Un cacciatorpediniere statunitense nello Stretto di Taiwan, una portaerei cinese tra le acque di Guam. Come spiega il Global Times, la Cina vuole dimostrare di avere capacità militari. Gli Usa continuano a rivendicare un Indo Pacifico libero e aperto
Il cacciatorpediniere lanciamissili guidati USS Chung-Hoon ha condotto “un transito di routine nello Stretto di Taiwan il 5 gennaio (ora locale) attraverso acque in cui si applicano le libertà di navigazione e di sorvolo in alto mare, in conformità con il diritto internazionale”. Lo ha dichiarato la Marina in un comunicato. Il transito della nave USS Chung-Hoon attraverso lo Stretto di Taiwan “dimostra l’impegno degli Stati Uniti per un Indo-Pacifico libero e aperto”, sostiene il Pentagono, che sottolinea come le forze armate degli Stati Uniti “volano, navigano e operano ovunque il diritto internazionale lo consenta”.
Queste attività sono detestate da Pechino, che le considera provocatorie in quanto vede le acque dello stretto (così come quelle attorno alcuni degli isolotti del Mar Cinese) parte della propria sovranità territoriale.
Pochi giorni fa, la Cina ha fatto navigare una delle sue tre portaerei vicino al territorio statunitense di Guam, che occupa una base strategica americana in mezzo al Pacifico. Una mossa rara, che Pechino ha segnalato come un chiaro avvertimento all’amministrazione Biden riguardo l’avvicinamento di Taipei a Washington.
La flotta della portaerei Liaoning col suo gruppo da battaglia di recente ha condotto circa 260 esercitazioni di decollo e atterraggio vicino all’isola giapponese di Okinawa, sede di un’altra importante presenza militare statunitense nell’Indo Pacifico. Le operazioni avevano portato le forze aeree giapponesi a far decollare jet da combattimento ed elicotteri, nonché fatto prendere il mare a un cacciatorpediniere e altri mezzi delle Forze di autodifesa di Tokyo.
Se le esercitazioni saranno uno degli elementi che continueranno a caratterizzare la regione anche nel 2023, il passaggio cinese al bordo delle acque che gli Stati Uniti definiscono territorio sovrano a Guam, così come quello verso le basi della Settima Flotta in Giappone, è significativo. L’isola fortificata sede della base Andersen e la flotta nelle basi nipponiche sono elementi critici della capacità americana di proiettare la potenza militare nell’area indo-pacifica orientale, sia come punto di sosta sia come base per i bombardieri strategici dell’Air Force e i sottomarini della US Navy.
I media di Stato cinesi hanno inquadrato l’operazione della Lioaning come una dimostrazione di forza, un messaggio nei confronti degli Stati Uniti: un avvertimento a non continuare a tenere un comportamento che indigna Pechino — legato all’appoggio ricevuto da Taiwan, ma anche alle varie attività di contenimento cinese avviate con altri partner e alleati regionali.
L’operazione “ha dimostrato che la portaerei cinese è pronta a difendere il Paese da potenziali attacchi statunitensi lanciati da lì, compresi i tentativi di interferenza militare sulla questione di Taiwan”, ha scritto in un articolo il Global Times, vettore della narrazione strategica del partito-stato diffuso in lingua inglese. La Cina sostiene che la Liaoning non aveva mai navigato così vicino al territorio statunitense e sottolinea il valore della missione (che in futuro potrebbero essere meno straordinarie?).
La scambio di colpi di fioretto tra le acque dell’Indo Pacifico segue un trend visto da mesi. Ma le nuove tensioni non si sono limitate alla sfera militare. La Cina ha condannato la decisione dell’amministrazione Biden di richiedere il test per il Sars-Cov-2 per i viaggiatori provenienti dalla Cina — decisione presa in base alla “mancanza di dati adeguati e trasparenti” da parte del governo di Pechino (preoccupazione anche dell’Oms) sull’aumento dei casi, che ha trovato sponde anche in Europa, Giappone e Taiwan.
L’analisi del Global Times sull’ultimo dispiegamento della Liaoning, scrive: “La Cina non attaccherà mai le basi militari statunitensi a Guam finché l’esercito americano non attaccherà la Cina o interferirà nella questione di Taiwan […] ma avere tali capacità è un deterrente contro potenziali provocazioni statunitensi”.
Il media cinese (che è sempre utile osservare per delineare il reale sentimento del Partito) cita anche l’ultima legge di finanziamento militare degli Stati Uniti, firmata dal presidente Joe Biden la scorsa settimana, con la quale si stanziano livelli senza precedenti di vendita di armi e altri tipi di supporto militare direttamente a Taiwan. Una scelta che, secondo i funzionari statunitensi, è progettata per spostare l’equilibrio del potere militare nel Pacifico.
Il senatore Robert Menendez, democratico del New Jersey e presidente della commissione Affari esteri, all’inizio del mese ha definito la legge “una delle più importanti degli ultimi anni”, in quanto “crea il terreno per una vera deterrenza, implementando una strategia più resistente per Taiwan nel caso in cui la Cina continui a perseguire una rotta di collisione verso la guerra”.