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Sia chiaro però che non può essere Cospito a vincere

Non va bene l’eccessiva enfasi posta dal Pd con la visita al carcere in folta delegazione, per giunta guidata dalla capogruppo Serracchiani e dall’ex ministro Orlando. E non va bene nemmeno la gestione pasticciata che si è vista ieri, di cui è prova l’intervento per certi versi imbarazzato del ministro Nordio oggi in Parlamento. Il corsivo di Arditti

Il rischio che non possiamo correre è consegnare ad Alfredo Cospito la vittoria politica, facendolo emergere come fiero e nobile oppositore al sistema, combattuto a suon di bombe e colpi di arma da fuoco.

Ad onor del vero sta accadendo un po’ questo, per effetto di due (distinti) fattori che riguardano il principale partito di opposizione (il primo) e la maggioranza di governo (il secondo).

Non va bene a mio avviso l’eccessiva enfasi posta dal Pd con la visita al carcere in folta delegazione, per giunta guidata dalla capogruppo alla Camera Serracchiani e dall’ex ministro Orlando. Troppo di peso il gruppo che è andato al carcere di Sassari, troppo forte il desiderio di dare rilevanza politica alla vicenda.

Però non va bene nemmeno la gestione pasticciata che si è vista ieri tra l’on. Donzelli e il sottosegretario Delmastro, di cui è prova l’intervento per certi versi imbarazzato del ministro Nordio oggi in Parlamento. Non mi interessano gli aspetti (eventuali) penali o di altro genere, né lo scambio non certo elegante di accuse in aula. Mi interessa il fatto che la maggioranza tutta alza i toni troppo spesso in materia di giustizia, che invece è tema che ha bisogno di lavoro politico di qualità, evitando risse poco concludenti.

Ma davvero pensano al governo di affrontare riforme epocali come la separazione delle carriere con questo livello di confronto al calor bianco?

Governare è arte difficile ed è sotto gli occhi di tutti che Giorgia Meloni ci sta mettendo grande impegno. Però traghettare un gruppo dirigente di partito abituato all’opposizione facendolo diventare forza di gestione quotidiano dello Stato è impresa durissima e complessa.
Proprio per questo però richiede applicazione certosina e calcolo responsabile, preferendo molte volte una parola in meno ad una in più.

Catturato un pericolosissimo latitante siamo finiti dentro un dibattito sul 41bis che è semplicemente surreale, indicativo però del fatto che sulla Giustizia la seconda Repubblica non trova serenità.

Comunque il pallino è in mano alla premier, che deve trovare una quadra politica per una maggioranza ed un governo che devono accompagnarne lo spirito di cambiamento e non certo diventarne ostacolo.

Sotto questo profilo certamente una cosa non può fare Giorgia Meloni: consentire a Cospito di vincere. Il detenuto va curato ed assistito perché la sua salute è un bene prezioso della Repubblica. E poi va riportato, con tutte le garanzie costituzionali previste, al suo ruolo di condannato per gravi reati.



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