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Chi è Fabio Pinelli, il nuovo vicepresidente del Csm

Dopo il marasma attraversato dalle toghe negli ultimi anni, l’elezione dell’avvocato padovano Fabio Pinelli sembra destinato a segnare un cambio di passo e per la prima volta anche di prospettiva politica al Consiglio superiore della magistratura. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Palazzo dei Marescialli di lotta e di governo. L’elezione con 17 voti alla vicepresidenza del Csm dell’avvocato Fabio Pinelli rispetto alle 14 schede per il costituzionalista Roberto Romboli, segna una inedita svolta subliminale di centrodestra e prefigura una 19^ consiliatura dell’organo di autogoverno della magistratura autonoma, ma non pregiudizialmente contrapposta alla maggioranza di governo.

Dopo due scrutini praticamente testa a testa fra Pinelli e Romboli, il primo candidato dalla Lega e il secondo dal Pd fra i 10 laici di nomina parlamentare, la scelta decisiva sarebbe stata quella di due togati, probabilmente di Unicost, che si sono sommati ai 7 consiglieri di Magistratura Indipendente, ai sette laici del centrodestra, più il voto del laico Ernesto Carbone eletto dal Parlamento su proposta dell’area renziana del terzo polo.

“Cerchiamo di essere credibili e trasparenti, mai obliqui, nell’interesse supremo del Paese. Orienterò ogni mio comportamento nell’interesse collettivo e avrò come riferimento la guida ed il faro del Presidente della Repubblica”, le prime parole del neo vicepresidente del Csm Fabio Pinelli, che ha emblematicamente voluto ricordare al plenum il sacrificio del giudice Rosario Livatino. Mentre poco prima dell’inizio del Plenum il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha presieduto la seduta, ha ricordato Gian Giacomo Ciaccio Montalto, il magistrato precursore del salto in avanti delle indagini antimafia, assassinato esattamente 40 anni addietro a Trapani dalle stesse cosche di Riina e dei Messina Denaro che avrebbero poi caratterizzato i terribili anni delle stragi di cosa nostra.

“Il Csm è presidio di indipendenza della magistratura e l’adozione di delibere condivise, ne rende più efficace ed autorevole il percorso”, ha affermato il Capo dello Stato rivolto a Fabio Pinelli, “con la sua elezione è divenuto il punto di riferimento e di raccordo di tutti i componenti del Consiglio, che devono sentirsi da lei rappresentanti, ascoltati e garantiti nell’esercizio delle loro funzioni”. Prima di entrare a Palazzo dei Marescialli, Pinelli è stato professore a contratto presso l’Università Cà Foscari di Venezia e titolare dell’insegnamento di “Diritto penale dell’ambiente, del lavoro e della sicurezza informatica ed Internet e privacy”.

Oltre all’ambito strettamente professionale, è stato anche membro del Comitato scientifico di Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, Presieduta da Luciano Violante. Dalla nomina del nuovo primo presidente della Corte di Cassazione alla scelta dei vertici delle procure di Firenze e Bologna, scaduti da circa un anno, basteranno poche settimane al Csm in modalità Pinelli per misurare l’effettivo livello di quella palingenesi che da più parti è stata auspicata per il ruolo costituzionale e di garanzia dell’autonomia della Magistratura del Consiglio superiore. Mai come in questo caso, insomma, l’inizio sarà domani.



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