“Sono un miliardario comune. Ho smesso di studiare ingegneria elettronica presso l’Università di New York, come Bill Gates ha lasciato Harvard“. Non ci sono davvero parole per descrivere la personalità, la carriera, la storia personale e tutti gli elementi che compongono la vita di John Catsimatides. La stampa greca in questi giorni celebra uno dei candidati alla successione di Michael Bloomberg alla guida di New York.
Chi è Catsimatides
Figlio di un guardiano del faro, nato a Nisyros, nel 1948, John Catsimatides all’età di sei mesi segue i suoi genitori dal Dodecaneso a Harlem. Nel 1969 apre il primo negozio di alimentari e, particolare di cui va molto fiero, senza indebitamento bancario. E battezza il suo negozio “Red Mela” all’angolo tra 87th Avenue e Broadway Street a Manhattan. All’età di 24 anni può vantare già dieci negozi posseduti, oltre a un fatturato di 25 milioni di dollari raggiunti in un solo anno di attività. Nel 1986 acquisisce una catena di supermercati newyorkesi, i Gristedes, e un anno dopo l’azienda petrolifera Refining Company, che attualmente dispone di una vasta rete di servizio con il nome di Kwik-Compilare, “coprendo” la parte nord-occidentale dello Stato di New York e della Pennsylvania occidentale. Dispone inoltre di più di 300 proprietà a New York e Philadelphia, aerei privati, una società di leasing e il quotidiano della diaspora ellenica «Il tempo degli ellenici».
Business e PR
Ad oggi, il valore totale del suo gruppo si avvicina ai quattro miliardi di dollari, rendendo così Catsimatides il 132esimo uomo più ricco negli Stati Uniti secondo le stime di Forbes. Ma come si è sviluppato nel tempo questo successo? In occasione delle ultime elezioni americane Catsimatides ha sostenuto finanziariamente Mitt Romney per la corsa alla Casa Bianca. Ma al contempo può vantare una personale amicizia con Bill Clinton e Barack Obama, mentre la figlia Andrea è sposata con Richard Cox, nipote dell’ex presidente Richard Nixon.
Proclami elettorali
Ha recentemente dichiarato la sua intenzione di correre alle prossime elezioni comunali della città di New York, al servizio della quale, dice, è pronto a mettere il proprio senso degli affari, ma anche l’amore senza compromessi verso una città che l’ha accolto, in cui è cresciuto e dove ha prosperato. Annunciando la sua candidatura ha detto: «Al 1949 i miei genitori emigrarono in cerca di una vita migliore e, come molti immigrati arrivati a New York, con pochi soldi in tasca e conoscendo solo poche parole in inglese. Sono arrivati, però, con molta speranza e voglia di lavorare sodo per fornirmi delle opportunità”. E ancora: “Si stabilirono ad Harlem dove mio padre ha ottenuto un lavoro come assistente cameriere mentre mia madre si occupava di me. Eravamo poveri ed i tempi erano duri. Oggi, 64 anni dopo, formalmente annuncio la mia candidatura a sindaco di New York. E mi inserisco nella competizione elettorale come un nativo newyorkese”.
Il suo motto
Ufficializzando la sua discesa in campo ha anche parlato delle sue preferenze politiche. E, incalzato dalle domande dei cronisti, ha fatto chiarezza con uno slogan tanto semplice quanto efficace: “Sono un repubblicano? Già. Sono conservatore? Già. Sono progressista? Sì e sono situato proprio nel mezzo. Che cosa sono io? A favore del popolo, ma anche degli imprenditori”. Mostrando uno spiccato equilibrismo bizantinesco, certamente prezioso “retaggio” delle sue origini mediterranee. Vorrebbe far rivivere la Fiera Mondiale, che lui adorava come un ragazzino e mantenere la sicurezza pubblica. “Non daremo le strane nuovamente in mano ai criminali”, ha dichiarato, notando poi che i suoi gemelli erano un dono di Raymond W. Kelly, il commissario di polizia.
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