L’immane tragedia originata dal terribile sisma in Turchia ha suscitato forte turbamento e sentimenti di particolare partecipazione per le popolazioni colpite e per tutto il popolo ferito duramente. Ecco l’iniziativa di San Marino raccontata dall’ambasciatore di San Marino in Turchia, Giorgio Girelli
Anche la Repubblica di San Marino attraverso il Segretario di Stato per gli Affari Esteri, Luca Beccari, ha prontamente espresso al governo e al popolo turchi la solidarietà del Titano per il disastroso sisma del 6 febbraio scorso. È subito intercorso un collegamento con il ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Turchia ed è stato inviato un accorato dispaccio di cordoglio per il terremoto violento e devastante.
Il Congresso di Stato di San Marino, su proposta di Beccari, ha poi adottato una delibera per stanziare un finanziamento di sostegno alle popolazioni turche, da versare sul conto corrente attivato da parte della Croce Rossa Sammarinese. A tale iniziativa concorrono tutte le Segreterie di Stato con un contributo tratto dai rispettivi bilanci. Alla vasta solidarietà internazionale la Repubblica del Titano si è infatti associata con la sua Croce Rossa e con l’organizzazione Caritas, memore dell’appoggio manifestato in diverse circostanze ai sammarinesi dalla Turchia.
Quale Capo missione ad Ankara ho preso contatto con Ömer Gücük, ambasciatore della Repubblica di Turchia presso San Marino, facendogli anche pervenire un formale messaggio in cui ho manifestato sentita vicinanza al martoriato Paese, con commossa condivisione ed acuto dolore per i familiari delle vittime.
L’immane tragedia originata dal terribile movimento tellurico in Turchia ha suscitato forte turbamento e sentimenti di particolare partecipazione per le popolazioni colpite e per tutto il popolo turco ferito duramente negli animi e negli aspetti della vita quotidiana da tale calamità. Le cui dimensioni, come hanno sottolineato il “capo umanitario” delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, ed il presidente Erdogan, sono spaventosamente elevate.
È quindi un pensiero assai dolente quello che in questi momenti va ai caduti, tra i quali la cara studentessa turca che studiava alla “Sapienza”, agli sfollati aggrediti anche dal clima molto rigido, allo strazio di coloro che ancora sono sotto le macerie. Tutto ciò alimenta angoscia e sgomento anche in chi segue gli eventi da lontano.
Vanno riscontrate con favore l’intenso impegno delle autorità turche e la mobilitazione internazionale per soccorrere le popolazioni e salvare il maggior numero di vite possibile. Il coinvolgimento di Ankara è globale. Ad esempio l’ambasciatore Murat Salim Esenli, che ha preceduto a Roma l’ambasciatore Gücük e ora ricopre un alto incarico al ministero degli esteri, ha così risposto a una mia lettera: “Sto scrivendo queste righe dalla zona sismica, dove mi sono offerto volontario per lavorare. È profondamente toccante vedere la generosità e la solidarietà di così tante nazioni di tutto il mondo”.
È dunque augurabile che l’aiuto internazionale in corso perduri con intensità anche dopo l’emergenza poiché una gigantesca opera di ricostruzione attende la Turchia e per la quale l’intervento mondiale sarà essenziale al fine di alleviare i patimenti del popolo turco e restituirgli un operoso avvenire.
E va pure riconosciuto come nonostante fin dal 1626, con il gesuita italiano Niccolò Longobardi (Trattato sui terremoti), l’uomo abbia cercato di spiegare i fenomeni sismici, siamo ancora alla mercè della natura che con i suoi imprevedibili e distruttivi sussulti ci richiama bruscamente a considerare quanto miopi siano egoismi ed ambizioni nazionali e come sarebbe più sereno e prospero il mondo se la fratellanza globale non attendesse, per esprimersi, lo scoppio delle catastrofi.
(In foto: L’ambasciatore turco Ömer Gücük insieme all’ambasciatore Giorgio Girelli)