sinistra al Pd, oltre al fatto che Bonaccini ha una vocazione prettamente territoriale. Nonostante presso alcuni, Bonaccini riscuota il fascino degli attori dei film hard: il supermaschio.

Il destino del Pd sarà quello di stare assieme ai 5 Stelle?

Diciamo che l’elemento che accomuna i dem e i pentastellati in questa fase è la mancanza di un’identità precisa. Specie il Movimento 5 Stelle è un conglomerato di impulsi a cui Grillo ha cercato di dare una forma. Conte, d’altra parte, è un oggetto politico incomprensibile. Di primo acchitto potrebbe dare l’impressione di essere il titolare di un Caf che garantisce ai pensionati gli arretrati. Ha sembianze rassicuranti, insomma.

Ma sarà una storia comune o no?

Penso che dovrà esserci per forza un’alleanza. Anche perché, allo stato, non vedo molte altre opzioni alternative con le forze in campo.

Insomma prevede un destino drammatico per la sinistra in Italia…

Il Pd per la verità non è mai stato né carne né pesce nel solco della vocazione maggioritaria che voleva imprimere Veltroni. Più di ogni altra cosa si è configurato come un insieme di interessi particolari e correntizi. In più, per la sinistra, la vicenda Soumahoro è stata devastante. La moglie con la borsetta di Vuitton: la pietra tombale.

Del governo guidato da Giorgia Meloni che impressioni ha?

Mi pare che la premier sia realista, anche perché non potrebbe discostarsi, soprattutto per certe scelte, dai vincoli imposti dall’Unione europea. I retaggi nostalgici dovrà rimangiarseli. Il punto è che attorno a lei ha un personale politico assai scadente. L’errore che le imputo è essersi scagliata in questo modo contro il reddito di cittadinanza, in un Paese che è da sempre assistenzialista.

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