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L’eterno fanciullo (di sinistra) alle prese con la guerra. I dubbi di Cangini

Nella temperie del contesto bellico che ci è dato vivere, un governo di centrosinistra sarebbe mai nato e soprattutto la sua maggioranza avrebbe avuto la forza politica per mantenersi compatta di fronte all’escalation militare imposta da Vladimir Putin? La risposta è, chiaramente, no. Il commento di Andrea Cangini

I tentennamenti di Matteo Salvini e le intemerate di Silvio Berlusconi sulla guerra in Ucraina sono senz’altro motivo di imbarazzo per il governo e di discredito per l’Italia agli occhi degli alleati occidentali. Tuttavia, ad oggi, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni (e, si spera, anche gli alleati occidentali) sa bene che alle parole non seguiranno i fatti. Detto altrimenti, Giorgia Meloni sa bene che Forza Italia e la Lega continueranno a votare a favore dell’invio di armi al popolo ucraino sia a Roma sia a Bruxelles. Così non fosse, il governo cadrebbe di sicuro.

Viene però da chiedersi se, nella temperie del contesto bellico che ci è dato vivere, un governo di centrosinistra sarebbe mai nato e soprattutto se la sua maggioranza avrebbe avuto la forza politica per mantenersi compatta di fronte all’escalation militare imposta da Vladimir Putin. La risposta è, chiaramente, no. A favore della linea condivisa dai Paesi dell’Alleanza atlantica, armare l’Ucraina, sono Azione, Italia Viva e, ad occhio, due terzi del Pd. Un terzo del Pd, il Movimento 5 Stelle, LeU, i Verdi e sinistrine varie sono invece contrari.

Un’eventuale maggioranza di centrosinistra, dunque, oggi non sarebbe in grado di esprimere una politica estera e di difesa condivisa. Perciò, essendo la politica estera e di difesa l’evidente discrimine di questa fase storica e politica (fase per molti aspetti “costituente” nuove identità politiche nazionali e un nuovo ordine geopolitico internazionale) un eventuale governo di centrosinistra non sarebbe potuto nascere e qualora fosse nato sarebbe inesorabilmente caduto.

È la conclusione cui conduce la lettura del bell’editoriale firmato oggi sulla Stampa da Luigi Manconi, non esattamente un guerrafondaio, il quale racconta “lo smarrimento della sinistra che le impedisce di immaginare una strategia di pace fondata sulla resistenza dell’Ucraina e sulla capacità di indipendenza anche militare”. “Un tempo – prosegue, amaramente, Manconi – era la guerra a ‘far maturare’ (si diceva così) gli adolescenti e a renderli adulti. Oggi la guerra sembra rendere ancora più immatura la sinistra riducendola irreparabilmente a puer aeternum”. Un eterno fanciullo. E ai fanciulli non è dato assumere funzioni di governo.



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