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Zelensky, Sanremo e noi. Il barometro di Arditti

Come la pensano gli italiani? Lo vediamo chiaramente nel lavoro di Swg, che ha proposto la domanda al campione quando ancora si pensava all’intervento in video. Il barometro di Roberto Arditti

Gestione pasticciata quella dell’intervento del presidente Zelensky al Festival di Sanremo. Prima il video, poi il messaggio scritto: il tutto senza sopire davvero le polemiche, che restano vive anche dopo l’approdo al testo letto da Amadeus. Ma come la pensano gli italiani? Lo vediamo chiaramente nel lavoro di Swg, che ha proposto la domanda al campione quando ancora si pensava all’intervento in video.

 

 

Cosa c’è dentro questa posizione della maggioranza? Tante cose in realtà. C’è stanchezza verso una guerra che va avanti da un anno, ma c’è anche una quota di ostilità agli Usa e all’Europa che alberga tanto a destra quanto a sinistra. Poi c’è chi simpatizza per Putin (ma non lo dice in pubblico), così come c’è chi sente puzza di propaganda di fronte alla “profanazione” della sacralità musicale del Festival (che per la verità di incursioni fuori tema ne ha fatte parecchie in passato).

Poi c’è anche chi dice (ed è la mia opinione) che il sostegno all’Ucraina è impegnativo ma giusto e va quindi continuato, senza però farne un motivo di incursioni poco opportune, atteso che ormai il tempo emotivo è assai diverso da quello dell’inizio 2022.

Agli amici dell’Europa e delle democrazie occidentali dico: non si può ragionare in modo burocratico. Quello che andava bene un anno fa non va bene adesso. Il momento è cambiato, ma, tutto sommato, le nazioni che aiutano l’Ucraina contro l’invasore sono ancora lì.

Di Zelenski a Sanremo possono farne a meno anche i più implacabili critici di Putin.

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