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Controllo dei cieli e più personale. La ricetta di Goretti per l’Aeronautica

Una disamina sullo stato dell’arte dell’Arma azzurra e le sfide del futuro, fino a considerazioni in tema di Intelligence e cyber-security. Questi i temi al centro dell’audizione di Luca Goretti, capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare, di fronte alla Commissione Difesa della Camera. Tutti i dettagli…

Dal ruolo strategico della tecnologia e dei dati per la difesa aerea, all’importanza dell’accordo sul Global combat air programme (Gcap), fino alla carenza di personale come personale criticità e la relativa necessità di investimenti in formazione e addestramento. Questi i temi al centro dell’audizione del capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare (AM), Luca Goretti, di fronte alla commissione Difesa della Camera. Tra i punti affrontati vi sono state anche la dislocazione delle basi operative dell’AM e la revisione dei programmi di munizionamento della Forza armata, il che, come precisa il generale Goretti, “non significa andare verso una escalation del riarmo ma significa dotarsi di capacità di Difesa adeguate alle esigenze di oggi, ma ancora di più a quelle di domani”. Un particolare riferimento ha riguardato nel dettaglio l’importanza di assicurare adeguate dotazioni di scorta del munizionamento di precisione, senza il quale l’intervento militare rischia di essere inefficace. Argomenti condiviso anche dal presidente della commissione Difesa della Camera, Nino Minardo: “Le richieste provenienti dalle Forze armate non possono essere considerate o peggio liquidate come banali richieste di riarmo ma riguardano il mantenimento di capacità di difesa del Paese che deve essere adeguato agli scenari presenti e a quelli futuri”. L’Aeronautica militare, inoltre, è nel pieno dei preparativi e dei molti eventi organizzati in occasione del centenario dell’Arma.

I velivoli

Secondo Goretti è fondamentale definire la sostituzione del velivolo Eurofighter, e in questo contesto si inserisce l’accordo siglato con Regno Unito e Giappone sul Gcap. Una necessità di rinnovamento che non riguarda però solo i caccia di sesta generazione, ma anche i velivoli ad ala rotante, come ribadito dal generale nel corso dell’audizione. I velivoli, però, non potrebbero essere efficaci senza i loro piloti. Ed è a questo scopo che la Scuola di Volo internazionali in Sardegna mira ad aprire un nuovo hub, così da affiancare alle capacità di volo anche quelle ingegneristiche. Qui si inserisce la collaborazione tra lo Stato e il comparto industriale per la creazione del velivolo T-346 di ultima generazione. Mentre, guardando al panorama internazionale, il generale Goretti ha voluto sottolineare l’importanza della partecipazione italiana al programma Joint strike fighter: l’F-35 è infatti considerato il sistema più avanzato disponibile e di grande importanza strategica. I velivoli dell’Arma azzurra non sono però impiegati soltanto per operazioni militari, ma anche in ambito civile e umanitario, come dimostrano in ultimo i velivoli C-130 messi a disposizione per il trasporto di aiuti o il ponte aereo che nel 2021 permise l’evacuazione umanitaria dall’Afghanistan di oltre 5000 afghani.

Il cruciale controllo dei cieli

Senza un controllo dei cieli, “anche le forze di terra e di mare diventano vulnerabili. È impensabile operare senza un adeguato ‘ombrello’ protettivo”, ha osservato il capo di Stato maggiore. Secondo lui, anche questo è mancato nel conflitto russo-ucraino, dal momento che lo stallo delle forze terrestri russe in Ucraina “è attribuibile alla mancata conquista del controllo dei cieli. La componente aerea di combattimento è importante”. Il conflitto russo-ucraino ha infatti confermato la necessità di poter schierare in tempi rapidi le forze di terra verso ogni area di intervento; per questo è essenziale dotarsi di una capacità di trasporto adeguato, anche tenendo in considerazione il fatto che il continente africano e indopacifico potrebbero diventare aree di intervento del prossimo futuro. Per tali ragioni, secondo il generale, sarà fondamentale ricercare soluzioni tecniche innovative così da mettere in difficoltà gli schemi degli avversari. Di fronte all’impossibilità di sottrarsi alla guerra moderna, per via di sistemi d’arma in grado di superare ogni limite geografico, è infatti fondamentale dotarsi di un’adeguata forza aerea – che spesso è la prima a intervenire in caso di conflitto o calamità –, così come di sistemi di difesa aerea e antimissile, ripensando al concetto di dispersione sul territorio. L’Aeronautica mira dunque a ripensare alla distribuzione dei depositi di stoccaggio del materiale e del carburante, dei nodi di comando e controllo e della distribuzione delle basi aeree.

