Negli ultimi giorni politici e sociologi (che hanno cercato di capire come stanno cambiando gli stili di acquisto in una fase di contrazione economica) si sono scervellati per spiegare sui principali quotidiani italiani (a partire da LaRepubblica) le ragioni della “crisi” del commercio.
In questo spazio ho deciso di dar voce al “pensiero” del presidente della CNA Commercio Roma, Giovanna Marchese Bellaroto, riprendendo un suo recente intervento, scritto nel doppio ruolo di commerciante romana e di rappresentante dell’istituzione sindacale della CNA. Un intervento che potrà portare gli operatori del settore (e non solo) a fare una serie di riflessioni, anche durante queste vacanze così accaldate.
“Il momento di stagnazione dei consumi che stiamo vivendo ormai da tre anni ha messo in evidenza fra le tante categorie a rischio estinzione, anche quella dei commercianti, che mai prima d’ora, era stata così’ al centro dell’attenzione. Recentemente in un convegno dove venivo presentata come responsabile del commercio di prossimita’ prendendo la parola ho detto ” ..una categoria in via di estinzione forse fra pochi anni verremo presentati in novelli zoo pronti ad arraffare qualche nocciolina che i visitatori divertiti ci lanceranno..” A questo punto uno scroscio di applausi e li’ ho compreso che il mio/nostro destino oltre che al divertimento di una battuta, era saldamente legato alla vita di quelle persone che mi applaudivano, tutti potenziali clienti e cittadini di una città’ che per rimanere viva e funzionale ha riscoperto l’importanza del negozio sotto casa, da raggiungere a piedi senza dover prendere la macchina, uno spaccato di necessità’ che è’ fatto di vita quotidiana e di servizi essenziali.
Oggi siamo sempre sui giornali per le ricerche congiunturali che ci vedono testimoni di una crisi senza più’ confini, testati come indice di decremento dei consumi e primo anello debole di una catena che ha fermato il suo ciclo di produzione e così in ricaduta l’intero sistema paese dietro di noi. la nostra scommessa come associazione, e’ cercare di fornire il sistema di approccio migliore a questa crisi, senza pensare di poterci inventare l’alchimia che porta i soldi nella cassa, ma più’ semplicemente allertare tutti quelli che ancora vogliono scommettere e lottare per tenere in vita le proprie imprese di guardarsi dentro le mura dei negozi e ottimizzare. Questo panorama sconfortante ci induce a intravedere due uniche vie di uscita per la sopravvivenza ;la prima abbassare tutti i costi di gestione al minimo cercando anche di assolvere internamente all’azienda ai servizi di pulizia,consegne e riparazioni oltre che investire meno in merce,potenzialmente in qualsiasi stagione difficile ad essere venduta, il secondo, pur mantenendo sempre il negozio con uno stile fresco e ricercato, cercare di riempire man mano gli scaffali dedicati alla vendita senza sottostare ai baget imposti dai fornitori, per evitare di trovarsi poi a dover gestire delle giacenze di magazzino onerose, qualsiasi sia il saldo da offrire. Certamente per fare questa autoanalisi in prima battuta ci si deve convincere che ognuno di noi versa in questo stato di vera disperazione, i soldi spesso non bastano a pagare le tasse dovute, la merce, l’esposizione bancaria, ma soprattutto gli stipendi e la storia in ogni negozio si ripete la mia uguale all’altra. Per questo chiediamo alla nostra categoria un cambio di passo che ci porti a maturare nel rispetto ognuno dell’altro per una sana e leale concorrenza.Stiamo assistendo ad una lotta senza più’ confini ed oltre il fiorire di vendite promozionali che sanno di disperazione per tutti i mesi dell’anno senza alcuna sospensione nei periodi previsti, subiamo anche l’uso ormai indiscriminato delle offerte dedicate a clientela per sms.Questa diffusa abitudine ha ingenerato a mio avviso una vera discriminazione fra tipologie di consumatori, che ha il sapore di preferenza di classe. Perché mettere a disposizione solo di una cerchia selezionata di clientela, in base alla simpatia, o peggio, in ordine della spesa presunta, negando così a tutti gli altri le opportunità’ raccontate nell’sms,. I negozi che sono adibiti alla vendita al pubblico dovrebbero essere sanzionati qualora decidessero di fare offerte in maniera , diciamo così’personalistica, la loro vocazione li mette nella condizione di trattare la clientela nella sua complessità’ alla stessa maniera, tutta la clientela, anche quella che lo è’ potenzialmente solo perché’ si ferma davanti ad una vetrina della quale non si conosce il numero del cellulare.
Auspico che maggior controllo e rispetto della concorrenza possano mutare velocemente questo uso distorto delle buone offerte, ormai le vendite promozionali o ad esaurimento merci possono alleggerire le giacenze nei negozi per otto mesi l’anno previa comunicazione entrò 15 giorni al proprio municipio e se il commercio di questa necessità’ farà’ virtù’ penso che nel rispetto della categoria , del vicino e soprattutto del cliente, ci sarà’ per le vie della città una rivoluzione di stile che porterà’ i cittadini a fidarsi sempre più’ del proprio negoziante ed accanto a lui, legati dallo stesso destino di sopravvivenza per le vie della città’ , forse si condividera’un rinato senso di appartenenza nei quartieri”.
Giovanna MarcheseBellaroto
Presidente CNA commercio Roma