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L’intelligence dietro le quinte dell’european tour di Zelensky

I bilanci e le prospettive dei vertici a Londra, Parigi e Bruxelles del presidente ucraino evidenziano l’urgenza per Kiev di ricevere i moderni armamenti corazzati e missilistici occidentali prima che scatti l’attacco russo. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Tempestività decisiva. Il destino dell’Ucraina e la possibilità dell’esercito di Kiev di difendersi e fronteggiare l’imminente tentativo di colpo di maglio dell’offensiva russa, dipendono essenzialmente dal tempismo e dalla velocità con le quali l’occidente farà arrivare sul fronte del Donbass i moderni carri armati, i sistemi missilistici avanzati e i super jet in grado di assicurare la superiorità aerea.

Il blitz di due giorni del presidente Volodymyr Zelensky a Londra, Parigi e Bruxelles ha evidenziato che a Mosca stanno bruciando i tempi dell’offensiva per anticipare l’arrivo dei moderni armamenti americani, inglesi ed europei alle forze ucraine, in maniera da tentare di sopraffarle mandando allo sbaraglio ad ondate continue centinaia di migliaia di soldati arruolati in fretta e furia e spediti al fonte dal Cremlino.

A Londra e Parigi, col primo ministro Sunak, il cancelliere Scholz e il presidente Macron sono state prese decisioni operative “da non rendere per il momento pubbliche” ha affermato Zelensky. In particolare per quanto riguarda la formazione dei piloti degli F-16 e dei caccia francesi e sulla fornitura di missili a lungo raggio. La sicurezza e la stessa sopravvivenza dell’Europa dipendono dalla capacità dell’Ucraina di arrestare la spinta neo imperialista di Mosca.

“Putin è un drago affamato e una volta che i russi avranno raggiunto vostri confini, dovrete sacrificare la vita della vostra gente. Ecco perché ciò che l’Ucraina sta facendo oggi aiuta anche gli altri Paesi”, ha detto Zelensky al Parlamento europeo. “L’obiettivo strategico” di Putin rimane quello di soggiogare l’Ucraina e dividere l’Occidente” ha affermato il direttore del servizio di intelligence dell’Estoria Kaupo Rosin, che ha detto di attendersi un prolungamento della guerra per tutto il 2023. In relazione alle ipotesi di sostituzione da parte del Cremlino dei vertici dei servizi segreti, per Rosin non vi sono possibilità che il presidente russo possa essere rovesciato: “Putin ha ancora il pieno controllo del potere di un Paese che è sempre più una dittatura totale”.

Secondo un altro servizio di intelligence, quello giapponese, sono ben 20 i generali russi rimasti uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina. “I media britannici – si legge su Nikkei Asia, uno dei quotidiani più autorevoli di Tokyo – riportavano nei mesi scorsi che erano stati uccisi più di dieci generali russi. Il Giappone stima invece che in totale siano più di 20, sulla base di informazioni raccolte assieme alle agenzie degli Stati Uniti e dell’ Europa”. Secondo Kiyofumi Iwata, ex capo di stato maggiore nipponico, vengono uccisi tanti generali perché i russi li mandano al fronte, ma anche perché vi è una superiorità ucraina nella cyber guerra che permette a Kiev di individuare dove si trovano i comandanti delle forze di Mosca. Probabilmente anche grazie ai contributi di “informatori” nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk che danno indicazioni alle forze ucraine.

Per la Cnn, sulla base delle informazioni raccolte dal gruppo Oryx, un sito web di intelligence open source, la Russia ha perso circa 2mila carri armati operativi dall’inizio della guerra in Ucraina, ossia fino alla metà di tutta la sua flotta di tank. Altri 544 carri armati sono stati catturati dagli ucraini, 79 danneggiati e 65 abbandonati. Il bilancio non include le perdite non confermate visivamente, ha detto Jakub Janovsky, analista militare del blog: il bilancio effettivo potrebbe essere più vicino ai 2.000 carri armati.

Tutti i dati convergono nell’indicare che l’esito delle prossime battaglie sarà deciso, più che dal numero dei soldati, dall’impatto dei mezzi corazzati, dalla precisione e dalla gittata dei missili e dalla capacità di controllare il cielo sopra l’Ucraina.

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