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Cessione credito e sconto in fattura. Cosa chiedono gli imprenditori

La voce degli imprenditori che lavorano nei comparti dell’efficientamento energetico ieri a Montecitorio hanno lanciato un allarme: “Senza bonus, a rischio la tenuta occupazionale e i fatturati delle imprese. Disapplicare il decreto del 16 febbraio per forniture già concordate”. Le rassicurazioni di Mazzetti: “Ci siamo battuti per non mettere la fiducia, garantendo così la possibilità di miglioramento del decreto. Non abbandoniamo nessuno”. De Bertoldi (FdI): “Per il futuro pensiamo a un bonus più strutturale”

Nessuno tocchi ecobonus e bonus casa. Il decreto del 16 febbraio scorso in cui sostanzialmente viene bloccata la cessione del credito e dello sconto in fattura del superbonus e degli altri bonus edilizi è stato una doccia fredda per il comparto delle costruzioni. Ed ecco che 13 associazioni del settore (tra cui Anima, Assotermica, Assotende, Anfit, Unicmi, Federlegnoarredo e Assoclima) hanno chiesto, ieri in una conferenza stampa alla Camera, un dietrofront all’esecutivo.

“La nostra – spiegano Stefano Casandrini (Assotermica), Roberto Saccone (Assoclima), Marco Rossi (Anfit), Pietro Gimelli (Unicmi) e Gabriele Meroni (Federlegnoarredo) – è una preoccupazione che riguarda tutti i settori che rappresentiamo, così come i cittadini che rischiano di vedere interrotti i lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico degli edifici. L’improvviso e l’ennesimo cambio in corsa delle regole di applicazione del superbonus ha finito per fagocitare anche i bonus minori, i cui impatti sulle casse dello Stato sono di gran lunga inferiori rispetto a quelli del 110%”.

Senza contare che l’87% degli interventi realizzati nel 2021, in edilizia libera, “sono stati sostenuti proprio da ecobonus e bonus casa”, come ricorda Saccone. Numericamente sono stati 681 mila gli interventi due anni fa, resi possibili grazie alle agevolazioni. Ossia lo stesso numero di lavori effettuati nell’arco del settennato 2014-2021. Risulta evidente, riflettono le associazioni, che la politica di incentivazione in questo comparto – anche in ossequio ai nuovi indirizzi assunti a livello europeo – “deve essere tempestiva e strutturale: se vogliamo riqualificare 28 milioni di alloggi e 11 milioni di edifici in dieci anni, bisogna fare presto”.

Correttivi

A farsi carico, dal punto di vista politico, delle istanze portate dalle categorie è Enrica Mazzetti, deputata di Forza Italia particolarmente sensibile al tema e che, già all’indomani dell’entrata in vigore del decreto, ha iniziato a proporre correttivi. “Non abbandoniamo nessuno – così la deputata – : sappiamo chi ha investito, imprenditori, fornitori, installatori e non ultimi cittadini, e quanto ha investito, affidandosi a una legge dello Stato. Non solo 110%: ecobonus e bonus casa, no allo stop della cessione credito-sconto in fattura”. Mazzetti ha ripercorso le modifiche ottenute da Forza Italia come “la riduzione del perimetro della responsabilità solidale, una delle cause del blocco della cessione”. “Ci siamo battuti – ha così spiegato Mazzetti – per non mettere la fiducia, garantendo così la possibilità di miglioramento del decreto. Non solo, abbiamo presentato molte proposte emendative, tra cui quella posticipare il Sal al 30 giugno prossimo, che ho presentato io stessa”. Per la deputata azzurra,  la filiera degli impianti è “un fondamentale complemento per il settore dell’edilizia ed è essenziale per concretizzare obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione dei consumi e dell’inquinamento”. La parlamentare di Forza Italia, che ha presentato in tal senso una mozione, ha proposto di “organizzare un sistema di incentivazione stabile e soprattutto proporzionale ai lavori effettuati e certificati”.

Le richieste

Oltre a ribadire la disponibilità a sedersi a un tavolo di concertazione col governo, le associazioni avanzano sostanzialmente due proposte. La prima è quella di reintrodurre lo sconto in fattura e la cessione del credito per ecobonus (50-65%) e per il bonus casa. Questo, osservano, per scongiurare ripercussioni sulla “tenuta occupazionale” e sui “fatturati delle imprese”. Da ultimo, i rappresentati delle categorie chiedono la “non applicabilità del decreto” per ordini, forniture e ingaggi già concordati prima dell’entrata in vigore del decreto.

Rassicurazioni

A fornire rassicurazioni agli imprenditori è il deputato di Fratelli d’Italia Andrea De Bertoldi, membro della commissione Finanze. “L’incontro che ho avuto col Mef ha sortito un effetto positivo – spiega il deputato – . Con ragionevole certezza posso dire che otterremo l’approvazione di un emendamento che terrà conto, sulle scadenze e soprattutto sui lavori già avviati, delle esigenze avanzate da imprenditori e categorie”. Per il futuro, annuncia, “il Governo ha in animo di intervenire in modo più strutturale sui bonus edilizi. Immaginiamo uno strumento completamente nuovo, magari connesso anche al reddito delle famiglie”.

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