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L’Italia, partner ovvio per il patto indo-abramitico. Il commento di Kaush Arha

Di Kaush Arha

Mentre il centro geopolitico e geoeconomico del mondo si sposta verso l’indo-pacifico, l’Italia, nel centro del Mediterraneo, ha un margine di manovra importante nell’ottica di stringere forti legami commerciali, diplomatici e di difesa con le economie dell’oceano Indiano e del Pacifico. Le nazioni del Golfo si offrono poi come ponte ottimale per riunire le economie del Mediterraneo e quelle dell’indo-pacifico. Per tale fine, l’I2U2 è un moltiplicatore di forze di portata trasformativa. L’analisi di Kaush Arha, senior fellow presso l’Atlantic council e il Krach institute for Tech diplomacy della Purdue University

L’Italia è un partner quasi ovvio per il nuovo e promettente gruppo regionale composto da India, Israele, Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti, I2U2. Si tratta di un’iniziativa inaugurata nel 2021 dai ministri degli Esteri delle quattro nazioni sopra citate e che ha tenuto il suo primo vertice dei leader quest’anno.

L’obiettivo esplicito è quello di mobilitare capitali privati e cooperazione tecnologica nella regione. Gli investimenti congiunti si concentrano sui settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti, dello spazio, della salute e della sicurezza alimentare.

Il progetto si inserisce nel quadro definito dagli accordi di Abramo del 2020 che hanno normalizzato le relazioni diplomatiche tra Israele, Emirati Arabi Uniti e altre nazioni arabe. Gli accordi hanno permesso all’India e agli Stati Uniti di coinvolgere Israele ed Emirati nel forum regionale e di amplificare le loro sinergie bilaterali individuali in un impegno collettivo.

Il recente accordo di libero scambio tra India ed Emirati Arabi Uniti prevede una crescita del commercio bilaterale fino a 100 miliardi di dollari entro il 2027. Il commercio tra India e Israele è invece passato dai 200 milioni di dollari del 1992 agli oltre 6 miliardi del 2021, con un accordo di libero scambio in corso di definizione.

Una joint venture India-Israele gestirà il nuovo porto di Haifa, inizialmente assegnato alla Cina. L’India rappresenta il 42% delle esportazioni di armi di Israele. Si prevede che aumenteranno in maniera incisiva. Il recente accordo di libero scambio Israele-Uae prevede di incrementare gli scambi commerciali di oltre 100 miliardi di dollari in 5 anni.

Dati questi elementi, l’I2U2 promette di essere un moltiplicatore di sinergie tra le tre nazioni regionali e gli Stati Uniti. In tale contesto, l’Italia potrà mobilitare la propria vicinanza geografica e le sue relazioni commerciali complementari con l’I2U2 per costituirsi come porto privilegiato dell’iniziativa verso l’Europa.

Il commercio bilaterale individuale annuale dell’Italia con l’India, Israele e gli Emirati Arabi Uniti è di 5-10 miliardi di dollari, con piani ambiziosi di crescita. L’Italia è un importante esportatore di macchinari di alta qualità per la regione e può facilmente collaborare nel framework I2U2 nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti, dello spazio, della salute e della sicurezza alimentare.

In questa ottica, l’Italia può sfruttare i suoi vantaggi comparativi sostenendo due iniziative europee per ottenerne un vantaggio strategico. In primis, potrebbe impegnarsi per il completamento dell’accordo di libero scambio tra Unione europea e India.

L’Italia, nel rafforzare i propri legami con le nazioni partner dell’I2U2, può perseguire così quattro linee d’azione. La prima concerne l’infrastruttura digitale che collega l’I2U2 all’Italia e all’Europa. Nell’era dell’economia digitale, il rafforzamento di migliori cavi digitali sottomarini dall’India all’Italia, passando per il Golfo, mobiliterà de facto un maggior numero di attività in settori economici ad alta intensità di dati.

La seconda riguarda i progetti di infrastrutture fisiche, tra cui investimenti congiunti in operazioni portuali, come il porto di Haifa, attraverso l’I2U2 e il Mediterraneo.

La terza guarda alla partnership strategica in campo energetico con il gruppo I2U2 per garantire sia la sicurezza energetica sia la trasformazione dell’energia.

Il quarto elemento riguarda le esportazioni di macchinari e il trasferimento di tecnologie tra i partner dell’I2U2, l’Italia e l’Europa. L’Italia, in coordinamento con Israele e gli Usa, può svolgere un ruolo fondamentale nel facilitare il trasferimento di macchinari e tecnologie di alta qualità per dare energia ai settori manifatturieri in India e negli Emirati Arabi Uniti.

L’Italia, nel rafforzare le sue relazioni commerciali con i Paesi dell’I2U2, può così rafforzare in modo sostanziale anche i suoi partenariati bilaterali di difesa nella regione. La recente partnership tra Italia, Giappone e Regno Unito – il Global combat air program – per la costruzione di jet da combattimento di nuova generazione, promette sforzi simili nella regione, in particolare con l’India.

L’India, in quanto maggiore importatore di armi e Paese desideroso di liberarsi dell’eccessiva dipendenza dalla Russia, offre un ampio mercato per eventuali joint venture tra Italia e Israele.

Mentre il centro geopolitico e geoeconomico del mondo si sposta verso l’indo-pacifico, l’Italia è all’avanguardia nel centro del Mediterraneo per stringere forti legami commerciali, diplomatici e di difesa con le economie dell’oceano Indiano e del Pacifico.

Le nazioni del Golfo offrono il ponte ottimale per unire le economie del Mediterraneo e quelle dell’indo-pacifico. Gli Emirati Arabi Uniti stanno rapidamente diventando l’hub regionale per il commercio e la finanza, facilitando un maggiore impegno commerciale in tutto il Mediterraneo.

A tal fine, l’I2U2 è un moltiplicatore di forze di portata trasformativa. È nell’interesse nazionale dell’Italia essere partner strategico privilegiato nell’ottica di un possibile futuro format I3U2.



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