Massacro in Egitto, è guerra civile, aprono tutti i quotidiani. Repubblica punta sul “Fuoco dagli elicotteri sulla folla nelle piazze”. Allerta Ue, paura per i turisti. Bernardo Valli dà conto dei due eserciti “divisi dal Nilo”, mentre Lucio Caracciolo nel suo corsivo sottolinea l’incendio globale che si sta consumando al Cairo e Federico Rampini si occupa di “Obama il timido”. A centropagina gli “aeroplanini di Silvio” di Filippo Ceccarelli e l’incubo del cav. firmato da Francesco Bei sulla possibile perdita dell’ultimo scudo: “la stratega di B. rinviare il voto in giunta: e Renzi è 15 punti avanti”.
Sulla Stampa Gianni Riotta evidenzia “L’equazione sanguinaria di Alsisi”. La strage di centinaia di morti, – scrive – il calcolo delle vittime resterà per sempre incerto, conferma che il regime militare del generale Abdel Fattah al-Sisi ha deciso di portare l’orologio politico egiziano ancora più indietro rispetto ai tempi del presidente Mubarak”. Mentre di spalla Ugo Magri dipinge “il ferragosto ai domiciliari del Cavaliere”, dalla Certosa ad Arcore. Con a centropagina in evidenza la catena umana dei soccorsi agli immigrati sulla spiaggia di Morghella, nel Siracusano. “Non si baratta la stabilità del governo con i principi di legalità” dice Rosi Bindi intervistata da Francesca Schianchi.
Il Foglio di Giuliano Ferrara titola: “Polizia contro islamisti contro milizie. Prove per una guerra. Il calcolo freddo dei generali del Cairo, scatenare l’istinto jihadista dei Fratelli. Il “venerdì della collera” proclamato dai Fratelli si frantuma in scontri strada per strada. E’ un’escalation cercata? E ancora: due guerre sante contrapposte, quella dell’islamico al Sisi e quella dei Fratelli, senza la possibilità di un compromesso. E Giovanni Orsina sul caso B. rileva: Il cav. e il gioco dei troni. Il futuro del centrodestra senza Berlusconi non c’è, identificazione necessaria che ha una storia. Per questo l’opzione Marina va valutata senza sarcasmi. Con Ovidio, “nec sine te nec tecum vivere possum”.
“La polizia spara sulla folla in piazza”, apre il Corriere della Sera, mentre Franco Venturini certifica ancora una volta “noi così impotenti”: si è vista la sostanziale «impotenza da attendismo» dell’America di Obama, lì è emersa la conferma di un minore impegno statunitense nell’area mediterranea già palesatosi in occasione della guerra in Libia. Sulla sentenza Mediaset. Il quotidiano di via Solferino dà un’altra lettura, questa volta più incline alla crisi: “Si complica il caso Berlusconi. Il governo è di nuovo a rischio”. Nel Pdl sanno che sarà impossibile continuare un percorso comune al governo con un Pd che voterà per la decadenza del loro leader da senatore. E allora si parla di urne nel 2014 dopo la legge di stabilità e il sì a una nuova legge elettorale.
Il Giornale apre sulla giustizia, con Stefano Zurlo che evidenzia I privilegi delle toghe rosse, il pm che spara col boss assolto dai giudici amici. “Pur di evitare guai al procuratore di Nola, pezzo grosso di Magistratura democratica, il Csm ignora le intercettazioni che confermano le sue amicizie pericolose”. Di spalla l’attacco “vergognoso” contro Marina da parte di Repubblica, “fango ad orologeria”. E Vittorio Feltri nel suo fondo chiede uno scudo all’europea, ex immunità parlamentare.
Ironico Il Fatto Quotidiano, con il fedelissimo Malan che dice: “Silvio come Yulia Tymoshenko”. Dopo averlo paragonato a Mandela e a San Suu Kyi, mancano solo Ghandi e Gesù Cristo, scrive il giornale diretto da Antonio Padellaro, che di spalla racconta la beffa Ferragosto, la fabbrica scappa in Polonia: Modena, la Firem manda i 40 operai in ferie e di notte carica tutto sui tir. La Fiom: “Ecco perché ci avevano fatto insegnare l’uso delle macchine ai colleghi slavi”.
Libero si differenzia e apre su “Chi fa la cresta sulla nostra salute”, inchiesta dalle analisi alle protesi, ecco tutte le clamorose differenze di prezzo nelle prestazioni sanitarie. Uno scandalo che ci costa miliardi ogni anno. Il direttore Maurizio Belpietro nel suo fondo torna sul cav agli arresti, che sarebbe “una mazzata per la democrazia”. Mentre Maria Giovanna Maglie sulla guerra civile in Egitto osserva che l’Italia sospende le forniture di armi: “Letta sta coi musulmani e rompe col Cairo”.
Anche l’Unità non apre sull’Egitto e sceglie “L’inevitabile decadenza del Cav”: Silenzio ad Arcore, prendere tempo a Roma. Questa la strategia del Cavaliere dopo la nota del Colle, con il Pdl che cerca di far slittare il voto sulla decadenza da senatore. Intervista di Roberto Speranza, capogruppo piddì alla Camera, all’Unità: «Nessuna alternativa, la legge va applicata subito».
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