Le lezioni magistrali di Claudia Parzani e Beatrice Venezi in un’occasione simbolica, nella “Giornata europea dei Giusti” del 6 marzo, e a trent’anni dalla scomparsa del grande economista Guido Carli. Romana Liuzzo ha dato inizio a un programma che si concluderà il 5 maggio, al Teatro dell’Opera, con la quattordicesima edizione del Premio Guido Carli
In un mondo in crisi, c’è spazio per una riflessione positiva sul futuro della società e dell’economia italiana? Le donne entrano in campo e ci indicano la strada. Sfatando pregiudizi e stereotipi femminili e indicando nuove prospettive per il successo nel mondo del lavoro.
In un’occasione simbolica, nella “Giornata europea dei Giusti” del 6 marzo, a trent’anni dalla scomparsa del grande economista Guido Carli che, nel 1992, firmò per l’Italia il Trattato di Maastricht, Romana Liuzzo, presidente della Fondazione e nipote dello statista, ha dato inizio a un programma che si concluderà il 5 maggio, al Teatro dell’Opera, con la cerimonia di assegnazione del “Premio Guido Carli”, quattordicesima edizione, ai talenti dell’Italia nel mondo.
Un evento all’Università Luiss di Roma per ricordare l’insegnamento, sempre attuale, di competenza e umanità di Carli e offrire un messaggio di fiducia.
All’incontro, introdotto da Liuzzo alla presenza di esponenti del mondo della politica, dell’economia e delle imprese, di autorità civili e militari, sono intervenuti il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ha ricordato l’autorevole visione di politica economica e di amministrazione di Carli, e l’ambasciatore Giampiero Massolo, presidente di Ispi e di Atlantia, che ne ha testimoniato lo straordinario contributo professionale e umano e i principi che resistono nel tempo, in una comprensione di insieme propria del grande leader.
Guido Carli “sognava un’Italia prospera in un’Europa fatta di crescita, occupazione e solidarietà tra gli uomini. Un Paese capace di liberarsi dai lacci e lacciuoli per fare spazio ai giovani e al merito. Non erano soltanto parole. Guido Carli si adoperò per il benessere della comunità in ogni ruolo che rivestì”, ha ricordato Romana Liuzzo.
Il progetto culturale è ambizioso. Alimentare, attraverso i valori, ottimismo e speranza secondo gli insegnamenti del grande economista, per un futuro complesso, in un drammatico contesto geopolitico, tra inflazione, crisi energetica, disuguaglianze sociali. Un cambiamento di prospettiva, individuale e collettivo, per un sano progresso economico e sociale.
Due donne di successo hanno spiegato il “privilegio” degli insuccessi e l’importanza di un pensiero non omologato.
Con lezioni magistrali di elevato profilo, Claudia Parzani, prima donna presidente di Borsa Italiana, partner dello studio legale Linklaters, ha tessuto l’“Elogio dell’insuccesso. Le nuove leadership tra gentilezza e diversità”, e Beatrice Venezi, direttore d’orchestra, ha spiegato l’importanza di “Cantare fuori dal coro. Le voci delle donne, oltre i pregiudizi”.
I mancati successi non sono fallimenti. Gli insuccessi fanno parte del successo. Sono, anzi, motore per conoscere e superare le proprie imperfezioni e limiti. Progredire, mutare prospettive e acquisire capacità di ascolto e umiltà, uscire da paralizzanti comfort zone. Tutti ingredienti di crescita, per produrre innovazione ed eccellenza. Per trasformare la paura in uno stimolo positivo, senza arretrare. E, assicura Parzani, anche per essere felici.
È la prospettiva inclusiva che Parzani richiama nel libro “Si vince solo insieme”, scritto a quattro mani con Sandro Catani, esperto di consulenza societaria.
Quattordici parole “rivoluzionarie” per una leadership “gentile” che guarda oltre il risultato, alla persona e alla felicità, accogliendo anche l’errore e la fragilità. Punto d’intersezione tra felicità individuale e una società aperta, giusta e inclusiva. Leader “capaci di mostrarsi fragili e vulnerabili. Creano radici e donano ali”, come ha affermato Parzani.
Un valore aggiunto, l’insuccesso. Parlarne vuol dire avere coraggio, partire da un dato che diventa forza per coltivare capacità e creatività, rispetto e gentilezza. Per questo, Parzani ne propone l’inserimento nei curricula per le imprese. “La felicità più grande non sta nel non cadere mai ma nel risollevarsi sempre dopo una caduta”, ricorda Confucio. E, per il “bene comune”, Claudia Parzani, madre di tre figlie femmine, indica le strade possibili. Superamento dei divari di genere, rispetto di ogni diversità e capacità, per l’Italia, di attrarre investimenti.
