Ampia conversazione con la giornalista e scrittrice, già parlamentare e membro del Jerusalem Center for public affairs, che annuncia la nascita del primo centro per gli studi europei contro l’antisemitismo. I nuovi beceri fenomeni? “Si spiegano con la maniera in cui l’antisemitismo oggi si applica allo Stato di Israele: viene definito, senza nessuna motivazione reale, uno stato di apartheid e genocida”
L’Ucraina combatte per la propria sopravvivenza così come ha fatto e continua a fare lo Stato di Israele. Lo dice a Formiche.net per celebrare il Giorno della Memoria, Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice, già parlamentare e membro del Jerusalem Center for public affairs che spiega come sia possibile che l’antisemitismo continui a proliferare in paesi europei anche membri della Nato). E annuncia la nascita a Firenze del primo centro per gli studi europei contro l’antisemitismo.
Perché è importante aumentare il carico di racconti e di consapevolezze nel Giorno della Memoria?
Elie Wiesel, quando decise finalmente di raccontare ciò che aveva vissuto e quindi di ricordare, pensava che la memoria avrebbe salvato il mondo dal fatto che tutto ciò potesse accadere di nuovo. “Se io avessi saputo, diceva, nel momento in cui mi misi a raccontare che si sarebbe ripresentato di nuovo il fenomeno dell’antisemitismo, non avrei mai avuto il coraggio di farlo, perché avrei pensato che non sarebbe servito a niente”. Oggi dobbiamo sottolineare che c’è una battaglia in corso.
Oggi ci sono segnali preoccupanti?
Ricordiamoci che bisogna guardare gli inguardabili per capire. Dopo la seconda guerra mondiale tutte le istituzioni, per prima l’Unione europea, sono nate appunto per far fronte all’orrore spaventoso dell’Olocausto, per evitare che si potesse riprodurre di nuovo l’odio contro gli ebrei e la loro situazione sostanziale per cui appunto il nazismo decise che non avevano diritto di vivere.
C’è una crescita di antisemitismo in molti Paesi come Inghilterra, Germania, Belgio e nell’Europa del nord. I nuovi fenomeni da dove nascono?
Assistiamo ad un fenomeno che va esattamente nella medesima direzione, cioè nella direzione non soltanto di denigrarli ma di invito ad attaccarli. Lo si vede benissimo nella maniera in cui l’antisemitismo oggi si applica allo Stato di Israele: viene definito, ad esempio, senza nessuna motivazione reale uno stato di apartheid, uno Stato genocida e gli si attribuisce una volontà pazzoide e di uccidere addirittura i bambini. Tutte cose che di fatto tendono a negare il suo diritto all’esistenza e di nuovo qui, osservo, si tende a negare dopo decenni il diritto all’esistenza degli degli ebrei esattamente col medesimo meccanismo antisemita che portò alla Shoah.
Un nuovo antisemitismo moderno?
Esatto, che ha già fatto scappare circa 300mila ebrei da Parigi, da Bruxelles, dall’Inghilterra per andare in Usa o in Israele o a Dubai. L’Europa dovrebbe vivere un momento di contrazione suprema nel giorno della memoria e domandarsi che cosa sta facendo. Non dimentichiamo quanti attacchi terroristici ci sono stati contro gli ebrei nel corso di questi anni. Tutti senza un obiettivo politico specifico ma contro uomini, donne e bambini ebrei. In Israele durante la seconda Intifada sono stati uccisi almeno 2000 ebrei. Agli ebrei, ancora oggi, gli si vuole negare il diritto a difendersi? Gli si vuol negare il diritto ad esistere? Queste le mie domande anche a quelle istituzioni che dovrebbero essere i maggiori nuclei di difesa dei diritti umani, ma che hanno invece compiuto un’operazione perversa per cui usano i diritti umani per attaccare gli ebrei. Ma vedo anche un diverso racconto a seconda dei soggetti coinvolti.
Ovvero?
Ci sono storie che non vengono raccontate: come quelle di terroristi stipendiati da regimi anti israeliani, che pagano anche le famiglie se i terroristi muoiono o che uccidono gli omosessuali e i dissidenti, oltre a tenere le donne in una sorta di schiavitù culturale religiosa. Possibile che su questi mondi, prima di tutto sull’Iran che ha condannato a morte il popolo ebraico come scopo principale della sua esistenza, non si debba mai sentire una parola di condanna da parte di chi dice di difendere i diritti umani? E come mai l’Europa non ha il buon senso di capire che la responsabilità di tutto questo poggia sulle sue spalle?
Dove nasce la nuova insorgenza di antisemitismo?
È legata all’indifferenza o peggio alla giustificazione che si dà dell’uccisione genocida degli ebrei, ai giorni nostri, soprattutto per mano del terrorismo, collegandola alla cosiddetta occupazione che non è mai definita veramente occupazione dall’Onu, ma riguarda un problema di terre contese: quindi anche questa è tutta un’altra storia. Si accusa sempre Israele di essere la responsabile di questo scontro con i palestinesi, quando non si guarda mai al fatto che i palestinesi hanno rifiutato sonoramente tutte le proposte di pace. È da qui che nasce l’antisemitismo, da questa colpevolizzazione e soprattutto dalla delegittimazione totale degli ebrei e della loro impresa principale fondamentale che è lo Stato di Israele. Purtroppo accanto alle manifestazioni con le bandiere palestinesi in piazza c’è chi urla “kill the Jews”. Ecco, questa è una tragedia.
Le voci complottiste anti israeliane che ispirano questo nuovo antisemitismo moderno sono le stesse che fanno passare questa vulgata, ovvero che la difesa occidentale dell’Ucraina sia fonte stessa dell’inizio della guerra?
Secondo me c’è un nesso fortissimo fra queste due cose. Io penso che l’Ucraina combatte per la sua esistenza, per la sua libertà, per la sua democrazia, per la sua indipendenza e per la difesa dei valori occidentali così come ha fatto e continua a fare lo Stato di Israele. Chi non lo capisce e invece si immagina che dopo aver dato le armi agli ucraini allora bisognerebbe darle anche ai palestinesi, vuol dire che appartiene a quella schiera di mondo che ha che una visione antisemita. Per questa ragione al fine di promuovere una forte base culturale che combatta l’antisemitismo, a Firenze è nato il primo centro per gli studi europei contro l’antisemitismo (Cesca), di cui sono cofondatrice con il console onorario di Israele a Firenze Marco Carrai, promosso da Comune di Firenze e dal Jerusalem Center for public affairs.
@FDepalo