Serve più personale

Grazie al volume operativo accresciutosi negli ultimi anni e al crescente affollamento dei cieli, è il momento per l’Aeronautica di ripensare il modello organizzativo del passato. La tecnologia, anche se all’avanguardia come quella dell’AM, non può nulla senza un adeguato numero di personale addestrato. Per questo, a detta di Goretti, si rende sempre più necessario puntare sul consolidamento delle competenze del personale e sull’aumento del numero a disposizione che ad oggi risulta insufficiente per la gestione dei programmi e dello scenario internazionale. È infatti fondamentale “possedere una forza aerea capace, ben addestrata e opportunamente dimensionata” ed è in corso un un’attività per ridisegnare le professionalità del personale militare e i relativi percorsi di formazione, indagando più a fondo anche le collaborazioni con l’industria e il mondo accademico.

Cyber e Spazio

Secondo Goretti serve un’unica cabina di regia per dotare l’Italia di un ‘ombrello’ protettivo nel cyber, e questa deve essere dello Stato maggiore della Difesa, per evitare duplicazioni inutili e ottimizzare le competenze “non bisogna procedere a compartimenti stagni”. Le innovazioni normative, introdotte a partire dall’Agenzia per cybersicurezza nazionale (Acn), hanno infatti determinato un punto di svolta sul piano cibernetico, a cui però l’Arma azzurra deve uniformarsi. Tra le nuove sfide, accanto a quelle dettate dal cyber, vi sono anche quelle riguardanti lo spazio che “è il nuovo dominio di confronto”. L’AM, a detta del generale, “è pronta a valorizzare il proprio personale in questo nuovo scenario”, e in questo senso “si impone di intraprendere un nuovo processo produttivo”, affiancando adeguati livelli di difesa e deterrenza anche nei confronti dello Spazio sempre più conteso.

Le lentezze della burocrazia

Afferente al dominio cibernetico è il predominio sui dati. Spesso la burocrazia secondo Goretti “porta via tempo”, mentre invece è fondamentale disporre rapidamente dei dati di Intelligence che sono strettamente collegati all’operatività dell’Aeronautica. “Spesso e volentieri chiediamo dei dati e perdiamo tempo, peccato che questi dati servono ora, la dinamicità delle operazioni aeree richiede anche un cambiamento degli ordini di operazioni e il dato conta moltissimo”, ha spiegato il capo di Stato maggiore. Oggi infatti “vince chi è il detentore dei dati, chi è in grado di possedere informazioni, e vince chi è in grado di impedire che altri abbiano i dati”.

Il minuto di silenzio per l’incidente di Guidonia

Lo scontro di Guidonia, che ha coinvolto due aerei dell’Aeronautica e visto la tragica scomparsa dei loro piloti, è stato ricordato con un minuto di silenzio presso la Commissione Difesa della Camera. Per Goretti si è trattato di “un evento terribile che ci ha scosso profondamente e le cui cause, ancora da verificare, saranno accertate dalle autorità competenti”. Al momento, come spiega ancora il generale, “ci sono due commissioni al lavoro, magistratura e Aeronautica. Noi ci stringiamo alle famiglie che arrivano da Potenza e Verona; questo pomeriggio le incontrerò. Non posso non ricordare quanto questo mestiere sia difficile e rischioso. I due piloti sono un esempio di coraggio e passione e io li ringrazio per quanto hanno fatto per la nostra Forza armata”.



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