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Una squadra speciale per difendere le tecnologie critiche Usa. La mossa di Biden

La Disruptive Technology Strike Force lanciata in oltre 10 città degli Stati Uniti nasce con l’intento di proteggere l’innovazione americana dalle mire cinesi, russe, iraniane e nordcoreane

Si chiama Disruptive Technology Strike Force la più recente iniziativa lanciata in oltre 10 città degli Stati Uniti dai dipartimenti della Giustizia e del Commercio per proteggere l’ambiente tecnologico americano dalle mire cinesi, russe, iraniane e nordcoreane. A guidare le operazioni ci sono la divisione sicurezza nazionale del dipartimento della Giustizia e il bureau dell’Industria e della sicurezza del dipartimento del Commercio. Coinvolti anche Fbi, Homeland Security Investigations e 14 uffici dei procuratori degli Stati Uniti in 12 aree metropolitane in tutto il Paese.

Gli autocrati cercano di trarre un “vantaggio tattico” rubando e sfruttando le più innovative tecnologie americane che usano per “potenziare le loro capacità militari, per sostenere programmi di sorveglianza di massa che consentono abusi dei diritti umani e per minare i nostri valori”, ha dichiarato il vice procuratore generale Lisa O. Monaco. “Utilizzando l’intelligence in tempo reale e l’analisi dei dati del XXI secolo, la Disruptive Technology Strike Force riunirà le competenze dei dipartimenti di Giustizia e Commercio per colpire gli avversari che cercano di sottrarre la nostra tecnologia più avanzata e per attaccare oggi le minacce alla sicurezza nazionale di domani”, ha aggiunto. “Gli avversari minacciano direttamente la nostra sicurezza nazionale”, ha dichiarato Paul Abbate, vicedirettore dell’Fbi. “Questi crimini hanno il potenziale di destabilizzare la sicurezza economica americana, di avere un impatto negativo sulle imprese americane e di incidere sull’occupazione”, ha spiegato ancora.

“Quando vengono acquisite da Stati nazionali avversari come la Repubblica popolare cinese, l’Iran, la Russia e la Corea del Nord, le tecnologie avanzate possono essere utilizzate in modi nuovi o inediti per potenziare le loro capacità militari o per sostenere programmi di sorveglianza di massa che consentono violazioni dei diritti umani”, si legge in una nota del dipartimento della Giustizia. Nel mirino delle autocrazie ci sono tecnologie che riguardano il quantum, l’intelligenza artificiale e le bioscienze.



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