“Il futuro del Mediterraneo dipende da ciò che succede nell’Indo Pacifico e viceversa”, ha dichiarato Crosetto in missione. Al centro del trilaterale, il rafforzamento del programma per il jet di sesta generazione. Potrà allargarsi anche ad altri Paesi, ha spiegato il ministro
“Italia, Regno Unito e Giappone sono uniti dallo stesso destino e oggi abbiamo posato una pietra per costruire un futuro importante insieme”. Lo ha dichiarato Guido Crosetto, ministro della Difesa, durante l’incontro avvenuto oggi a Tokyo con gli omologhi giapponese Yasukazu Hamada e britannico Ben Wallace. “Una volta Indo-Pacifico e Mediterraneo erano aree considerate lontane tra loro. Oggi, invece, il mondo è diventato sempre più piccolo, le crisi sono aumentate e probabilmente in questo decennio la situazione peggiorerà. Il futuro del Mediterraneo dipende da ciò che succede nell’Indo Pacifico e viceversa. Ed è per questo motivo che le nostre Nazioni devono lavorare e cooperare insieme. Soltanto unendo le forze riusciremo a contrastare la grandezza dei problemi e le sfide future”, ha aggiunto.
AL LAVORO SUL PROSSIMO JET
Al centro dell’incontro, il rafforzamento del partenariato e il programma Global Combat Air Programme. I tre Paesi hanno firmato lo scorso 16 dicembre un memorandum di cooperazione sulla base delle solide e durature relazioni tra i tre Paesi, fondate sui valori di libertà, democrazia, diritti umani e stato di diritto. “Il Gcap”, ha sottolineato il ministro Crosetto, “è una scelta industriale, tecnologica ma è, prima di tutto, una scelta politica di tre importanti Nazioni che hanno deciso di intraprendere un percorso comune che permetterà alle rispettive Forze Armate di cooperare insieme in diversi ambiti”. È un accordo, ha continuato, “di grande rilevanza raggiunto in un delicato momento geopolitico” in quanto “le nostre tre nazioni rafforzano così la loro cooperazione in un progetto che avrà importanti ricadute nel campo tecnologico, dell’innovazione, ricerca e sviluppo nel settore dell’aerospazio, della difesa e sicurezza”.
LA PORTA È APERTA
Il programma per un nuovo velivolo di sesta generazione, come ha ricordato il ministro, potrà allargarsi anche ad altri Paesi: “Porterà un insieme di capacità senza precedenti che risulteranno fondamentali per il mantenimento della stabilità globale, creando i presupposti necessari a garantire lo sviluppo continuo nel campo della difesa per i decenni a venire”. Ieri la Difesa aveva diffuso una nota per smentire le ricostruzioni dell’agenzia Reuters secondo cui il programma avrebbe visto una partecipazione italiana al 20% e quelle britannica e giapponese al 40%. “L’alleanza tra i nostri governi e industrie della Difesa rappresenta un esempio di riferimento per le future collaborazioni internazionali” ha continuato il ministro sottolineando come l’Italia, forte delle proprie esperienze e delle competenze industriali e tecnologiche nel settore dell’aerospazio e nello sviluppo di velivoli militari, veda nel Regno Unito e nel Giappone i partner con i quali rafforzare un modello paritetico e flessibile nella già consolidata cooperazione industriale.
LE OCCASIONI INDUSTRIALI
I ministri hanno, altresì, evidenziato i benefici che questo accordo apporterà dal punto di vista industriale, determinando prosperità e sviluppo ed un incremento della cooperazione tra le rispettive industrie della Difesa che, già al momento, evidenziano ottime relazioni collaborative. Unanime consenso sul contributo che il Gcap fornirà alla sicurezza e allo sviluppo tecnologico dei tre Paesi. Un forte partenariato che avrà ricadute anche nei settori dell’economia, della sicurezza e della stabilità regionale. Nella parte conclusiva della trilaterale hanno partecipato anche gli amministratori delegati di Mitsubishi, Bae e Leonardo, aziende che guidano per Giappone, Regno Unito e Italia il progetto.
IL BILATERALE CON HAMADA
Prima dell’incontro a tre si è tenuto un bilaterale tra Hamada e Crosetto, in cui i ministri hanno sottolineato la volontà di rafforzare ulteriormente le relazioni bilaterali in molteplici dimensioni, incluso cyber defence ed esercitazioni congiunte. Da qui la volontà di rafforzare la collaborazione tra i due Paesi. Uno scambio tra le Forze Armate che include l’addestramento in Italia di piloti giapponesi presso l’International Flight Training School, polo di eccellenza internazionale nell’addestramento di piloti militari. Un altro esempio saranno le campagne addestrative nell’Indo Pacifico alle quali la Difesa italiana parteciperà con assetti e personale della Marina e dell’Aeronautica Militare – entro inizio 2024 dovrebbe essere dispiegata nella regione la portaerei Cavour. Quella dell’Indo-Pacifico, si legge in una nota della Difesa italiana, è un’area di sempre maggiore rilevanza per la stabilità dell’ordine internazionale, per lo sviluppo del commercio, per peso economico, demografico e politico, aspetto che trova conferma anche nell’agenda Nato 2030.