Il dono del papa indica la via dell’amore sociale, e la possibilità di comprensione sussiste, anche per l’elenco dei temi, numerosissimi, trattati
Difficile immaginare una tempistica migliore per l’incontro tra papa Francesco prima e la segreteria di stato poi e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In Vaticano sono passati da poco i funerali di Benedetto e il grave strascico di polemiche che ha tentato, gravemente ma senza successo, di contrapporre il papa regnante e quello emerito. Dunque il momento ha aiutato il colloquio istituzionale a rinsaldare i rapporti tra questa Italia e questa Santa Sede. Un dato non trascurabile. Se questo vale per l’oggi, per il domani varrà altro. Il punto infatti è capire se Giorgia Meloni avrà usato l’occasione per accreditarsi non come una simpatizzante di quel populismo che ha spesso civettato con il tradizionalismo che non nasconde malanimo verso il papa o come una possibile interlocutrice, pronta a dare gambe a un nuovo conservatorismo europeo, diciamo quel conservatorismo compassionevole che agli occhi di molti tanto servirebbe a questa Europa.
La stagione del populismo sovranista alla Trump e Bolsonaro non sembra questa e una sponda qualitativa con il Vaticano sarebbe certamente utile agli interpreti di questo ipotetico conservatorismo compassionevole. È quello che, in linea puramente teorica, si può leggere nel dono che Francesco ha fatto alla premier. Non tanto i volumi, sempre significativi, quanto un’opera in bronzo fortemente simbolica, dal titolo “Amore sociale” e raffigurante un bimbo che aiuta un altro a rialzarsi. Sembra quasi di sentire la voce di Francesco che incontrando Comunione e Liberazione in Vaticano anni fa disse: “La morale cristiana non è lo sforzo titanico, volontaristico, di chi decide di essere coerente e ci riesce, una sorta di sfida solitaria di fronte al mondo. La morale cristiana non è non cadere mai, ma alzarsi sempre, grazie alla sua mano che ci prende”.
Il dono del papa indica dunque la via dell’amore sociale, e la possibilità di comprensione sussiste, anche per l’elenco dei temi, numerosissimi, trattati: “Durante i colloqui in Segreteria di Stato – si legge nella nota vaticana- sono state sottolineate le buone relazioni bilaterali e si è fatto cenno ad alcune questioni relative alla situazione sociale italiana, con particolare riferimento ai problemi legati alla lotta alla povertà, alla famiglia, al fenomeno demografico e all’educazione dei giovani. Nel prosieguo della conversazione sono state prese in esame tematiche di carattere internazionale, con speciale riferimento all’Europa, al conflitto in Ucraina e alle migrazioni”. Dunque come sia andata lo capiremo solo seguendo gli accadimenti e le scelte, le possibili discontinuità.