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Parte la serie A 2013/14, ma i problemi “endemici” del calcio italiano restano irrisolti.

Si parte nel pomeriggio di oggi con Hellas Verona-Milan. E’ l’apertura (alle ore 18.00) della 82ima edizione del campionato di calcio di serie A. Ieri l’istituto di ricerca Sporteconomy ha pubblicato i dati sul mercato delle sponsorizzazioni di maglia: è fortemente in crisi, con una decrescita pari al 18% in appena una stagione (69.25 milioni di euro contro gli 84 milioni di euro del campionato precedente). Ma la crisi economica non è l’unico “minus” del sistema calcistico tricolore.

I problemi sul piatto sono tanti, ma possiamo ricordare quelli più importanti:

a) la tessera del tifoso, con le limitazioni ancora presenti per le gare in trasferta per molte tifoserie;

b) la violenza nei pre/post partita in prossimità degli stadi (si continua con gli accoltellamenti indiscriminati, come nel caso dell’amichevole estiva Ternana-Roma);

c) l’arretratezza degli stadi e dell’impiantistica sportiva più in generale;

d) l’incapacità, soprattutto nei medi/piccoli centri del calcio tricolore, di fare impresa;

e) la presenza in molte societè di management a tutti i livelli non di profilo europeo;

f) la difficoltà di attrarre investitori dall’estero o di drenare risorse presenti a livello locale;

g) la pericolosità di procuratori che di fatto si sono sostituiti ai direttori sportivi (c’è da chiedersi perchè valga la pena pagare stipendi anche elevati per DS che non fanno più il loro lavoro);

h) la criticità, se parliamo di top club, di attuare anche in Italia il fair play finanziario

i) l’assoluta assenza di una programmazione nello sviluppo dei vivai (troppo pochi quelli di qualità, come per esempio l’Udinese).

Se già il calcio tricolore riuscisse a risolvere 1/3 di queste “criticità” significherebbe che stiamo procedendo sulla strada giusta. Purtropp,o vedo molto immobilismo e passerà ancora un anno senza che queste problematiche vengano risolte (almeno in parte). Tutto tipicamente molto italiano, come stile e soprattutto come metodo. Altrimenti saremmo la Premier league inglese o la Bundesliga tedesca.



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