Il “potere” ha un unico senso, dice, infine, Parzani. “Potere di fare”. Come? “Insieme, con maggiore cooperazione tra pubblico e privato, profit e no profit”.
Musica e finanza usano lo stesso linguaggio. Le parole della mente e del cuore.
“Cantare fuori del coro non vuol dire essere stonati ma avere un’intonazione differente, non perché poco armonica ma in quanto modulata su una lunghezza d’onda sulla quale si sintonizzano in pochi”, afferma la musicista e compositrice Beatrice Venezi nella sua lectio magistralis. È ricchezza. “Generare pensieri controcorrente” rispetto a modelli imposti da social e mass media.
Classe 1990, è una delle più giovani “bacchette” del mondo. Esempio di donna che ha rotto lo schema in un mondo tradizionalmente maschile, chiede di essere chiamata “direttore” d’orchestra e non “direttrice”. Termine neutro per indicare un ruolo.
Interprete a Londra, Parigi, in Giappone, autrice di libri (“Allegro con fuoco”, una sua autobiografia, e “Le sorelle di Mozart”, storie di musiciste dimenticate, geniali e ribelli) e consigliera al ministero dei Beni culturali, Venezi chiede che “sia istituita un’orchestra in ogni scuola, dalle elementari ai licei”. Perché la musica è un potente strumento di educazione al rispetto. Quello di cui, oggi, si ha maggiormente bisogno.
Nella sua “lezione”, ha offerto profonde riflessioni sul senso della femminilità e su cosa significhi, oggi, un’effettiva parità di genere. Che senso ha di parlare di diritti delle donne, in un mondo che mette in discussione anche il “genere”?
Pari dignità, pari opportunità, pari retribuzione, indipendentemente dal genere, sono la vera emancipazione femminile per una battaglia inclusiva più ampia. Per immaginare nuovi valori in cui le donne siano parti attive nel riformare la società e le sue politiche, sulla base del merito e non di “quote rosa”. “Del resto, se si riuscisse a imporre la meritocrazia non ci sarebbero più discriminazioni perché la struttura e la distribuzione dei talenti nella popolazione femminile è uguale a quella della popolazione maschile. Quando le donne competono in condizioni di parità anche in settori sensibili esse sono vincenti, al pari dei colleghi maschi”, ha affermato la musicista.
Beatrice Venezi chiede, per le donne, un cambio di prospettiva per immaginare una nuova società, attraverso una voce che ha una diversa intonazione e che sia riconosciuta. “Voci ritenute, forse, stonate per accordarsi, invece, su una diversa intonazione e generare una nuova realtà, cioè quella società in cui il maschile e il femminile collaborano per ristabilire una connessione profonda in un equilibrio di genere e in cui cooperano, per il bene comune”.
Non è un’eccezione il valore delle donne, come Venezi ricorda nel difficile percorso delle donne nella storia anche nella musica. Tra pregiudizi e stereotipi, derise, escluse e discriminate per il solo genere femminile, hanno lottato per la conquista delle donne di oggi, attraverso l’impegno e la tenacia.
Ha concluso l’incontro il presidente onorario della Fondazione, Gianni Letta, sottolineando come l’eredità di Carli resista al tempo e costituisca ancora oggi una guida per l’economia. Ha poi evidenziato il valore aggiunto della sensibilità femminile richiamando riflessioni e passaggi delle due straordinarie lezioni di vita delle relatrici. Anche il successo a tutti i costi, in fondo, è un pregiudizio, come la letteratura, la filosofia e l’esperienza degli uomini insegnano. Un “insuccesso felice è una strada per la vittoria, un gradino nella scala della vita che non dobbiamo nascondere, che dobbiamo anzi ammettere e di cui dobbiamo essere orgogliosi perché attestano la testimonianza del coraggio”, ha detto Letta.
L’incontro è, dunque, un’affascinante riflessione per affrontare transizione ecologica e digitale, emergenza climatica e altre sfide con occhi nuovi e paradigmi diversi. Un imperativo etico nutrito da competenza e determinazione, rispetto e umanità. Insieme. Combattendo pregiudizi e affermando valori nuovi per un radicale cambiamento, nell’interesse della comunità e delle nuove generazioni.
Con la Fondazione Carli, la donna, “madre di tutti che genera e forgia”, come definita da Venezi, ha dimostrato di crederci.